DI NUOVO, VOLO DI STATO - QUALI URGENZE HANNO COSTRETTO SACCOMANNI A RAGGIUNGERE STAMATTINA IL LUSSEMBURGO CON UN BEL VOLO “BLU”?

DAGOREPORT
Di nuovo, volo di Stato: dopo la precisazione dell'8 giugno (vedi i lanci di agenzia a seguire), in contrasto con la sua spending review, Saccomanno Saccomanni ha raggiunto stamattina il Lussemburgo con un bel volo "blu".

VOLI STATO: PRECISAZIONE MINISTRO SACCOMANNI, USATI AEREI DI LINEA
(ASCA) - 8 giugno 2013 - ''Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, utilizza abitualmente per i propri spostamenti treni e voli di linea. Il Ministro ha utilizzato voli di stato esclusivamente in due occasioni, per conciliare impegni istituzionali domestici e internazionali altrimenti incompatibili''. Lo afferma un comunicato del ministero dell'Economia aggiungendo che ''la prima circostanza e' stata il 10 maggio, per partecipare al G7 a Londra.

Saccomanni per tutta la mattinata e' stato trattenuto a Roma per incontri legati all'attivita' di governo e l'utilizzo del volo di stato gli ha consentito di arrivare appena in tempo per l'inizio della riunione. La seconda volta e' stata il 13 maggio, quando il ministro ha utilizzato il volo di stato da Firenze a Bruxelles (dove era previsto l'Ecofin), dopo aver partecipato al Seminario di governo a Spineto. In entrambi i casi il Ministro e' rientrato con aerei di linea''.


BANCHE: ECOFIN DISCUTE 'FALLIMENTO ORDINATO', PAESI DIVISI
ANSA.it - La Commissione Ue spinge per un accordo sullo schema di 'fallimento ordinato' delle banche, che mettera' fine all'intervento dei soldi pubblici nei salvataggi degli istituti in difficolta', ma gli Stati sono pieni di dubbi e di 'linee invalicabili' e l'Ecofin di venerdi' a Lussemburgo si va gia' delineando come una maratona negoziale in cui i ministri cercheranno un compromesso per non rischiare di finire in stallo e rimandare a dopo l'estate il prossimo passo dell'unione bancaria.

Lo schema da utilizzare per salvare un istituto in crisi, e gli strumenti finanziari da utilizzare, sono i punti ancora aperti del negoziato che i ministri affronteranno venerdi'. Lo scheletro del meccanismo in discussione e' il seguente: quando una banca e' in crisi, vengono coinvolti nelle perdite (il cosidetto 'bail-in') gli azionisti, gli obbligazionisti (prima senior e poi junior), e poi i depositi, fatti salvi quelli sotto i 100mila euro. Se non dovesse bastare a reperire risorse, interviene il 'fondo di risoluzione' o il 'depositor guarantee scheme' (DGS), due nomi che indicano la stessa cosa, cioe' un fondo creato con soldi delle banche, ma il primo sarebbe un fondo unico europeo, il secondo un insieme di schemi nazionali.

I Paesi sono divisi su quasi tutti gli aspetti: la Francia vuole un'ampia flessibilita' sui passivi esigibili, cioe' vuole tenere fuori dal 'bail-in' tutti i depositi, l'Italia vuole tenere fuori azionisti e obbligazionisti (per evitare ripercussioni sul piazzamento di bond delle banche), e vorrebbe quindi che il salvataggio pesasse di piu' sul fondo. Ma sul fondo e' la Germania che frena.

A tutto questo si lega la decisione che invece spetta all'Eurogruppo di domani sulla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell'Esm, il fondo salva Stati, necessaria per non far pesare sui debiti sovrani il salvataggio delle banche.

Il tetto del contributo Esm dovrebbe essere tra i 50 e 70 miliardi di euro. E' una partita parallela a quella del meccanismo di risoluzione perche' l'Esm entrerebbe in campo solo come soluzione finale, qualora cioe' non fossero sufficienti tutte le soluzioni che coinvolgono i fondi delle banche, ovvero bail-in e fondo di risoluzione.

 

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