prodi renzi draghi putin obama

SCALFARI INTERVISTA PRODI - “SULLA SIRIA D'ACCORDO CON PUTIN. PER BATTERE L'ISIS ANCHE OBAMA DOVRÀ RAFFORZARE L’ESERCITO DI ASSAD”- “RENZI NON VUOLE UN’EUROPA FEDERALE. SOLO DRAGHI VUOLE GLI STATI UNITI DELLA UE"

VLADIMIR PUTIN E ROMANO PRODIVLADIMIR PUTIN E ROMANO PRODI

Eugenio Scalfari per “la Repubblica”

 

Parlare, anche per chi gli è amico da oltre trent’anni, con Romano Prodi equivale a consultare un atlante storico e geografico del mondo intero, un mappamondo che gira mari, monti e paludi. A me capita spesso questo privilegio e due giorni fa si è ripetuto. Ne riferisco a sua insaputa perché so che aiuterà i nostri lettori ad orientarsi sull’agitata realtà che ci circonda con maggiori informazioni, tutte di prima mano.

SCALFARI PRODI SCALFARI PRODI

 

Prodi ha ricoperto vari ruoli nella sua vita, che è ancora lontana dalla vecchiaia. È stato ministro, presidente dell’Iri, presidente del Consiglio, presidente della Commissione europea ed ora ha incarichi dall’Onu.

 

 

Conosce la Cina, la Russia di Putin, il Medio Oriente, l’Africa maghrebina e quella subequatoriale. E soprattutto conosce l’Europa. Nel nostro incontro ci siamo ripassati tutte queste realtà: cambiano ogni giorno nella crisi di epoca che stiamo attraversando e quindi è utile aggiornarsi con frequenza per non perdere il contatto con la realtà.

 

OBAMA E PUTINOBAMA E PUTIN

«Una crisi d’epoca — mi ha detto — hai ragione. Una crisi d’epoca globale ed è la prima volta che accade perché è la prima volta che investe una società globale. In essa il potere dominante è nelle mani delle grandi reti d’informazione, quelle che di fatto monopolizzano Internet. Sono queste le vere multinazionali: arrivano dappertutto e influenzano largamente l’utenza mondiale, i giovani soprattutto.

 

Ma l’elemento da non perdere di vista è che sono tutte americane, senza eccezione alcuna. Questo non significa che siano influenzate dal governo americano, ma riflettono inevitabilmente la società di quel paese-continente, il suo modo di vivere e le sue contraddizioni, i suoi pregi e i suoi difetti».

prodi jogging prodi jogging

 

È possibile che le multinazionali dell’informazione nascano anche in altri Paesi? L’Europa è un continente che ha una ricchezza notevole, una cultura non certo inferiore a quella americana. Sarebbe dunque perfettamente in grado di creare multinazionali informative. Perché non lo fa?

«Perché i Paesi che la compongono sono disuniti e gli Stati che ne fanno parte se agiscono da soli non sono in grado».

 

 

Tu pensi e ti auguri che nascano gli Stati Uniti d’Europa?

romano prodi a capalbio firma il libroromano prodi a capalbio firma il libro

«Lo penso e me lo auguro, sì, ma penso anche che difficilmente avverrà».

Hai ragione, finora è stato così, ma potrebbe cambiare.

«Ci vorrebbe un Paese forte o un gruppo di Paesi forti che fossero decisi ad agire in quella direzione e una pubblica opinione che li aiutasse a imboccare quella strada. Ma non si vede traccia di tutto ciò».

La Germania. È il Paese più forte e più popoloso del nostro continente ed ha anche fedeli alleati che la seguono sempre.

«Ma ha anche molti avversari».

 

Sì, ma se volesse credo che ce la farebbe.

«Lo credo anch’io ma l’opinione pubblica tedesca e gran parte della sua classe dirigente è decisamente contraria. I tedeschi non soltanto non credono negli Stati Uniti d’Europa, ma non li vogliono. Vogliono una Germania sola.

 

barack obama vladimir putinbarack obama vladimir putin

Hanno accettato l’euro perché lo considerano soprattutto la loro moneta, il marco che ha cambiato nome, tant’è vero che la Bundesbank, la Banca centrale tedesca, si oppone alla politica di Draghi che invece considera l’euro come la vera moneta europea. Draghi è uno dei pochissimi che vuole gli Stati Uniti d’Europa e che utilizza gli strumenti a sua disposizione per spingere su quella strada».

Secondo te ci sono altri personaggi autorevoli che abbiano le medesime intenzioni e dispongono di strumenti altrettanto validi?

«Non vorrei essere troppo pessimista, ma secondo me Draghi è il solo, altri non ne vedo. Forse qualche capo di governo. In Germania ci fu Kohl che aveva in mente l’Europa».

 

DRAGHI SCHAUBLE   4280-a789-2fddfc41b407DRAGHI SCHAUBLE 4280-a789-2fddfc41b407

Tu l’hai conosciuto bene.

«Sì, siamo stati molto amici. Il suo motto era “preferisco una Germania europea ad un’Europa germanizzata”. E aggiungeva: “Non dimenticherò mai che mio fratello è morto in una guerra sciagurata”. Ma di personalità come quella di Kohl oggi ne vedo assai poche. Forse però qualche cosa sta cambiando a causa della crisi Volkswagen. È una crisi talmente devastante che ha messo in causa addirittura l’industrialismo tedesco».

 

prodi sizeprodi size

Ma non mi sembra che possa determinare un mutamento verso l’Europa federale. Da questo punto di vista a me sembra molto più determinante il problema dell’immigrazione.

«Certamente, sono problemi molto diversi ma producono effetti analoghi. L’opinione pubblica tedesca e la sua classe dirigente cominciano a capire che la Germania da sola non ce la fa ad affrontare temi di quella portata. Sono tuttavia mutamenti che non si manifestano immediatamente.

