1. RE GIORGIO PROVA A CHIUDERE LA PARTITA DELLA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE A MODO SUO. NON DETTA LEGGE, MA LA CORREGGE, FORTE ANCHE DEL FATTO CHE LE SUE OSSERVAZIONI VENGONO ACCOLTE DAI PARTITI COME UN PRE-GIUDIZIO DI COSTITUZIONALITÀ 2. IL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLO SCOCCARE DEL 35% NON GLI PIACE PROPRIO – TEME CHE IL BANANA RELOADED LO POSSA RAGGIUNGERE TROPPO FACILMENTE – E ALLORA HA FATTO SAPERE AL ROTTAM’ATTORE CHE SAREBBE OPPORTUNO ARRIVARE ALMENO AL 38% 3. IL CAINANO INVECE TEME IMBOSCATE IN CASO DI BALLOTTAGGI, RESISTE AI “CONSIGLI” DI RE GIORGIO MA ALLA FINE ALMENO A UN 37% PARE CHE SI ARRIVI, IN CAMBIO DI UN RITOCCO CHE GLI SALVI LA LEGA NORD. E TRA EMENDAMENTI DELLA DISPERAZIONE E QUALCHE FRANCO TIRATORE, L’ITALICUM ARRIVERÀ IN QUALCHE MODO A DESTINAZIONE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - I NUMERI GIUSTI SONO QUELLI SULLA RUOTA DI BELLA NAPOLI
Il re è tornato, il re non se n'è mai andato. Non si può dire, perché dopo Capodanno ha deciso di lasciare il palcoscenico a Renzie e al redivivo Banana, ma Re Giorgio sta provando a chiudere la partita della riforma della legge elettorale a modo suo. Non detta legge, ma la corregge, forte anche del fatto che le sue osservazioni vengono accolte dai partiti come un pre-giudizio di costituzionalità.

Il premio di maggioranza allo scoccare del 35% non gli piace proprio - teme che il Banana Reloaded lo possa raggiungere troppo facilmente - e allora ha fatto sapere al Rottam'attore che sarebbe opportuno arrivare almeno al 38%. Il proprietario di Farsa Italia invece teme imboscate in caso di ballottaggi, resiste ai "consigli" di Re Giorgio ma alla fine almeno a un 37% pare che si arrivi, in cambio di un ritocco che gli salvi la Lega Nord.

Tra emendamenti della disperazione e qualche franco tiratore, l'Italicum arriverà in qualche modo a destinazione. Troppi vincitori attendono di intestarselo: Renzie, il Banana, Re Giorgio il silente e perfino Alfanayev, che ha evitato il peggio e sta tornando all'ovile. Ma il segretario del Pd, proprio in queste ore in cui l'intesa finale sembra a un passo, sta facendo tutti i calcoli possibili con le varie soglie e gli apparentamenti e si chiede se i migliori sondaggi li ha lui o il Cavaliere.

Passare come quello che si fece la legge elettorale "su misura", rilanciando il Banana, per poi perdere rovinosamente le elezioni sarebbe uno smacco che farebbe dimenticare perfino il famoso "rigore a porta vuota" fallito da Bersani.
In tutto ciò nessuno sembra fare i conti con il primo partito italiano: quello dell'astensione. Alle ultime elezioni, alla Camera non hanno votato 11 milioni e 600 mila persone, un quarto abbondante degli aventi diritto. Il "Renzusconi" in salsa napolitana sarà capace di riportare la gente alle urne? Una riforma della legge elettorale si dovrebbe giudicare anche da questo.

2 - EMOZIONE ITALICUM
Dunque, forse ci siamo o forse no. I giornaloni di Lor signori tengono coperto il mazziere del Colle e si concentrano sulle due ballerine di prima fila. Sincero ottimismo sulla Repubblica dei renziani che titola a tutta prima: "Legge elettorale, pronto l'accordo. Telefonata Renzi-Berlusconi: la soglia per il premio sale al 37%, via libera alla norma salva-Lega. Oggi il sì definitivo all'intesa". Il Messaggero parla di "Nuovo patto Renzi-Berlusconi" (p. 1), ma spiega che "per Matteo Silvio non può chiedere di più: è l'ultima offerta o salta tutto" (p. 3).

Più prudente il Corazziere della Sera, per il quale siamo "vicini all'intesa" (p. 1) e che racconta così le mosse di Renzie: "La partita del segretario: Angelino e Silvio decidano, qui si chiude o si rompe. ‘Sono ore decisive, non avremo altre chance'. Il sindaco spinge per chiudere sulle riforme per poter poi ‘dettare' anche l'agenda di governo" (p. 5). Ah già, abbiamo un governo.

