silvio berlusconi magistrati toghe giustizia processo processi tribunale

CHE BEFFA PER IL CAV: SOLO ORA CHE NON C'È PIÙ, LE TOGHE SARANNO COSTRETTE A PASSARE L'ESAME DELLO STRIZZACERVELLI – NELLA SUA LUNGA BATTAGLIA CONTRO LA MAGISTRATURA (“UN CANCRO DA ESTIRPARE”), IL CAV NON ERA RIUSCITO A IMPORRE I TEST PSICOATTITUDINALI PER I MAGISTRATI, COME HA FATTO ORA LA MELONI – CECCARELLI: “ALLA BASE DI TUTTO C’È LA FRASE CHE BERLUSCONI PRONUNCIÒ A VILLA LA CERTOSA NEL 2003: ‘QUESTI GIUDICI SONO MATTI! PER FARE QUEL LAVORO DEVI ESSERE MENTALMENTE DISTURBATO, DEVI AVERE DELLE TURBE PSICHICHE. SONO ANTROPOLOGICAMENTE DIVERSI DALLA RAZZA UMANA’”

Estratto dell’articolo di Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

Berlusconi in tribunale

Per l’esattezza della cronaca, ma un po’ anche per la memoria di un intero Paese e di tutti noi, alla base dei test psicoattitudinali c’è la seguente frase che Silvio Berlusconi pronunciò a Villa La Certosa negli ultimi giorni di agosto del 2003 in una conversazione con due giornalisti del settimanale britannico The Spectator: «Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa perché lo sono politicamente; secondo, sono matti comunque. Per fare quel lavoro – spiegò l’allora presidente del Consiglio devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente (in italiano nel testo originale) diversi dalla razza umana».

 

Berlusconi in tribunale

Sempre per la cronaca, in quell’occasione il Cavaliere aveva chiaramente straparlato, come spesso gli accadeva senza che mai si capisse bene se le sue parole rispondevano a un lucido calcolo o se gli fossero scappate di bocca, in quel caso insieme a un giudizio che ampiamente sdrammatizzava il ruolo di Mussolini nella Storia. Particolare curioso: a raccogliere le sue parole, oltre al biografo del duce Nicholas Farrell, c’era il futuro premier inglese Boris Johnson, allora direttore dello Spectator.

 

[...]

 

SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE

Da poco il premier in carica aveva definito la magistratura “un cancro da estirpare” e a giugno gli avevano predisposto un vero e proprio scudo giudiziario, il cosiddetto lodo Maccanico-Schifani.

 

[...]  L’intervista suscitò quindi un prevedibile pandemonio: la reazione dell’Anm fu una specie di sciopero; l’opposizione e girotondisti si stracciarono le vesti; mentre Berlusconi mise in atto una delle sue classiche e quindi spudorate marce indietro, per cui un po’ provò a smentire il testo degli inglesi, un po’ fece dire al suo portavoce Bonaiuti che si trattava di dichiarazioni fatte «sul filo del paradosso » e un po’ lasciò che il fido Bondi lodasse «il coraggio del premier che dice a voce alta ciò che gli italiani pensano».

 

SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE

Forse non tutti ricordano che nella smentita Silvione aveva esagerato attribuendo il contenuto dell’intervista allo champagne che i due britannici si sarebbero scolati a Villa Certosa, ma quelli risposero che purtroppo si era bevuto tè freddo.

 

Sia pure senza certezze, una qualche riprovazione dovette arrivare anche dal Quirinale, che più cautamente la rese pubblica dopo alcuni giorni. Eppure nei primi mesi del 2004, in sede di riforma dell’ordine giudiziario del ministro Castelli, ritornò la tentazione di presentare i provvedimenti delle procure come frutto di possibili disturbi mentali e turbe psichiche, per cui vennero previsti i test psicoattitudinali per i magistrati.

 

BERLUSCONI IN TRIBUNALE

Di nuovo si oppose l’Anm e, se è per questo, anche la Società Psicanalistica Italiana, oltre al vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni. I cosiddetti alleati di Berlusconi, cioè Fini e i centristi democristoidi, però nicchiavano. Forse anche allora si mosse discretamente Ciampi; fatto sta che nell’articolato, al posto dello psicotest comparve dapprima un generico “esame di idoneità attitudinale” che sapeva di acqua fresca; poi cascò il governo, nel 2006 il Cavaliere perse le elezioni e la verifica della presunta follia dei magistrati restò a lungo fuori dall’agenda governativa.

 

SILVIO BERLUSCONI STRINGE LA MANO A ILDA BOCCASSINI

In compenso, quasi vent’anni dopo l’intervista allo Spectator, quando Berlusconi con notevole insistenza prese a marcare visita al processo Ruby ter presentando e accampando i più vari motivi e pretesti, i giudici chiesero di sottoporre lui a una perizia anche psicologica, sdegnosamente rifiutata in quanto “lesiva della sua storia e della sua onorabilità”. A riprova che spesso la legge è una cosa, la vita è un’altra e la politica un’altra ancora, ma quando si intrecciano è sempre un guaio per tutti.

PDL BERLUSCONI TRIBUNALE MILANO berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitolail feretro di silvio berlusconi passa davanti al tribunale di milano

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