giorgia meloni soldi salvadanaio risparmi

LA REALTÀ FA A PUGNI CON LE PROMESSE ELETTORALI: LA PRIMA MANOVRA DEL GOVERNO MELONI (L’ANNO SCORSO L’AVEVA SCRITTA DRAGHI) SARÀ LACRIME E SANGUE – LA DUCETTA È COSTRETTA ALL’AUSTERITY PER TROVARE 25-30 MILIARDI DI COPERTURE, E SOLO PER LO STRETTO INDISPENSABILE: IL RESTO, SARÀ RIMANDATO. NIENTE FLAT TAX, NIENTE PENSIONI MINIME A MILLE EURO, NIENTE INTERVENTI SULLA BENZINA – PER TROVARE I SOLDI LA SORA GIORGIA SARÀ COSTRETTA A TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA A TUTTO SPIANO - IMMIGRAZIONE, ACCISE, PATTO DI STABILITÀ: TUTTI I GUAI DELLA SORA GIORGIA

1. GLI ECHI DELLA CRISI SULLA MANOVRA DAL GOVERNO ADDIO AI SOGNI ELETTORALI

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Una manovra da 25-30 miliardi improntata ad austerity e vasi comunicanti. Addio sogni elettorali: il governo Meloni si prepara a raschiare il barile dei conti pubblici, tagliando e cucendo tra poste e promesse.

 

Di sicuro anche la seconda legge di bilancio dell’esecutivo di destra non abolirà la legge Fornero, non estenderà a tutti la flat tax, non alzerà le pensioni minime a mille euro. Palazzo Chigi anzi dovrà essere super attento a non sforare e rompere con Bruxelles: nel 2024 torna il patto di stabilità e le regole fiscali su deficit e debito, gonfiati a dismisura da pandemia, crisi energetica e guerra.

 

il video del 2019 di giorgia meloni sulle accise 3

La notizia che Germania, Olanda e Ungheria sono entrate in recessione tecnica […] è suonata come un allarme nei palazzi romani. Il Pil italiano tra aprile e giugno è sceso a sorpresa dello 0,3%. […] Il turismo estivo non sta andando come sperato, la stagione forse chiuderà con un — 20%. L’incubo del governo insomma comincia a prendere forma. Il timore che il +1% del Pil previsto per quest’anno non sia più alla portata. E soprattutto il +1,5% del 2024, già messo in discussione dai previsori. Cosa succede a deficit e debito?

 

GIORGIA MELONI IN VERSIONE GALADRIEL DEL SIGNORE DEGLI ANELLI

Si spiega così l’allerta fatta scattare dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Prima delle ferie estive ha chiesto ai ministri massima prudenza e oculatezza nel menù delle richieste da portare in manovra. Già solo a mettere in fila le misure che non possono non esserci il conto è robusto.

 

In cassa ci sono 4 miliardi di maggior deficit deciso dal governo nel Def di aprile, alzato dal 3,5 al 3,7% nel 2024. Poi altri 300 milioni di tagli alla spesa dei dicasteri. E i proventi, al momento non quantificati, della tassa una tantum sugli extraprofitti delle banche. Si aggiunge infine un taglio da almeno 3-4 miliardi ai bonus fiscali per ridurre da 4 a 3 le aliquote Irpef. Totale coperture: 9-10 miliardi, a seconda di quanto affonderà la scure sulle banche, difese però da Forza Italia. Ne mancano 15-20.

 

giorgia meloni gli appunti di giorgia 9 agosto 2023 6

Per fare cosa? Il taglio del cuneo contributivo ai lavoratori dipendenti va riconfermato: costa 8,5 miliardi, al netto delle tasse. Poi c’è un pacchetto minimo sulle pensioni che oscilla tra 1 e 2 miliardi, con i rinnovi di Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale, minime a 600 euro per gli over 75 e conguaglio della rivalutazione delle pensioni del 2023. Si aggiunge un pacchetto welfare per i lavoratori dipendenti […]: può valere 2-3 miliardi. Poi le spese obbligatorie: altri 6 miliardi, tra missioni internazionali e vacanza contrattuale per i lavoratori pubblici.