3 - AGENZIA MASTIKAZZI
Adriano Celentano: "Il sindaco ha fatto bene a vedere il Cavaliere" (Stampa, p. 6)

4 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Il Corrierone delle banche, fatta una lunga riflessione, torna sulla vendita del 40% di Poste con un editoriale di Francesco Giavazzi che stronca totalmente l'operazione come "finta privatizzazione" (p. 1). Argomentazioni stringenti e sensate, come sempre, ma poi l'economista dei poteri marci si tradisce quando arriva al punto cruciale, quello che interessa le banche private.

"Le Poste sono una ragnatela di posizioni dominanti. Hanno un numero di sportelli superiore a Banca Intesa, che li ha dovuti ridurre per favorire la concorrenza. Attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, il risparmio postale è investito nella Tesoreria dello Stato, non a tassi di mercato, ma a interessi negoziati". Giavazzi propone quindi il modello tedesco, con Postbank che fu scorporata dalle poste e venduta a Deutsche Bank prima della privatizzazione.

Ma al di là della sete di vendetta delle banche private nei confronti del Banco Posta, per il governino di Lettanipote quello che conta è che ieri Standard&Poor's ha reso noto le sue stime sulla crescita del Pil italiano da qui al 2016: mezzo punto percentuale l'anno, ovvero molto meno di quanto immaginato da Er Gelatina Saccomanni al momento di confezionare la legge di Stabilità per i sovrani di Bruxelles.

Sembra assai probabile che nel giro di un mese il Tesoro sarà costretto ad ammettere che sforeremo sui parametri deficit/pil e debito/pil e l'Italia rischia un ulteriore declassamento dall'outlook "negativo" sul rating "BBB". Una nuova ondata di "privatizzazioni" sono la risposta, triste e insieme confusa, a questi nodi che stanno venendo al pettine. I nodi di conti sballati.

E sempre in materia di (verità) supposte, titolo da incorniciare sul Corriere di oggi, in prima pagina: "Sì sull'Imu oppure si paga". Poi dicono che il casino è tutta colpa di Saccodanni.

5 - NANO UNCHAINED
Mentre la "svolta" sul caso Ruby dura 24 ore, con il ministro marocchino che si rimangia la storia della maggiore età, un Fitto invece è per sempre. E va immediatamente all'attacco del Pupino Toti: "Non è lui il capo di Forza Italia. Non ci caccerà. Non si può archiviare un gruppo dirigente che ha fatto battaglie straordinarie, non è lui il capo partito. Chi ipotizza scissioni mi offende. No a elezioni in tempi brevi, ma battaglia su tasse, casa, Sud" (Repubblica, p. 8).

Sempre su Repubblica, giusto spazio alle baruffe femminili per stare intorno a Papi Silvio. "De Girolamo: Pascale cerca santi in paradiso. Dalle deputate di Fi coro di no al rientro dell'ex ministro. E lei attacca: che tristezza". E Filippo Ceccarelli racconta: "Tra gelosie e post politica, nel cerchio magico di Silvio scoppia la guerra delle donne. La compagna di Berlusconi ha un potere ormai autonomo e incassa il plauso o quantomeno il silenzio delle altre. L'aspirante regina parla a Nunzia in modo crudo, in nome della fedeltà al Capo. Si esprime così la crisi del patriarcato, ma anche la sua estrema resistenza" (p. 9)

6 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Ma le parole misurate, e dal ritmo morbidamente algebrico di Toti hanno il sapore lieve, eppure dal solco profondo, d'una dichiarazione ponderata che riflette la furbizia avvolgente del berlusconismo prima maniera, quel modo di vivere la vita e la politica spesso come un equivoco ma più spesso ancora come un fatto semplice, e demo cristianamente pacifico (anche nei confronti dell'ex delfino Angelino Alfano). Eppure Toti non si presenta nemmeno come un inerme stinco di santo pronto per la promozione a reliquia. Nel partito un ruolo vuole averlo, anzi lo ha già: ‘La persona a fianco di Berlusconi'". Foglio in festa perché nell'intervista di ieri al Corriere il Pupino Toti non ha sparato cazzate.

