TANTO INDAGARE PER NULLA - ANCHE SE IL TRIBUNALE DOVESSE CONDANNARLO A CINQUE ANNI PER LA COMPRAVENDITA DI SENATORI, BERLUSCONI È IN UNA BOTTE DI FERRO: IL REATO VA IN PRESCRIZIONE TRA OTTOBRE E NOVEMBRE

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitolaberlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitola

È una richiesta pesante — 5 anni di condanna — quella che la Procura di Napoli ha formulato ieri per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo per la cosiddetta compravendita di senatori, che sarebbe avvenuta — secondo l’accusa — nel 2007 provocando la caduta del governo Prodi.

 

Il processo, che si basa sulle dichiarazioni dell’allora senatore De Gregorio che ha rivelato di essere passato dalla maggioranza all’opposizione dopo un pagamento da parte del leader azzurro, avvenuto tramite l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola (per il quale sono stati chiesti 4 anni e 4 mesi), arriverà a sentenza l’8 luglio.

BERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA jpegBERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA jpeg

 

Una condanna rappresenterebbe l’ennesimo colpo all’immagine di Berlusconi, che ha da poco finito di scontare la sua pena ai servizi sociali per la condanna Mediaset, anche se l’effetto concreto sul suo status e sulla sua libertà dovrebbe essere nullo. Infatti la prescrizione per il reato è prevista per l’autunno, tra ottobre e novembre, e dunque è escluso che si possa andare oltre il primo grado di giudizio. Una circostanza che i suoi legali hanno evidenziato più volte. E per questo la rabbia del Cavaliere resta.

 

BERLUSCONI LAVITOLA MARTINELLI FEDERICA GAGLIARDI BERLUSCONI LAVITOLA MARTINELLI FEDERICA GAGLIARDI

Raccontano i suoi che sapesse già da tempo come sarebbe finita: «E’ tutto scritto, e ancora una volta tornano ad attaccarmi appena torno da protagonista», lo sfogo nei giorni scorsi. Tradotto poi, nero su bianco, in una nota indignata: «Quella della Procura di Napoli è una richiesta che confligge con la realtà e con tutte le risultanze processuali, in linea con la tradizione dei peggiori processi politici». E, stavolta, Berlusconi si appella direttamente al tribunale che dovrà giudicarlo nel quale confida che «voglia rapidamente ristabilire la verità dei fatti e pronunciare una sentenza totalmente assolutoria».

SERGIO DE GREGORIO E SIGNORA resize SERGIO DE GREGORIO E SIGNORA resize

 

La sua linea di difesa, d’altronde, è sempre stata la stessa fin dall’inizio: «nessuna forzatura, nessuna corruzione, ma solo convincimenti politici hanno portato esponenti dell’allora maggioranza a passare all’opposizione».

 

E su questo tasto hanno battuto i suoi avvocati sia durante il processo, sia con una specifica istanza che è stata presentata alla Giunta per le autorizzazioni della Camera per chiedere di stabilire «l’insindacabilità» in merito al processo, dichiarando «coperti da immunità» i fatti dell’inchiesta. Non si può insomma, è la tesi di Berlusconi, sindacare sulle libere scelte politiche e parlamentari di deputati e senatori.

 

sergio de gregorio a servizio pubblico sergio de gregorio a servizio pubblico

I suoi legali poi contestano nel merito l’intera ricostruzione dell’accusa: «Tutti i testimoni e tutte le prove documentali hanno dimostrato la totale inconsistenza dell’assunto accusatorio. Lo stesso De Gregorio ha dovuto ammettere che la sua adesione al centrodestra era un ritorno a casa e le sue azioni politiche erano svincolate dalle asserite dazioni di denaro, peraltro del tutto sfornite di ogni prova», scrivono Coppi, Cerabona, Ghedini e Larosa, definendo la richiesta «assurda».

 

SILVIO BERLUSCONI E SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI E SERGIO DE GREGORIO

E insomma non è un bel giorno quello che segue l’incontro con Salvini, che è stato di disgelo ma ancora interlocutorio per quanto riguarda leadership e strutturazione della lista unica del centrodestra, con Berlusconi a rivendicare il ruolo centrale del suo partito, con accenni a ipotesi possibili quali quelle di un ticket (Salvini e una donna?) o un esponente della società civile. Si è parlato di posizioni comuni da prendere, anche sul no alle sanzioni alla Russia, dove oggi (salvo cambi di programma) Berlusconi volerà per incontrare Putin e rimanere fino a domenica. Saltando così l’ennesima convocazione a Bari come testimone al processo sulle escort, prevista per domattina.

 

 

 

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