PIERINCASINANDO CASINI - DOPO LE “MACERIE” DI IERI, STAMATTINA SEPPELLISCE IL TERZO POLO: “ONORE A CHI VI HA PARTECIPATO, MA ORA IL GIOCO È DIVERSO”. POI RICHIAMA I GIORNALISTI: “SONO MESI CHE VE LO DICO” (MA DE CHE?) - CHIUSA L’ALLEANZA CON FINI E RUTELLI, VUOLE ALLARGARE A SOCIETÀ CIVILE E SINDACATI - PERFINO I VESCOVI GLI HANNO VOLTATO LE SPALLE: “IL BIPOLARISMO È SALDO NEGLI ITALIANI” - SE LO RIPRENDERA’ BERLUSCONI?…
TERZO POLO:CASINI,ONORE A LUI,MA OGGI GIOCO E' DIVERSO
(ANSA) - "Il Terzo Polo è stato fondamentale, onore a chi vi ha partecipato, ma oggi siamo in un nuovo campo, in una nuova stagione e il gioco è diverso". Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, a margine dell'assemblea di Confcooperative. "Se altri ritengono - prosegue - che le cose vadano bene così, vadano avanti".
Casini 'richiama' i giornalisti e spiega loro che non è affatto una novità la sua richiesta di andare oltre il Terzo Polo. "Mi dispiace che quando parlo siate così disattenti - afferma - ho detto le cose che dico da mesi: il Terzo Polo non è sufficiente per rappresentare l'esigenza di novità e di cambiamento che viene dal Paese. E' il segno di una forza stabilizzante, di cui c'é bisogno per non finire come Atene.
CASINI: A FORZA DI PARLARE DI ALLEANZE POLITICA SI DISTRUGGE
(ANSA) - Quali alleanze per il polo della nazione, dopo il "flop" dell'alleanza Casini-Fini-Rutelli alle amministrative? "A forza di parlare di alleanze, la politica si sta distruggendo", elude la domanda il leader Udc Pier Ferdinando Casini a margine dell'assemblea di Confcooperative. "Meglio riprendere un bel viaggio in Italia e occuparsi del territorio - prosegue -. Un itinerario di tre giorni a settimana fuori da Roma è quello che mi propongo".
BONDI A CASINI, MODERATI INSIEME CON PROGETTO CREDIBILE
(AGI) - "Le riflessioni ad alta voce dell'On. Casini sono importanti, innanzitutto perche' prendono atto dell'esistenza di un fronte comune della sinistra, potenzialmente maggioritario ma ancora impreparato ad assumere responsabilita' di governo, di fronte al quale tutte le forze moderate dovrebbero avvertire il dovere storico di contrapporre un credibile progetto moderato, rispettoso delle singole autonomie politiche, nell'ambito di un nuovo bipolarismo non muscolare ma fondato su una politica dei contenuti". Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.
1 - L'AMAREZZA DI CASINI "SIAMO FRA LE MACERIE"
Paolo Festuccia per "la Stampa"
à scontento Pier Ferdinando Casini. Lo dice chiaro e tondo. Anche se l'Udc «è cresciuto», i partiti tradizionali sono stati sconfitti, e soprattutto, i «moderati sono sotto un cumulo di macerie e esplode l'antipolitica». Il giorno dopo il leader Udc tira le somme. Spiega ai giornalisti, che «c'è da andare molto oltre l'Udc, molto oltre il terzo polo», che bisogna riflettere.
«In politica - sottolinea - ogni tanto bisogna fermarsi a pensare». Casini guarda oltre la tornata amministrativa. Il crollo del Pdl se per un verso incoraggia il lavoro terzopolista, dall'altro preoccupa non poco i dirigenti dell'Udc che credono di perdere, comunque, «un interlocutore a destra, capace di rafforzare la loro forza contrattuale anche con il centrosinistra». Ma Pdl a parte nell'Udc assicurano che «d'ora in avanti si guarderà alla società civile, a uomini e protagonisti dell'associazionismo, dell'impresa, ma anche del sindacato, della Cisl».
Questa la strada tracciata. Già avviato con l'azzeramento delle cariche del mese scorso. Diversamente, «la coperta si fa corta», spiegano quelli del Fli, soprattutto per il terzo polo. Un terzo polo che fatica, «che segna un colpo a vuoto - ammette Benedetto Della Vedova - perché da tempo raccontiamo che stiamo costruendo un opzione politica nuova, diversa, ma che poi nelle liste non c'è». Insomma, le alleanze a geometrie variabili non producono effetti.
«La prospettiva c'è - spiega Della Vedova ma se fai una cosa la gente deve vederla». à chiaro, dice Francesco Rutelli «che nelle urne amministrative lo spazio per opzioni politiche diverse dai due blocchi è molto ristretto», ma ribatte l'esponente del Fli, che «il Terzopolo là dove c'era ha ottenuto risultati»: da Cuneo a Genova o all'Aquila. Ed è su questo, che Casini vuole riflettere. Anche perché, sostiene un editoriale di ItaliaFutura, la Fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, ora diventa «urgente aprire un nuovo cantiere dei moderati, liberali, democratici, popolari e riformisti».
Anche perché, aggiunte ItaliaFutura, «il clima in Italia e in Europa è tale che Grillo e il grillismo rappresentano la faccia pulita e spesso ingenua di una protesta e di un populismo che altrove, nel continente, assume connotati ben più preoccupanti. Demonizzare Grillo è ingiusto e sbagliato, superarlo è urgente e fondamentale». Argomenti che tocca pure Rutelli accennando, però, «che i tempi difficili della crisi non si affrontano mettendoli in mano ai populisti».