 

Dove trovare le coperture? Di sicuro si […] affonderà nei tagli. Confermando l’austerity non dichiarata, ovvero il congelamento della spesa pubblica. Significa non solo niente soldi extra per sanità, scuola e stipendi pubblici. Ma un taglio secco del 10-11% vista l’inflazione galoppante. Una super manovra silenziosa da 70-80 miliardi che consente al governo di scendere dall’8% del deficit 2022 a meno del 3% entro il 2025. […]

 

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

2. IMMIGRAZIONE, ACCISE E ALTRI GUAI: FINITA LA LUNA DI MIELE DELLA PREMIER

Estratto dell’articolo di Lorenzo Giarelli per “il Fatto quotidiano”

 

Al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, il 28 agosto, alla premier toccherà alzare la voce e sperare che stavolta i ministri la ascoltino. Le sparate […] sono praticamente quotidiane e non aiutano l’indice di gradimento dell’esecutivo, in una estate in cui la destra è alle prese con alcuni boomerang niente male in termini di consenso: sicurezza, caro-vita, mancati ristori per gli alluvionati dell’Emilia-Romagna.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Premesse pessime per chi, in autunno, dovrà preparare una manovra con la cassa vuota e quindi ad alto rischio di nuove proteste. Da qui il diktat: “Cari ministri, parlate di meno”.

Il consenso preoccupa Palazzo Chigi, insomma, anche perché ai tempi dell’opposizione era facile soffiare sul fuoco di alcuni temi popolari, perciò adesso Fratelli d’Italia e Lega si vedono rinfacciate come per contrappasso quelle antiche crociate.

 

il video del 2019 di giorgia meloni sulle accise 1

Su tutte l’immigrazione […]. Adesso sono i sindaci di centrodestra del Nord a essere infuriati con il governo: lamentano che non si possa scaricare sui Comuni la responsabilità di non sapere come gestire i flussi, la cui colpa viene attribuita da Roma ora ai mercenari della Wagner ora all’opinione pubblica italiana troppo buona con chi arriva. La rivolta dei sindaci […] è una dura crepa nella maggioranza, anche perché i numeri degli sbarchi […] fanno a pugni con gli sbandierati successi di Meloni nei rapporti con il Nord Africa, a partire da Libia e Tunisia.

 

MATTEO SALVINI METTE BENZINA

Non va meglio con la benzina, uno di quei temi […] che hanno impatto immediato nella quotidianità. Il problema […] è  […] il pregresso dei protagonisti, visto che sia Meloni che Salvini per anni si sono concessi show in favore di telecamere promettendo decisi tagli delle accise non appena fossero stati al governo. Nulla è successo, nonostante la cesoiata alle odiate imposte fosse anche nel programma elettorale […].

 

[…] nel febbraio di quest’anno Salvini assicurava che il governo avrebbe messo una toppa se la situazione fosse peggiorata: “Se si arrivasse sopra i 2 euro al litro, il governo interverrà, come è stato già fatto l’anno scorso”. Oggi siamo su quelle cifre, ma non c’è alcun provvedimento all’ordine del giorno.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il guaio di immagine sul caro-carburante si unisce poi a un disastro forse ancora sottovalutato fuori dall’Emilia-Romagna, eppure gravissimo: le vittime dell’alluvione di maggio non soltanto lamentano i ritardi nei risarcimenti […], ma si sentono anche abbandonati da un esecutivo che ha impiegato settimane per scegliere un commissario per la ricostruzione […]. Quanto basta per agitare fin d’ora il pensiero dell’autunno, dato che una legge di bilancio con pochi fondi a disposizione costringerà il governo ad altre scelte dolorose […].

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…