big raggi vallini

ROMA VIRGINIANA - LA RAGGI METTERA’ ORDINE NEL CAOS DELL’IMU DEGLI ISTITUTI RELIGIOSI, COME PROMESSO IN CAMPAGNA ELETTORALE? IN BALLO CI SONO DAI 200 AI 600 MILIONI - IL CARDINALE VALLINI: “SE QUALCHE SOGGETTO ECCLESIASTICO È CHIAMATO A PAGARE E NON PAGA, IL SINDACO FA BENE SE LO FA PAGARE”

1. Marzio Laghi per “Il Tempo

 

virginia raggi maurizio gasparrivirginia raggi maurizio gasparri

Lo aveva promesso in campagna elettorale. E, ora che lei è diventata sindaco di Roma, Oltretevere tremano. «Solo dalla riorganizzazione e dal censimento degli immobili comunali si recuperano 200 milioni - aveva detto Virginia Raggi - e se si fa pagare l'Imu alle strutture del Vaticano usate per esercizi commerciali, come anche il Papa ha detto essere giusto, ne arriverebbero altri 400».

 

La risposta è arrivata ieri durante la presentazione di un concerto nell’ambito delle iniziative giubilari. «I principi della responsabilità del pagamento dei tributi competono a tutti e dunque anche alla Chiesa. Io posso dire che il Vicariato di Roma così come il Vaticano e la Santa sede, perchè il termine Chiesa è molto generico, pagano i tributi di ciò che viene svolto in strutture che non sono direttamente attinenti - ha affermato il cardinale vicario della Diocesi di Roma, Agostino Vallini - Sono convinto che il nuovo sindaco, nel rispetto delle norme dei patti internazionali, si renderà conto che tutto ciò che è riconosciuto alla Chiesa debba essere riconosciuto».

 

VIRGINIA RAGGI ACEAVIRGINIA RAGGI ACEA

Insomma, già paghiamo quello che dobbiamo e, quindi, non chiedeteci di più. Vallini ha poi precisato che «se c'è qualche soggetto ecclesiastico in qualche modo afferente alla Chiesa che è chiamato a pagare e non paga, il sindaco fa bene se lo fa pagare». Il richiamo alle parole di papa Francesco non è peregrino.

 

A metà settembre, alla vigilia dell’Anno Santo, Bergoglio era stato chiaro, anche se non aveva pronunciato mai la parola «Imu». Il Pontefice aveva spiegato che i conventi devono essere utilizzati per motivi squisitamente religiosi e, se vengono trasformati in hotel, allora «è giusto che paghino le tasse come tutti gli altri.

 

Alcune congregazioni dicono: "no, ora che è il convento è vuoto faremo un hotel, un albergo: possiamo ricevere gente e con ciò ci manteniamo e guadagniamo denaro" - aveva aggiunto il Papa durante l’intervista a una radio portoghese - Bene, se desideri questo, paga le imposte. In caso contrario, il business non è pulito».???

 

L’Ici introdotto dal governo Amato nel 1992 prevedeva l'esenzione degli enti no-profit e destinati al culto, definizione dietro la quale ci sono molte strutture ricettive legate al Vaticano. L’8 marzo 2004 la Cassazione stabilisce che il benefit vale solo per quegli immobili appartenenti ad enti ecclesiastici che però non svolgano attività commerciali.

VIRGINIA RAGGIVIRGINIA RAGGI

 

Ad occuparsi del problema sono anche il terzo governo Berlusconi nel 2005 e il secondo governo Prodi nel 2006. Il promo snobba la sentenza degli «ermellini» e nella legge 203 del 2005 scrive che l'esenzione è applicabile a prescindere «dalla natura eventualmente commerciale delle stesse». Prodi, con il decreto 223 del 2006, decide di mettere in pratica l’esenzione «se l'attività è esercitata in maniera non esclusivamente commerciale», cioè se nel convento si ospitano turisti ma si svolgono anche funzioni religiose.

 

CARDINALE VALLINICARDINALE VALLINI

Nel 2008 il centrosinistra perde palazzo Chigi e torna Berlusconi, che abolisce del tutto l’Ici, iniziativa che, su iniziativa dei radicali, porta la Commissione Ue ad aprire un’indagine. Questo spinge l’esecutivo e il Vaticano a studiare una via d’uscita. Ma nel 2011 se ne va anche il Cavaliere e arriva Mario Monti con il suo governo tecnico, di cui fa parte anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.

 

Con il suo decreto «salva-Italia», il professore bocconiano anticipa l'entrata in vigore dell'Imu ma i privilegi fiscali della Chiesa restano intatti. Nel febbraio 2012 c’è la legge. Ma sembra redatta per fare confusione, non chiarezza. Gli enti assistenziali e sanitari cattolici sono esclusi dal pagamento dell'Imu se le prestazioni costano meno della metà di quelle gestite da strutture non religiose sullo stesso territorio.

