SIETE PRONTI PER IL DONALD-BIS? TRUMP RISCHIA SERIAMENTE DI ESSERE RIELETTO - SECONDO I SONDAGGI, BIDEN PUÒ CONTARE SU 232 GRANDI ELETTORI CONTRO I 219 DI TRUMP (PER ESSERE ELETTI ALLA CASA BIANCA NE SONO NECESSARI 270) - DA ASSEGNARE RESTANO 87 VOTI IN SEI STATI. QUELLI PIU' CONTENDIBILI SONO ARIZONA, NORTH CAROLINA E GEORGIA: PER VINCERE TRUMP DEVE CONQUISTARE TUTTI E TRE PIÙ UNO TRA MICHIGAN, WISCONSIN E PENNSYLVANIA...
Estratto dell’articolo di Roberto D’Alimonte per “Il Sole 24 Ore”
Chi avrebbe potuto immaginare il 6 Gennaio 2021, all’indomani dell’assalto al Congresso, che il prossimo 5 novembre i candidati alla presidenza degli Stati Uniti sarebbero stati ancora Joe Biden e Donald Trump? Eppure, nonostante l’età di Biden e i problemi legali di Trump, sarà così salvo sorprese degli ultimi mesi. Perché? […]
Gli Stati Uniti sono un sistema presidenziale ma a differenza di altri sistemi presidenziali gli elettori non scelgono direttamente il presidente. Scelgono invece 538 grandi elettori collegati a uno dei candidati alla presidenza. È all’interno di questo collegio elettorale che si decide l’elezione. I 538 seggi di questo collegio sono divisi tra i 50 stati più il distretto di Columbia sostanzialmente in base alla popolazione. L’elezione avviene stato per stato. Tranne che nel Nebraska e nel Maine, in ciascuno stato tutti i seggi vengono assegnati al candidato che ottiene un voto più degli altri. Vince chi prende 270 seggi.
MEME SU JOE BIDEN BY DONALD TRUMP
Si può diventare presidente, come è stato il caso di Trump nel 2016 e di Bush nel 2000, senza avere la maggioranza del voto popolare ma solo la maggioranza dei voti nel collegio elettorale. Dunque, è il collegio l’istituzione decisiva per l’elezione del presidente. È qui dentro che va cercata una parte della spiegazione della vittoria di Trump nel 2016, della sua sconfitta nel 2020 e di una sua possibile vittoria nel 2024. Ma all’interno del collegio non tutti gli stati sono decisivi. […]
Poi ci sono i pochi stati dove non prevale stabilmente nessuno dei due partiti. Sono i cosiddetti “Swing States”, gli stati ballerini. In Usa sono chiamati anche “Battleground States”, gli stati dove si svolge la battaglia elettorale.
Come si vede nella mappa delle ultime quattro elezioni presidenziali, gli stati della costa occidentale e quelli del Nord-Est (gli stati del New England) sono gli stati blu, il colore del partito democratico. Gli stati del Sud e la grande maggioranza di quelli che si collocano tra il fiume Mississippi e la costa occidentale sono rossi, il colore del partito repubblicano. Negli ultimi anni questa suddivisione è rimasta straordinariamente stabile.
I cambiamenti sono pochi. A ovest del Mississippi, solo l’Arizona ha cambiato colore nelle ultime quattro elezioni. Nel Sud la Florida è passata nel campo degli Stati rossi mentre in Georgia e in North Carolina il Partito democratico ha cominciato ad erodere il vantaggio storico dei repubblicani. Non è un caso che Biden abbia vinto in Georgia nel 2020, ma per pochissimi voti, e Obama in North Carolina nel 2008.
DONALD TRUMP - JOE BIDEN - IMMAGINE CREATA DA MIDJOURNEY
Dal conteggio restano fuori gli stati di quella che era la Rust Belt, il cuore industriale del Paese. Sono gli stati del Midwest: Pennsylvania, Ohio, Michigan, Wisconsin, Minnesota, Indiana, Illinois. Una volta erano una delle roccaforti del Partito democratico. Oggi non è più così. Buona parte della classe operaia bianca ha abbandonato il Partito democratico. Non diversamente da quanto è successo in Europa i ceti colpiti dalla globalizzazione e dalla rivoluzione tecnologica si sono spostati a destra. Oggi solo il Minnesota e l’Illinois possono essere considerati stati democratici. Gli altri o sono diventati Stati rossi, come l’Ohio e l’Indiana, o sono diventati Stati contendibili come Pennsylvania, Michigan e Wisconsin.
donald trump presenta le sue scarpe 3
Mettendo insieme questi dati possiamo dire che - salvo uno smottamento improvviso delle rispettive basi elettorali - Biden può contare su 232 voti all’interno del collegio elettorale contro i 219 di Trump. Da assegnare restano 87 voti in sei stati. Ai tre stati del Midwest già citati abbiamo aggiunto in questa categoria di stati contendibili Arizona, North Carolina e Georgia.
Per vincere Trump deve conquistare tutti e tre questi ultimi stati più uno tra Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Per Biden non è necessario vincere in Arizona, North Carolina e Georgia. Gli basta vincere in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania.
joe biden donald trump amiconi secondo l'intelligenza artificiale
Ed è proprio in questi tre stati che si sono decise le elezioni del 2016 a favore di Trump e quelle del 2020 a favore di Biden. Se Hillary Clinton avesse vinto in questi tre stati sarebbe diventata presidente. Se Biden avesse perso in questi tre stati, pur vincendo in Georgia e Arizona, non sarebbe diventato presidente.
È tale l’equilibrio tra democratici e repubblicani all’interno del collegio elettorale che il suo funzionamento è diventato una specie di roulette. Infatti le ultime due elezioni citate sopra sono state decise da pochissimi voti.
Nel 2016 Trump ha vinto in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania con uno scarto di meno dell’1 per cento. Nel complesso sono stati 77.744 voti su 136,6 milioni a fare la differenza. Nel 2020 circa 44.000 voti in Wisconsin, Arizona e Georgia. su oltre 150 milioni hanno deciso l’elezione a favore di Biden. Senza questi voti, e quindi senza questi stati, Biden non sarebbe oggi alla Casa Bianca.
Di questi tempi la pallina della roulette è la metafora che più si addice alle elezioni americane. Molto probabilmente sarà così anche il prossimo 5 novembre. E sarà il Michigan a prendere il posto che una volta era dell’Ohio. E qui ci sono 200.000 elettori democratici di origine araba che sono molto arrabbiati con Biden per le sue posizioni considerate troppo filo-israeliane. […]