LE REGOLE PER I TEST PSICO ATTITUDINALI DEI MAGISTRATI LE SCRIVERÀ IL CSM (DI CUI MATTARELLA E’ PRESIDENTE). VIENE COSI’ ESTROMESSO IL MINISTRO NORDIO - IL TESTO FINALE È STATO MODIFICATO RISPETTO ALLA BOZZA ANCHE GRAZIE ALLA VIGILANZA DEL COLLE - COME DAGO DIXIT, MATTARELLA VUOLE FAR SENTIRE LA SUA PRESENZA AL GOVERNO IN OGNI CIRCOSTANZA POSSIBILE, IN VISTA DELLE EUROPEE - I MAGISTRATI LEGGONO LA RIFORMA DEL GOVERNO COME UN CEFFONE NEI LORO CONFRONTI E PREPARANO RICORSI PER INCOSTITUZIONALITÀ...
SERGIO MATTARELLA E CARLO NORDIO AL CSM
Concetto Vecchio per la Repubblica - Estratti
Le regole per i test psicoattitudinali dei magistrati le scriverà il Csm. Norme che entreranno in vigore tra due anni. Al momento quindi questa riforma è ritenuta una “scatola vuota”. Sulla base di questi presupposti, nella consapevolezza che la vera partita non si gioca adesso, il Quirinale firmerà il decreto legislativo approvato martedì sera dal Consiglio dei ministri.
Vi è in questa sorta di sospensione della valutazione, la prudenza con cui si valuta il merito, anche la circostanza che dei contenuti si occuperà, quando sarà, il Consiglio di cui Mattarella è il presidente. E quindi qualsiasi bocciatura si configurerebbe come un’anticipazione di un giudizio.
carlo nordio sergio mattarella 1
Al Colle comunque hanno vigilato. Inizialmente, nella prima bozza, la stesura delle regole era affidata al Ministero della giustizia, in quella varata dal governo è passata in capo al Csm. Una differenza sostanziale.
La sensazione è che al Quirinale confidino nella saggezza dell’autogoverno per provare a fissare delle linee guida condivise. Regole che provino a disinnescare lo scontro con la politica, che non risultino vessatorie. Mattarella ha sempre difeso le prerogative della magistratura, ma ha sempre insistito su comportamenti in linea col ruolo: un giudice non solo deve essere imparziale, ma deve apparire tale, con una condotta di vita consona al ruolo di servitore pubblico. Resta da capire come si valuterà, con un semplice test, l’affidabilità psicofisica di un giovane che sogna di fare il giudice: un esame che racchiude una carica di inevitabile alea. Infatti la magistratura legge la riforma del governo come una prova di sfiducia nei suoi confronti. E i magistrati affilano le armi dei ricorsi per incostituzionalità dinanzi alla Consulta.
Come non vedervi un altro tassello autoritario di questo governo?
Le cose vanno viste in sequenza, non fuori contesto. Vogliamo metterli in fila, i fatti? Il premierato, che derubrica il potere del presidente della Repubblica a passacarte e sancisce il passaggio a una democrazia dell’uomo forte. L’autonomia differenziata, che punisce le regioni meridionali, rompendo la lunga solidarietà repubblicana.
L’assalto all’informazione, con la Rai asservita alla destra, e il tentativo di creare poli informativi sovranisti, con l’acquisizione dell’agenzia di stampa Agi da parte del parlamentare leghista Angelucci: un’altra vicenda che al Quirinale seguono con attenzione. E infine il colpo di piccone all’immagine dei giudici, con quella che il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha definito «una norma simbolo».
Ricordate? Era il sogno di Silvio Berlusconi. Ma pure di Francesco Cossiga, che presentò un disegno di legge analogo a quello approvato ieri. «In magistratura servirebbero dei test psicoattitudinali», disse Maurizio Gasparri nel 2004. Gasparri è ancora lì. Ieri ha esternato.
Quel disegno ora si realizza. Ma il quadro va visto nel suo insieme, pezzo dopo pezzo. Ieri, fra i tanti commenti, quelli della destra che difendeva la sua riforma prevalevano nettamente su quella della sinistra, assai scarni, in verità. E la solitudine valoriale del presidente Mattarella si staglia sempre di più all’interno di una simile cornice come dimostra il suo messaggio alle maestre di Pioltello.
giorgia meloni carlo nordio. GIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLAGIORGIA MELONI - LAURA E SERGIO MATTARELLAcarlo nordio - giorgia meloni - matteo piantedosi - composizione fotografica del fatto quotidiano