 

La Germania voterà tra due anni e fino ad allora la Merkel deve tener conto dell’opinione pubblica. La crisi Volkswagen da questo punto di vista produce effetti più rapidamente perché agisce soltanto sulla Germania mentre l’immigrazione coinvolge l’Europa intera».

 

Da questo punto di vista la guerra in Siria è un fatto determinante e il suo andamento dipende soprattutto dal rapporto tra Usa e Russia.

mario draghi bazookamario draghi bazooka

«La mia sensazione è che Obama e Putin vadano verso un accordo sulla Siria. All’Assemblea dell’Onu hanno sostenuto tesi totalmente contrastanti tra loro, ma poi hanno avuto un colloquio a quattrocchi di un’ora e mezzo e qualche effetto si è già visto: Putin è d’accordo di attaccare l’Is ma si tratta d’una guerra per procura, nessuna delle due potenze invierà truppe sul terreno. Aerei sì, truppe no. Quindi quel malandato esercito di Assad va rafforzato e ben armato perché quello soltanto dispone di truppe sul terreno.

 

 romano prodi marco damilano romano prodi marco damilano

Putin appoggia Assad, Obama no, ma dovrà rassegnarsi perché con i soli bombardamenti aerei l’Is non sarà battuto. La cosa singolare è che la Russia versa in acque economiche molto tempestose ma nonostante ciò Putin dimostra una forza politica ancora determinante sullo scacchiere occidentale».

È vero e la guerra in Siria chiama in causa anche la questione dell’Ucraina. Un accordo in Siria richiede contemporaneamente un accordo a Kiev.

schaeuble kohlschaeuble kohl

«Di questo tema ho parlato alcuni mesi fa con Putin. Lui una soluzione l’ha già proposta ed ha intenzione di convincere Obama anche su questo punto: l’Ucraina come Stato-cuscinetto e perciò neutrale tra Est e Ovest. Quanto alle regioni russofone le proposte di Putin sono difficilmente accettabili; nel nostro incontro gli ho suggerito di studiare la soluzione che l’Italia adottò sull’Alto Adige».

 

In sostanza Obama e Putin sono le sole potenze dominanti per quanto riguarda l’Occidente. Nella società globale però ci sono anche la Cina e l’India, oltre all’Africa e all’America del Sud.

«La Cina soprattutto».

PRODI GHEDDAFIPRODI GHEDDAFI

Sembra in preda ad una grave crisi economica.

«Come tutto il mondo lo è, ma la crisi cinese non ha effetti maggiori di quanto non sia avvenuto in America e in Europa. Dovrà certo adottare mutamenti nella sua politica economica, bancaria, monetaria. In Europa si stanno manifestando alcuni segnali positivi, in Usa la crisi si è chiusa da tempo ed ora la sua economia è in piena ripresa».

 

 

E l’Italia? Ti sembra in linea con questi problemi? Ti sembra favorevole ad un rafforzamento dell’Europa?

MERKELMERKEL

«La ripresa comincia a manifestarsi anche da noi. È ancora poco percepibile ma segnali di miglioramento ci sono e Renzi è molto bravo nel trasformarli in consenso. Naturalmente è una ripresa economica che non dipende soltanto dalla politica del nostro governo, molto dipende ancora una volta da Draghi. Renzi lo sa e sia pure a mezza bocca lo dice. La posizione di Renzi che non mi è chiara è il suo atteggiamento verso l’ipotesi di un’Europa federale. Quando parla delle emigrazioni sembra auspicarlo. Tu lo ritieni un segnale in quel senso?».

ROMANO PRODI E ENRICO LETTAROMANO PRODI E ENRICO LETTA

 

No, io penso che Renzi non voglia affatto gli Stati Uniti d’Europa, come del resto non li vuole nessun capo di governo europeo. Per tutti loro sarebbe un declassamento. Il caso emigrazione per l’Italia richiede un’Europa più unita su quel punto specifico, ma soltanto su quello.

«Infatti mi è sembrata molto singolare la collera di Renzi verso la Commissione europea quando, di fronte ad alcune osservazioni critiche sulla sua politica fiscale, ha respinto con irruenza che l’Europa non può comandare a casa nostra e non può incidere sulle nostre decisioni economiche. È strano che dica questo perché il “Fiscal compact” è addirittura diventato una legge italiana dopo la ratifica del nostro Parlamento ».

PRODI RENZIPRODI RENZI

 

Questo conferma che Renzi non accetterà mai l’Europa federale.

«E perché gli altri capi di governo sono sulla stessa posizione? Solo la Germania può convertirsi e mirare a quell’obiettivo che darebbe ad essa una dominanza sull’Europa. Di fatto c’è già. Questa però non sarebbe quella Germania europeizzata che auspicava Kohl, ma una Germania al comando dell’Europa che è una situazione alquanto diversa».

RENZI 
PRODI
RENZI PRODI

 

Diversa ma cambierebbe nel tempo.

Quando i nordisti di Lincoln vinsero la guerra contro i sudisti, per molti anni il potere fu degli Stati del Nord, ma poi si diffuse a tutto il Paese. Così avverrebbe anche nell’Europa federale. Se mettiamo insieme Italia, Francia e Spagna esisterebbe un blocco mediterraneo che potrebbe avere gran peso sulla politica della Europa federata.

«È il solo futuro auspicabile, senza il quale i Paesi europei saranno barchette di carta nel mare della società globale, Germania compresa».

prodi, dalema e montiprodi, dalema e montiMATTEO RENZI ROMANO PRODIMATTEO RENZI ROMANO PRODIromano prodiromano prodiROMANO PRODI CORNAROMANO PRODI CORNA

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...