ursula von der leyen giuseppe conte (1)

EUROPA DA RECOVERY – L’EMISSIONE DI TITOLI DEL PIANO "SURE" SARÀ STATA PURE UN SUCCESSO, MA QUELLA DEL “NEXT GENERATION EU” SLITTA A GIUGNO - TRADOTTO, DEI FANTASTILIARDI DELL’EUROPA CHE AVREBBERO DOVUTO PARARCI IL CULO NON ARRIVERÀ MANCO UN CENTESIMO PER ALTRI OTTO MESI - PD E M5S SI SPACCANO ANCHE IN EUROPA, CON I GRILLINI CHE VOTANO INSIEME A FRATELLI D’ITALIA E LEGA CONTRO IL MES...

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Federico Capurso per “la Stampa”

 

La palla del Mes rimbalza ancora, nervosa, nel campo della maggioranza. Il tentativo è quello di disinnescare il pericolo di una spaccatura, tra Movimento 5 stelle e Pd, in vista del confronto in Parlamento che dovrebbe arrivare a fine novembre. Anche perché un possibile epilogo - tutt' altro che rassicurante - arriva dal Parlamento europeo, dove le delegazioni di Pd e M5S si dividono per due volte sul Mes.

 

klaus regling

Prima sull' articolo 7 della risoluzione per le politiche economiche europee per il 2020, in cui la linea di credito collegata al Meccanismo di stabilità viene annoverata tra gli strumenti in dote agli Stati membri per fronteggiare la crisi: i Cinque stelle votano, insieme a Fratelli d' Italia, a favore di un emendamento della Lega per sopprimere l' articolo 7, mentre i Dem si schierano tra i contrari. Poi, di nuovo, si ritrovano su fronti opposti al momento del voto sull' intera risoluzione: bocciata dai grillini, approvata dal Pd.

giuseppe conte roberto gualtieri

 

I Dem, alla fine, escono vittoriosi in entrambi i casi, mentre i pentastellati rivendicano il loro No al Mes. Ma la questione, a Roma, è diversa e porta con sé il peso delle preoccupazioni di Giuseppe Conte per la tenuta del gruppo grillino. Timori che, con diverse sfumature, vengono condivisi anche nel Pd.

 

Ne è un segno la reazione tra i Dem alla notizia che arriva sempre da Bruxelles - anticipata da La Stampa - della conferma per giugno della data di emissione dei titoli legati al Recovery fund. Al di là dell' esito del negoziato, dunque, prima dell' estate non sarà disponibile nemmeno un centesimo del Next generation Eu.

 

roberto gualtieri luigi di maio

Sarebbe un colpo difficile da incassare per i Cinque stelle, che hanno sempre chiesto agli alleati di lasciar perdere il Mes e concentrarsi invece «sui soldi che arriveranno dal Recovery fund». E i Dem avrebbero una sponda per alzare il pressing. Invece i toni, da una parte e dall' altra, si affievoliscono.

 

Conte Ursula Stati Generali

Il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri, ai microfoni di Radio 24, torna ad allinearsi al segretario Nicola Zingaretti e si dice «favorevole al Mes, perché l' ho negoziato io e non presenta condizionalità».

 

Klaus Regling

Ma aggiunge anche: «Spiego un fatto tecnico che il presidente del Consiglio ha spiegato, ovvero che il beneficio per l' Italia dell' utilizzo del Mes non sono 37 miliardi aggiuntivi, ma i risparmi di interessi: 300 milioni all' anno». Restano «una somma significativa», sottolinea Gualtieri, ma il sottotesto è che forse, tutto sommato, non valgono il prezzo di una crisi.

zingaretti gualtieri

 

Di Maio coglie la palla al balzo e poco dopo interviene con un post sui social citando proprio il ministro Dem: «Da 37 miliardi a 300 milioni di euro c' è una bella differenza -scrive -. È giusto e corretto dire che i 37 miliardi del Mes non sono una borsa piena di soldi che ci stanno regalando per costruire nuovi ospedali o nuove terapie intensive. Piuttosto, il Mes (come qualsiasi altro fondo di prestito) servirebbe a finanziare spese già in bilancio».

 

ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 1

Anche lui, però, si affretta a gettare acqua sul fuoco: «Con questo non voglio alimentare alcuna polemica. La maggioranza che sostiene il governo è solida e forte e il mio auspicio è che si lavori sui temi, indipendentemente dagli schieramenti di parte». Gli risponde, giocando anche lui di fioretto e non di sciabola, il vicesegretario Dem Andrea Orlando: «Il Mes non è una bandiera né una questione ideologica, non è la soluzione a tutti i mali, ma penso che sia una discussione assolutamente utile, che non vada fatta in modo ideologico. Dire mai al Mes significa privarsi di una strada».

 

ANDREA ORLANDO

Poi, uscendo dal Nazareno, invita a guardare «qual è lo strumento più utile e poi decidiamo. Se qualcuno non considera utile il Mes, indichi un' altra strada». Si cerca un equilibrio. Tanto che anche il nuovo Intergruppo parlamentare "Mes subito", al di là della pervicacia del nome, fa già sapere che eviterà di portare in Aula mozioni che possano provocare pericolose spaccature.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?