7 - HANNO SCOPERTO MASTRAPASQUA!
Festival dell'ipocrisia, nella Roma potentona, intorno a Multiplex-Mastrapasqua. Da incorniciare questo titolo di Repubblica: "Mastrapasqua, l'Inps apre un'indagine. La difesa contesta i Nas: ‘Regolari le fatture cedute'. Pd: rivedere governance dell'ente" (p. 10). Ah sì? E dov'era anche il Pd nella scorsa legislatura, quando in commissione fu raggiunto l'accordo per cambiare la governance dell'Inps e poi non se ne fece nulla?

E improvvisamente si scopre che anche il funereo Mastrapasqua ha una moglie con la passione delle poltrone pubbliche. Come scrive oggi Repubblica, la signora Maria Giovanna Basile, commercialista nativa di Avellino, "colleziona una ventina di incarichi, dalla Rai all'Aci" e in vari gruppi che lavorano nella sanità (p. 10).

Intanto il ministro Giovannini, quello che Renzie rimanderebbe volentieri all'Istat, spinge sul pedale del freno: "Aspetto la fine dell'istruttoria" (Corriere, p. 14). Bravo, aspetta. Aspetta e compulsa le rassegne stampa. Sulla Stampa di Torino, per esempio, si può leggere che "L'indagine si allarga. Nel mirino dei pm l'accordo a firma Polverini con cui la Regione favoriva i rimborsi all'ospedale israelitico" (p. 13).

Mentre il Cetriolo Quotidiano è sulla stessa linea di questo modesto sito: "Mastrapasqua sta fregando Letta. L'inchiesta sul presidente Inps sarà archiviata e ora il premier non sa più come farlo fuori" (p. 4).
Messaggero come sempre in difesa del commercialista lettiano (tendenza zio Gianni): "Mastrapasqua: nessun conflitto, i crediti ceduti all'Inpdap" (p, 9).

8 - LA BELLA POLITICA DELLE REGIONI
Ultime dal famoso federalismo feudale, specialità tutta italiana: "La Sardegna alluvionata regala soldi a Mediaset. La Regione paga 950 mila euro per un reality girato su una barca. ‘E' per il turismo': ma non l'ha visto nessuno. Nemmeno la conduttrice" (Cetriolo Quotidiano, p. 8).

9 - NON DISTURBATE PIAZZETTA CUCCIA
Il sospetto che una decina di clienti istituzionali abbiano ricevuto soffiate su un paio di operazioni (il collocamento di azioni Banca Generali e Milano Assicurazioni risparmio) curate da Mediobanca ha portato ieri la Finanza a ispezionare gli uffici di Piazzetta Cuccia a caccia di prove. Il Corriere della Sera dà un senso al "merito di credito" della indebitatissima Rcs usando gli idranti: "Ispezione Consob in Mediobanca. Indagine su due collocamenti. Verifiche sugli investitori di Banca Generali e Milano Assicurazioni. Piazzetta Cuccia: ‘E' un'indagine amministrativa. L'istituto ha agito come intermediario negoziatore" (p. 25). Insomma, passava di lì per caso.

10 - SORGENIA, L'ENERGIA CHE TI SBANCA
Uno non può nemmeno godersi una dorata e meritata pensione, in questo cavolo di Paese. Il Sor-genio De Benedetti era tanto contento delle gesta imprenditoriali del figlio Rodolfo, quello allergico all'editoria ma assai portato per le "diversificazioni", che aveva quasi fatto un passo indietro.

Ma ora, con Sorgenia che secondo il socio austriaco Verbund varrebbe addirittura zero, pare che Cidibbì meriti di tornare in pista. Lo scrive il Foglio (p. 3) al termine di una precisa quanto agra ricostruzione: "Industrie che finiscono in vacca. Il caso Sorgenia, pupilla offuscata del sistema De Benedetti. L'energia dell'Ingegnere e del figlio Rodolfo stretta tra combustibili tradizionali e ‘green': ora vale zero. Storia triste di investimenti eccessivi, troppa fiducia negli incentivi di stato, errata valutazione del futuro energetico. Si dice ora che CDB si trasferisce di nuovo nel ponte di comando, ma è ormai troppo tardi e il rischio familiare è di doverci mettere soldi freschi, visto il cratere del debito" (2,2 miliardi)

11 - ULTIME DA UN POST-PAESE
"L'intercity in bilico che spaventa la Liguria. ‘Fate presto o sarà un'altra Concordia'. ‘Un disastro anche per il festival di Sanremo" (Repubblica, p. 17). Fabio Fazio dovrà passare dal Tenda? Questi sì che sono problemi.

 

 

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