beppe grillo yoga

LO SMEMORATO DI GENOVA – MENTRE IL PARLAMENTO S’INFIAMMA PER IL COLPO DI MANO SULLA MANOVRA BEPPE GRILLO EVITA DI PARLARE DI POLITICA – EPPURE NEL 2014 SBRAITAVA CONTRO RENZI: “IL GOVERNO NON SI AZZARDI A PRESENTARE AL SENATO IL MAXIEMENDAMENTO SULLA LEGGE DI STABILITÀ. ROBA DA DITTATURA CON LA VASELINA”. ORA NON C’È MANCO QUELLA…

Francesco Cramer per “il Giornale”

 

beppe grillo no tav

Rinfreschiamo la memoria del guru Beppe, comico dalla titanica faccia di tolla, che in queste ore sul suo blog sermoneggia sulla «solitudine nei giorni di Natale». Grillo prende spunto dal caso del giovane disabile che ha pregato il calore di un' amicizia sul web: l' occasione per frinire su «felicità», «emarginazione», «affetto».

 

La politica? Zero. Eppure il Parlamento s' infiamma per il colpo di mano (quasi) senza precedenti ad opera dei suoi sgherri Di Maio & C. La legge più importante dello Stato scritta, sequestrata, riscritta, imposta alle Camere senza dibattito con il voto di fiducia. Applausi. E da Grillo neppure un «fri fri».

 

BEPPE GRILLO CON LA MANINA

Occorre però ricordare al comico, forse intossicato da panettone e champagne, ciò che lui stesso scriveva esattamente quattro anni fa. 18 dicembre 2014, governo Renzi. Il premier porta in Parlamento la legge di bilancio e, come sempre, dalle opposizioni è diluvio di emendamenti. Tattica parlamentare. Ma i tempi stringono e così il «ducetto» di Rignano blocca l' esame del provvedimento in commissione Finanze del Senato e propone un maxiemendamento che stralcia 20 proposte di modifica inserite in commissione.

 

beppe grillo con roberto fico e virginia raggi

Apriti cielo: Grillo schiuma di rabbia e dal blog avverte: «Il governo non si azzardi a presentare al Senato il maxiemendamento sulla legge di Stabilità». Non solo. La medaglia d' oro dell' ipocrisia continua: «Non si azzardi a farlo poi passare in fretta e furia con l' ennesimo voto di fiducia e farlo ratificare alla Camera senza dibattito e senza un esame approfondito delle norme». Della serie: il bue che dà del cornuto all' asino.

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Il paraguru non si ferma mica qui. Testuale: «Non è accettabile che il governo imponga al Parlamento e al Paese una legge di stabilità stravolta con emendamenti localistici e microsettoriali che rispondono a puri interessi personali della maggioranza e che, soprattutto, vanno a modificare i saldi della legge di bilancio».

beppe grillo luca bergamo speraggio 8

 

La faccia di tolla si fa minacciosa: «Il M5s è pronto a dare battaglia pur di impedire questo ennesimo atto di arroganza che priva il Parlamento delle sue legittime prerogative. Abbiamo già avvertito i presidenti di Camera e Senato e i presidenti della commissione Bilancio: se non ci faranno discutere il testo nel merito, li faremo rimanere qui finanche a Natale».

 

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettorale

I pentastellati dettano alle agenzie di stampa la nota ufficiale: «Vergogna, non sappiamo ancora cosa conterrà il testo del maxiemendamento su cui il governo porrà la fiducia, costringendo il Parlamento a votare a scatola chiusa un provvedimento che ha effetti concreti sulla vita dei cittadini. Vergogna». E Barbara Lezzi, ora ministro, choccata e inviperita: «Così non si può più andare avanti».

 

Ma è sempre il Grillo furioso a usare le metafore più colorite: «Votare di notte come i ladri con un presidente del Senato senza dignità un testo con parti addirittura mancanti. Ieri notte è andata in onda l' ennesima pagliacciata di una Repubblica in mano a golpisti e tangentari. Roba da dittatura con la vaselina». La sua rischia di essere più dolorosa ancora: cioè senza.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…