vladimir putin the economist

"PUTIN STA VINCENDO LA GUERRA?" - IL SETTIMANALE "THE ECONOMIST" SI CHIEDE SE "MAD-VLAD", DOPO IL FALLIMENTO DELLA CONTROFFENSIVA UCRAINA, NON SIA IN UNA POSIZIONE DI VANTAGGIO - L'EX CONSIGLIERE DI PUTIN, SEGEY MARKOV: "AVETE AVUTO UNA FINESTRA LUNGA UN ANNO PER BATTERCI SUL CAMPO, NON L'AVETE SFRUTTATA" - AL CREMLINO GIOISCONO: "GUARDATE I RISULTATI ELETTORALI IN OLANDA. L’EUROPA STA ANDANDO IN UNA DIREZIONE PIÙ FAVOREVOLE PER NOI"

Estratto dell'articolo di Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

PUTIN STA VINCENDO LA GUERRA - THE ECONOMIST

«Guardate che ve lo ha detto Lui in persona…». Sono giorni di buon umore, per Sergey Markov. L’ex consigliere speciale di Vladimir Putin, falco a ventiquattro carati, sostiene che ci siamo persi qualcosa. A suo parere, hanno sbagliato i media occidentali nel prestare poca attenzione al discorso del presidente tenuto 4 giorni fa al Consiglio mondiale dei popoli russi, organismo guidato dal patriarca ortodosso Kirill e ampiamente finanziato da Kostantin Malofeev, il miliardario sovranista, nostalgico dell’Impero zarista, fondatore del canale televisivo ultranazionalista Tsargrad.

 

Anche a rileggerlo oggi con il senno di poi, non sembrava ci fosse nulla di nuovo, o di politicamente rilevante. Errore, secondo l’ineffabile Markov, che fino al 2019 è stato l’uomo che Putin spediva in Polonia o in Ucraina a trattare con i vicini di casa più ostili. «La vera novità di quel discorso era l’intonazione, carica di una fiducia sincera. Un modo per dire che il tempo del pessimismo è finito, ormai è chiaro che la Russia non è un perdente, ma un leader mondiale nella lotta contro il male globale. Per questo è stato un discorso importante: ha reso ufficiale la cristallizzazione della nostra ideologia in questo conflitto con l’Occidente. Indietro non si torna, i fatti ci stanno dando ragione».

 

VLADIMIR PUTIN CON EVGENIJ PRIGOZHIN

Una settimana fa, durante la sua abituale striscia televisiva della domenica, Dmitry Kiseliov, il padre putativo di tutti propagandisti, amico personale di Putin, si è lasciato andare. «Guardate i risultati elettorali in Olanda — ha detto —. L’Europa sta cambiando velocemente, e sta andando in una direzione sempre più favorevole a noi».

 

Il concetto di vittoria si presta a molte interpretazioni. Ma non è solo l’Economist a chiedersi se infine, quasi due anni dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale, Putin stia vincendo. Lo stanno facendo in molti, a cominciare dai diretti interessati. «Non ci sarà nessun accordo tra Russia e Ucraina». Con un articolo sul sito Actual comment, torna a farsi sentire Vladislav Surkov, il presunto mago del Cremlino, vice primo ministro dal 2011 al 2013, tra i principali ispiratori della recente politica russa nei confronti di Kiev. Un articolo sprezzante: «L’anno prossimo sarà quello della completa disfatta e della disorganizzazione dello “Stato” fantoccio ucraino».

 

VLADIMIR PUTIN AL G20

Lasciamo perdere i toni. Ma appare indubbio che in Russia qualcosa è cambiato. Il pessimismo che dopo il tentato putsch di Evgenij Prigozhin si intuiva anche nelle analisi dei principali quotidiani è evaporato. Adesso i commenti oscillano tra «l’indubbia posizione di vantaggio» nella quale si trova il Cremlino, e l’elogio della stabilità, in vista delle prossime elezioni presidenziali.

 

Tutto nasce, come per primo ha fatto notare il Wall Street Journal, dal mancato successo della controffensiva ucraina, che a Mosca viene imputato alla cronica debolezza dell’Occidente. «Avete avuto una finestra lunga un anno per batterci sul campo» dice beffardo Markov. «Non l’avete sfruttata perché in fondo non ci avete mai creduto. Ora, si è chiusa».

 

vladimir putin 1

Almeno in Russia, il resto non conta. L’impatto delle sanzioni, spesso usato come contro-argomento a questa tesi, è sovrastimato dalle nostre parti. L’inflazione galoppante colpisce soprattutto il ceto medio delle grandi città, ininfluente ai fini del consenso. Come scrive su Le Monde lo storico Sergey Chernyshev, «almeno due terzi del popolo russo non ha avuto danni da questa guerra, perché le cose andate perdute non le aveva mai avute neanche prima». [...]

vladimir putin con kim jong un 5viktor orban e vladimir putin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...