 

Idem per le strutture alberghiere. Mentre le scuole paritarie cattoliche sono esentate se la loro attività procura «corrispettivi tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo del servizio». A fine 2012 la Commissione Ue da l’ok ai regolamenti del governo Monti.

 

IGNAZIO MARINO E IL CARDINALE AGOSTINO VALLINIIGNAZIO MARINO E IL CARDINALE AGOSTINO VALLINI

 

2. Antonio Angeli per “Il Tempo

 

Il rapporto tra gli istituti religiosi e il fisco per anni è stato oggetto di gossip, illazioni e anche qualche barzelletta finché, nel 2014 Riccardo Magi, presidente (all’epoca, oggi segretario nazionale) di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma, ha chiesto dati e cifre all’amministrazione capitolina.

 

Gli uffici del Comune ci misero un anno e mezzo a rispondere, ma, nello scorso agosto è emersa la realtà: il 40 per cento delle circa 300 strutture alberghiere gestite da religiosi (con i comfort e i prezzi degni di un hotel a 4 stelle) non ha mai versato l’Imu e un altro 20 per cento lo versa irregolarmente. Un terzo di queste inoltre non paga nemmeno la Tasi e Tari.???

 

A bordo anche uno dei carimonieri Il cardinale vicario di Roma Vallini Majella Agnelo brasiliano Il cardinale Eijarticle A bordo anche uno dei carimonieri Il cardinale vicario di Roma Vallini Majella Agnelo brasiliano Il cardinale Eijarticle

I contenziosi aperti con il Comune sono tantissimi, per un totale di quasi 20 milioni di euro di tasse mai versate. Non solo: l’elenco con 297 strutture ricettive, di proprietà e/o gestite da Enti e Istituzioni religiose inviato dai radicali al Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale con la richiesta di informazioni in merito alla regolarità nel pagamento degli oneri tributari dovuti in base alla legislazione vigente, è stato compilato attingendo al sito www.turismoroma.it, gestito dal Dipartimento Turismo, alla voce Case per Ferie.

 

E ancora oggi, andando a sfogliare il sito è possibile trovare la descrizione di tante e tante strutture oggetto dell’inchiesta. I nomi non lasciano dubbi della vocazione «religiosa», ma i prezzi, nella maggior parte dei casi, appaiono allineati con il mercato romano del turismo.???

 

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C’è, ad esempio la Casa per Ferie Piccole Ancelle di Cristo Re, presa come campione dal dossier, con un contenzioso di 320 mila euro; le Figlie di San Giuseppe, 576 mila euro; le Orsoline della Sacra famiglia, 334 mila; la congregazione delle Mantellate Serve di Maria, 1.163.000. Nel documento diffuso dall’Ufficio Stampa Radicali Italiani si legge: «Il primo dato che si evince è che delle 297 strutture trasmesse (in realtà l’elenco era di 299 strutture, due sono risultare essere un duplicato), ben 81 di esse (circa il 27% dell’elenco fornito) non risultano inserite e censite nei data base comunali (strutture fantasma) e 193 rientrano nell’elenco del Dipartimento Turismo. Le rimanenti 8 strutture rientrano in altre tipologie di strutture ricettive, escluse dal presente studio».

 

E ancora: «Un secondo incrocio di dati ha permesso l’eliminazione di duplicati e delle restanti anomalie, per cui si è giunti a 189 strutture presenti nei database del Dipartimento Risorse Economiche (circa il 64%) della lista inviata. I controlli sono stati effettuati su una lista di circa 273 strutture (189 fornite + altre presenti nel database del Dre), con un totale di 246 soggetti». Ma il «trucco», dov’è? Si chiedono i radicali. La risposta è semplice: nell’ambiguità di una legge che lascia troppe maglie aperte. I soggetti titolari per non pagare le tasse dovrebbero dimostrare di svolgere un’attività «non commerciale» e di praticare tariffe dimezzate rispetto alle media della zona in cui operano.???

 

ICI ALLA CHIESAICI ALLA CHIESA

Dovrebbe apparire evidente la non lucrosità, ma come «prova» è sufficiente un’autocertificazione, così il comune dovrebbe andare a controllare, a fondo, una per una le situazioni. Un regolamento ambiguo che sembra studiato per alimentare il contenzioso ed eludere le tasse. «Ci accusavano di voler colpire il terzo settore - ha dichiarato Magi - ma qui siamo di fronte a veri e propri alberghi che fanno concorrenza sul mercato a strutture private».

 

Le procedure non facilitano il lavoro del fisco locale che il più delle volte viene portato in giudizio dinanzi alla commissione regionale. I soggetti destinatari di azioni di recupero per evasione o elusione di Ici e Imu nel periodo 2012-2015 sono stati 233 per un importo stimato di 19,1 milioni di euro. Irregolari sono risultati 152. Il lavoro, spiegano i radicali, «non ha la pretesa di fornire un campione statistico, ma rappresenta un’indagine» che va approfondita.

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