MAI DIRE RAI! ARRIVA LA RIFORMA DI RENZI CHE MANDA IN PENSIONE LA COMMISSIONE DI VIGILANZA! DIMEZZATI I CONSIGLIERI RAI, CHE VENGONO NOMINATI DA UNA FONDAZIONE. E ANCHE IL CANONE VIENE TAGLIATO, A 65 EURO

Marco Conti per “Il Messaggero”

 

L’argomento è scivoloso, non porta consensi - salvo non si parli di riduzione del canone - ed è in grado di scatenare lobby trasversali da far impallidire quelle già in campo contro il pacchetto di liberalizzazioni. Eppure per Matteo Renzi «il tempo è scaduto» e la riforma della Rai non è più rinviabile.

MILLENNIUM RAI3 MATTEO RENZIMILLENNIUM RAI3 MATTEO RENZI

 

«Al prossimo consiglio dei ministri ci occuperemo di Rai e scuola», ha spiegato ieri l’altro il presidente del Consiglio, confermando un suo vecchio assioma. Ovvero che il ruolo del servizio pubblico deve essere quello di «un’azienda innovativa, produttrice di cultura».

 

DIVIETO

Stabilito il nesso, utile per spiegare l’interesse dell’esecutivo per una riforma in grado di sottrarre la Rai al controllo dei partiti, viene però il difficile. Soprattutto perché l’argomento è di stretta pertinenza del Parlamento e qualunque schema di riforma dovrà passare per le forche caudine di partiti, di maggioranza e opposizione, che non sembrano voler mollare l’osso.

 

antonello giacomelliantonello giacomelli

Vie brevi, decreto in testa (smentito da palazzo Chigi), oltre a doversela vedere con il Quirinale, non renderebbero più facile il compito dell’esecutivo il quale - calendario alla mano - è già in ritardo per scongiurare che la commissione di Vigilanza non provveda a rinnovare a giugno il consiglio d’amministrazione di viale Mazzini con le regole della Gasparri.

 

Una legge, quest’ultima, che alla fine va bene a tutti perché permette ai i partiti di nominarsi un consigliere ciascuno. Per ora in Parlamento è depositato solo uno schema di riforma, a firma di Michele Anzaldi, che riprende il progetto-Gentiloni. Ovvero la scelta della governance dell’azienda dovrebbe essere affidata ad una fondazione che nomina i consiglieri.

 

Il nodo da risolvere è quello che Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, chiama «la fonte di legittimazione delle nomine in Rai». Per spezzare il rapporto tra partiti e nomine, senza venir meno al concetto di servizio pubblico, il progetto renziano parte dalla cancellazione dei poteri che ha in materia la commissione di Vigilanza e da una struttura operativa molto agile composta da un amministratore delegato e da un direttore generale.

MICHELE ANZALDIMICHELE ANZALDI

 

Il primo si dovrà occupare in particolar modo dei conti, il secondo del prodotto. La scelta dei quattro-cinque consiglieri d’amministrazione potrebbe essere affidata ad una fondazione (sul modello del trust inglese) che sottoporrebbero i candidati al vaglio del presidente della Repubblica che farebbe ciò che la Regina fa da decenni in Gran Bretagna.

 

Al modello Bbc, almeno a parole, tutti sostengono di riferirsi per sottolineare il ruolo di servizio pubblico che la Rai deve riscoprire vista anche l’esistenza di un canone. Il progetto di dimezzare il canone, e introdurlo nella bolletta dell’energia, è ancora in piedi anche se sconta lo scarso entusiasmo delle aziende che dovrebbero sostituirsi alla Rai nel ruolo di esattori.

 

Rai Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone Rai Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone

Tagliare il canone, portandolo a 65 euro, non dovrebbe ridurre il gettito finale incassato dalla Rai, visto che l’imposta sconta un’altissima evasione. Nel giro di un paio di settimane lo schema di riforma elaborato da palazzo Chigi dovrebbe arrivare al Senato composto di pochissimi articoli e dalla richiesta di una corsia preferenziale. Tutto nel tentativo di chiudere la riforma prima dell’estate in modo da anticipare anche il rinnovo della convenzione che scade il prossimo anno.

 

TAGLI

luigi gubitosi e consorteluigi gubitosi e consorte

I sei mesi impiegati per varare il piano di riassetto con le due newsroom proposto da Luigi Gubitosi, infittiscono il partito degli scettici. Ma Renzi non intende mollare e vuole «accompagnare il lavoro di riorganizzazione gestionale con una scommessa alta di natura culturale perché la Rai è il più grande asset da mettere al servizio di una idea di Italia nel mondo».

 

Di fatto una smentita, quella di Renzi, a coloro che hanno sostenuto sino a qualche giorno fa che Gubitosi lavorasse in perfetta solitudine al riassetto interno. Giovedì prossimo il cda della Rai si riunirà a Milano per valutare il piano delle 2 newsroom - comprese le 17 correzioni chieste dalla Vigilanza e alle quali stanno lavorando Nino Rizzo Nervo, Luigi de Siervo, Valerio Fiorespino e Francesco Nardella - che piace anche al grillino Fico perché «con gli accorpamenti e le newsroom non si perde il ruolo dell’informazione» e visto anche la riduzione dei direttori (due invece di otto) e dei vicedirettori (12 e non 32).

LUIGI DE SIERVOLUIGI DE SIERVO

 

Tra le richieste della Vigilanza i criteri di selezione dei direttori di testate con meccanismi «di evidenza pubblica». Ovvero una sorta di bando, aperto all’esterno, per decidere chi andrà a dirigere le due newsroom. Un problema in più per gli attuali direttori.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...