LE RANDELLATE DI DRAGHI AI GOVERNATORI ("C'È CHI TRASCURA GLI ANZIANI PER FAVORIRE ALTRE CATEGORIE") LASCIANO IPOTIZZARE CHE, SENZA UNA CORREZIONE DI ROTTA, LO STATO POSSA FAR VALERE LA CLAUSOLA DI SUPREMAZIA VERSO LE REGIONI: "TUTTI DEVONO ATTENERSI ALLE PRIORITÀ INDICATE DAL MINISTERO DELLA SALUTE" - "QUELLO CHE ABBIAMO DA IMPARARE SULLE VACCINAZIONI È CHE UNA VOLTA CHE ABBIAMO UNA LOGISTICA EFFICIENTE, E L'ABBIAMO, CON MENO REQUISITI FORMALI E CON UN MAGGIOR PRAGMATISMO, SI ARRIVA ANCHE AD UNA MAGGIORE VELOCITÀ…"
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
Mario Draghi striglia le Regioni. In modo duro, inedito, perché alcune differenze nell' attuazione del piano vaccinale sono «inaccettabili». Soprattutto se si scaricano sul diritto degli anziani, degli over 80, ad essere vaccinati prima degli altri.
L'affondo del capo del governo è esplicito, affronta un argomento che ha fatto discutere negli ultimi giorni, quello di presunti favoritismi verso categorie che non avrebbero diritto: «Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».
francesco paolo figliuolo fabrizio curcio 2
Ma nonostante la gravità di alcuni contesti il presidente del Consiglio continua a ritenere che non occorre uno scontro, né tantomeno far valere quella clausola di supremazia dello Stato verso le Regioni cui pure accenna subito dopo.
Se ne esce solo alzando il livello della collaborazione e il rispetto delle regole: «Dobbiamo essere uniti nell' uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti. Tutte le Regioni devono attenersi alle priorità indicate dal ministero della Salute. In tempo di pandemia, anche se le decisioni finali spettano al governo, come ha ricordato anche una recente sentenza della Corte Costituzionale, sono pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni, in nome dell'unità d' Italia, il successo sarà pieno».
Nel discorso al Senato, poi replicato alla Camera, sul vertice europeo che inizierà oggi Mario Draghi annuncia anche alcune attività. Sui numeri delle vaccinazioni: «Il governo intende assicurare la massima trasparenza ai dati sui vaccini e renderà pubblici tutti i dati sul sito della Presidenza del Consiglio, Regione per Regione, categoria di età per categoria di età».
Sulle riaperture delle scuole: «Mentre la campagna di vaccinazione prosegue è bene cominciare e pensare e a pianificare le riaperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell' infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua».
il commissario figliuolo si vaccina
Resta l' obiettivo di arrivare a 500 mila vaccinazioni al giorno: «L' accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo, la media giornaliera delle somministrazioni è stata di quasi 170.000 dosi al giorno, più del doppio dei due mesi precedenti.
Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca, che sono state in parte compensate con un aumento delle vaccinazioni con Pfizer. Ma il nostro obiettivo è portare presto il ritmo di somministrazioni a mezzo milione al giorno. Se paragonate al resto d' Europa, le cose qui già ora vanno abbastanza bene. Certo c' è stata una gran delusione dei cittadini europei, forse sono stati commessi errori, ma non è questo l'importante, ora bisogna guardare avanti, qui da noi abbiamo un Commissario straordinario che è bravissimo».
vaccinazioni all'hotspot dell'allianz stadium di torino 1
Ma abbiamo anche da imparare da chi sta facendo meglio e più in fretta di noi, come la Gran Bretagna: «Ovviamente hanno iniziato due mesi prima, per i noti motivi. Ma lì si utilizza un gran numero di siti vaccinali e un gran numero di persone è abilitato a somministrare i vaccini. Nonché ovviamente il richiamo della seconda dose è stato spostato nel tempo rispetto a quanto avviene in Europa. Insomma quello che abbiamo da imparare è che una volta che abbiamo una logistica efficiente, e l'abbiamo, con meno requisiti formali e con un maggior pragmatismo, si arriva anche ad una maggiore velocità».
Infine un accenno alle pressioni europee sulle case farmaceutiche, nel giorno in cui la Commissione vara una stretta regolamentare sull' export di vaccini prodotti nella Ue: «In sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni contrattuali. L'Unione Europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento per l' esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio. Questo regolamento fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell' Ue, in particolare verso Paesi che non versano in condizioni di vulnerabilità, e riteniamo, e lo abbiamo dimostrato, che va applicato quando necessario».
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In sintesi: altri blocchi alle esportazioni non sono da escludere, anzi diventano probabili visti i nuovi di criteri di reciprocità negli scambi dei vaccini e di proporzionalità rispetto alle diverse situazioni sanitarie decisi dalla Commissione.
Il capo del governo rende anche omaggio al Parlamento, al valore delle comunicazioni che precedono il Consiglio europeo: «Queste discussioni internazionali, se hanno un passaggio parlamentare come questo o come altri, vengono recepite non come soluzioni di élite ma come soluzioni ampiamente condivise con tutta la democrazia, con tutta la società di questo paese. Quindi un grazie anche per questo».
Fra il discorso al Senato e quello alla Camera, nel pomeriggio, si svolge un altro appuntamento rituale alla vigilia del Consiglio europeo, il confronto del premier e dei ministri competenti con il Capo dello Stato, che però per la prima volta non si svolge in presenza al Quirinale ma con una teleconferenza. Poi c' è anche il capitolo della politica estera.
Draghi annuncia che subito dopo Pasqua farà un viaggio in Libia, per sostenere il nuovo percorso di unità nazionale: «L' obiettivo è di arrivare alle elezioni all' inizio di dicembre. Nel frattempo è necessario che il cessate il fuoco venga rispettato e quello che sembra è che ci sono sviluppi incoraggianti. Qui è abbastanza chiaro che l'Italia difende, in Libia e non solo, i propri interessi nazionali e la cooperazione internazionale nel campo della sicurezza con i suoi partner strategici, non ci devono essere timori reverenziali verso nessuno». E per chi avesse dubbi, Draghi ricorda che «nel corso della mia vita, mi pare di aver sempre dimostrato estrema indipendenza nella difesa dei valori fondamentali dell' Europa e della nazione».