L'appello, dunque, è all'unione. Basterà ? «Per ora spiegano dal Fli - il soggetto unitario cui si pensava è un po' più in salita. Casini ha capito che essere leader di una "cosa" grossa non è gratis, ma va fatta...E lo stesso Casini lo sa...». Al punto che al Tg1 della sera Casini chiarisce: «Il Terzo polo è stato importante per chiudere l'esperienza Berlusconi ma non è assolutamente sufficiente per rappresentare l'alternativa chiesta dagli italiani».
Quindi le alleanze: «Non interessa assolutamente entrare nella foto di Vasto, ma nemmeno inseguire la Lega per le valli padane». E, comunque, «se qualcuno pensa che da questo risultato elettorale derivi il togliere la fiducia al governo Monti non ha capito che questo sarebbe l'atto finale, esiziale della politica».
Insomma, il governo non si tocca, ma sul fronte politico si riaffaccia il partito della nazione. Con tutti i rischi di riforma sulla legge elettorale. Tema che non sfugge a Francesco Pionati (Adc): «Casini può cambiare tutti i nomi che vuole ma queste elezioni dimostrano l'inesistenza del Terzo Polo e la tenuta del sistema bipolare. Per questo la riforma elettorale contro il bipolarismo è già archiviata».
2 - ANCHE LA CEI S'INTERROGA SULLA DISFATTA DEI MODERATI
Andrea Tornielli per "la Stampa"
L' analisi ragionata di quanto emerso dal voto amministrativo sarà il cardinale Angelo Bagnasco a farla, nella prolusione che pronuncerà aprendo i lavori dell'assemblea generale dei vescovi italiani il prossimo 21 maggio. Ma la liquefazione del Pdl, l'affossamento del Terzo polo, l'onda lunga dei grillini e la tenuta del Pd erano dati in qualche modo attesi dalle gerarchie cattoliche. I vertici della conferenza episcopale non hanno mai creduto a progetti terzopolisti: «L'idea di un terzo polo è definitivamente caduta e la Cei - spiega alla Stampa una fonte autorevole - da tempo ha compreso che ormai il bipolarismo è saldo nel Dna del nostro Paese».
Il Papa e lo stesso Bagnasco hanno continuato negli ultimi anni a invocare una nuova generazione di politici cattolici. Ora però «serve una nuova generazione di politici, non soltanto cattolici. Il risultato delle urne è un giudizio preciso innanzitutto sul mancato rinnovamento del Pdl, un bagno d'umiltà che dovrebbe far riflettere sulla necessità di volti e idee nuove». Dopo mesi di segnali contrastanti e di «stop and go», la Cei, più che preoccuparsi di favorire la nascita di un nuovo soggetto politico cattolico, attira l'attenzione sul segnale rappresentato dall'astensionismo e dalla crescita dell'«antipolitica».
Per quanto riguarda l'affermazione del movimento di Beppe Grillo, le gerarchie sembrano voler sospendere il giudizio, vogliono valutare le diverse situazioni, evitare letture sommarie e affrettate. «Il dato che emerge, nonostante tutto, è che i moderati nel nostro Paese sono ancora maggioranza e che i cattolici devono abituarsi a navigare in mare aperto insieme agli altri facendo valere le loro posizioni e difendendo i loro valori nei due schieramenti».
«Non mi permetto di analizzare il voto - spiega il vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri - e attendo di conoscere le riflessioni che il cardinale Bagnasco proporrà all'assemblea della Cei. Un dato però mi sembra vada segnalato, ed è il venir meno della preoccupazione per il bene reale del popolo. Dobbiamo domandarci se questa politica sia ancora capace di occuparsi dei problemi reali della gente. I cristiani devono mettere il tema dell'educazione alla base delle loro iniziative, altrimenti non sorgerà mai la tanto invocata generazione di politici cattolici».
Di «vuoto» al centro della scena politica ha parlato Marco Tarquinio, direttore di «Avvenire», nell'editoriale di commento dei risultati elettorali, segnalando una «duplice questione». Da una parte «la riarticolazione e la rappresentanza di quell'area moderata che, da sempre, è cruciale per l'equilibrio (o lo squilibrio) del nostro sistema sociale e politico ed è tradizionalmente decisiva per il governo e l'utile sviluppo del Paese». Dall'altra «la vocazione e le priorità di quell'area di sinistra» che «si è ripetutamente scoperta o sconfitta o incapace di visione condivisa e quindi di azione di governo».
Un'analisi del voto è stata messa in pagina ieri pomeriggio anche da «L'Osservatore Romano», a firma di Marco Bellizi, che parla di «messaggi chiari» per tutti i partiti di governo; segnala gli evidenti «sentimenti di insoddisfazione dell'elettorato» determinati «dal giudizio sull'intero sistema politico e sulla mancanza di nuovi progetti per il Paese».
Significativa la sottolineatura positiva nei confronti di Monti: «Il governo tecnico sembra essere riuscito a opporre una cortina di ferro al propagarsi dell'incendio antisistema e antieuropeo che ha giocato il suo ruolo nelle elezioni di altri Paesi. Da queste consultazioni, l'esecutivo sembra uscire rassicurato sulle sue chances di arrivare al termine della legislatura».
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