GLI ABUSI DI RIGOR MONTIS - IL “MANIFESTO” DEL BOCCONIANO SPARISCE DAL SITO DEL GOVERNO - POLEMICHE E PROTESTE CONTRO L’USO ELETTORALE DELLE ISTITUZIONI CONVINCONO GLI SPIN NEL FIANCO DEL TASSAMETRO COL LODEN A CANCELLARE IL DOCUMENTO - SEMPRE PIU’ ATTIVO, INTANTO, IL “COMMENDATOR” TONIATO: IL 38ENNE BRACCIO DESTRO DI MONTI PRESENTE A TUTTE LE RIUNIONI - PRONTO UN BEL POSTO IN LISTA? AH SAPERLO…
Paola Zanca per il "Fatto quotidiano"
L'analisi di un anno di governo è già sparita. à rimasta sul sito internet di palazzo Chigi meno di 48 ore: dalle 19 del 31 dicembre fino a ieri pomeriggio. Poi, lo staff di Mario Monti ha deciso di cancellarla. "Era un documento puramente burocratico, materiale raccolto dai vari ministeri - spiega la portavoce del premier Betty Olivi - Ma forse poteva dar adito a retropensieri, non ci avevamo pensato". A ricordarglielo ci hanno pensato le proteste del Pdl, che ieri, con Lucio Malan, era arrivato a chiedere l'intervento dell'Agcom. Ma soprattutto il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano.
Probabilmente, quel documento, il presidente della Repubblica non l'aveva nemmeno visto, ma gli erano bastate le dichiarazioni di Monti del giorno prima. "Il presidente del Consiglio dimissionario - ricordava il Quirinale a San Silvestro - è tenuto ad assicurare entro limiti ben definiti la gestione degli affari correnti". Tutto quello che fa e che dice, aggiungevano dal Colle, deve essere ricondotto "nel solco delle scelte sancite con la fiducia dalle diverse forze politiche che sostenevano il suo governo".
Monti non può mettersi a recriminare le scelte del passato o fare promesse sul futuro. Mentre, per la verità , al di là del burocratese, quel documento sparito dal sito del governo metteva parecchi puntini sulle i. Più che ringraziarli, i partiti che sostenevano il suo governo, li accusava di non avergli fatto fare le riforme che avrebbe voluto, tant'è che la capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ancora ieri lo avvertiva di "non farsi prendere la mano da demagogia e antipolitica".
L'analisi di un anno di governo diceva per esempio che, sui controlli della Corte dei Conti agli enti locali, "si è preferito un ritorno al controllo successivo alla gestione, che insiste sulla logica del recinto chiuso dopo che i buoi sono scappati". E poi prometteva: riduzione della pressione fiscale di un punto percentuale "iniziando dalle aliquote più basse per dare respiro alle fasce più deboli", tagli "selettivi" della spending review senza farsi influenzare dalle "sirene delle lobby". Più che gli affari correnti a cui lo invitava Napolitano, gli affari futuri che lo accompagneranno a Casini e Montezemolo.
Carta canta e, almeno quella, è stata fatta sparire. Ma le tracce del Monti bi-fronte ormai hanno invaso l'etere. Ieri a Radio Anch'io, oggi a UnoMattina. Il regolamento sulla par condicio è pronto per essere votato, ma la Lega ha presentato un emendamento per chiedere che venga abolito "il diritto di tribuna al premier uscente" perchè Monti "si troverebbe ad avere un doppio spazio: uno come ex premier ed uno come candidato premier".
Scrive Nichi Vendola su Twitter che "non dice barzellette come Berlusconi, ma anche Monti ha imparato benissimo uso-abuso mass media". à a lui e al democratico Stefano Fassina che il candidato con l'agenda ha riservato una delle stoccate di giornata: "conservatori", li bolla, mentre lui "vuole cambiare il Paese" anche se il fatto di non essere più "al di sopra delle parti" gli crea "profondo disagio". Fassina gli risponde che sarà dura farlo con la "lista Rotary" che lo sostiene.
A vagliarla sarà "in seconda battuta" quell'Enrico Bondi già nominato commissario alla Sanità nel Lazio. Anche lui oggetto di dure critiche per la scarsa "sensibilità istituzionale" dimostrata. Lo dice lo stesso Fassina, lo sottolinea anche Massimo Mucchetti (vicedirettore del Corriere, ora candidato Pd) secondo il quale è "una scelta che indica la debolezza politica" di Monti.
Il premier dimissionario si circonda degli uomini che lo hanno seguito in quest'anno. Come Federico Toniato, nominato dallo stesso Monti vicesegretario generale di palazzo Chigi e il 2 giugno insignito dell'onoreficenza di Commendatore. Il 38enne, veneto di Camposampiero, era con lui durante le consultazioni per la formazione del governo, un anno fa, e adesso si è seduto al tavolo del vertice che ha ufficializzato la salita in politica di Monti. L'unica che finora ha sentito l'esigenza di tirarsi fuori dalla partita è il ministro Cancellieri. Le sarebbe piaciuto candidarsi ma "ha ritenuto di tenersi al di fuori per gestire le elezioni", spiega lo stesso Monti. E se gli chiedi che ne pensa, risponde: "Credo le sia costato"





