RENZI FINGE DI FARE PACE CON LETTA: “E SE RIMANESSI A FARE IL SINDACO A FIRENZE?” - SE DIVENTA SEGRETARIO, NON ESCLUDE IL DOPPIO RUOLO

Simona Poli per "la Repubblica"

E se Renzi facesse il segretario ma rimanesse anche sindaco? In attesa di capire se e quando il Pd si riunirà a congresso, la discussione sul doppio incarico è già partita. Di solito a mettere in giro le voci su Renzi è lo stesso Renzi e pure stavolta è andata così. È lui il primo a buttare sul tavolo l'ipotesi di fare il bis di Veltroni, che per qualche mese fu leader del partito e sindaco di Roma. In un'intervista nella redazione fiorentina di Repubblica, sabato scorso, Renzi accenna: «Non vedo nessuna incompatibilità tra il ruolo di sindaco e un incarico nazionale ».

E il giorno dopo torna sull'argomento durante il brindisi con cui saluta la giunta alla vigilia della partenza per le ferie, che trascorrerà con la moglie Agnese e i tre figli negli Stati Uniti. «Vi dispiacerebbe se alla fine rimanessi qui a fare il sindaco?», chiede un po' sornione rivolgendosi in particolare alla sua vice Stefania Saccardi e al presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, entrambi potenziali aspiranti alla poltrona.

La scelta del luogo e dell'occasione non è casuale: l'11 agosto si festeggia la Liberazione di Firenze, in Palazzo Vecchio sono presenti assessori, consiglieri comunali e moltissimi parlamentari vicini al sindaco, tra cui Simona Bonafè, Francesco Bonifazi, David Ermini, Luca Lotti, il sottosegretario D'Angelis.

Di fronte a loro Renzi dice in tono un po' burlone e un po' provocatorio: «E se invece di aprire la corsa per il nuovo mandato decidessi di restare qui a Firenze, vi dispiacerebbe?». Poi, accorgendosi dell'assenza del deputato Dario Nardella, suo ex numero due e ora tra i favoriti alla successione, scherza: «Adesso mando un messaggino a Dario e gli scrivo "ero qui che sceglievo il candidato sindaco ma purtroppo non ci sei... pazienza"».

È quanto basta per scatenare il dibattito, ancora una volta, sul futuro di Renzi. Mentre Giuliano Ferrara sostiene che «se scendesse in campo Marina Berlusconi, Renzi non si candiderebbe e si andrebbe a rinchiudere nella Torre di Arnolfo», dentro al Pd si alzano i primi sbarramenti. «Il doppio incarico è possibile, lo statuto non lo vieta, ma non lo ritengo funzionale », dice il parlamentare Gianclaudio Bressa. «Soprattutto in un momento come questo, la scelta di fare il segretario dovrebbe assorbire tutta l'attenzione, dando il massimo supporto al governo».

Liquida invece la querelle come «chiacchiera estiva» il deputato di area renziana Ernesto Carbone: «In questo momento l'attenzione di Renzi è tutta concentrata sulle regole congressuali, questa è la sua priorità. Si sta montando un caso su una battuta. Il nostro principale ed esclusivo interesse sono le regole del congresso. Siamo infastiditi. Non si è mai visto un partito che cambia le regole per l'elezione del segretario a ogni congresso ».

Ma una persona molto vicina al sindaco dà una spiegazione diversa della vicenda. E sostiene che Renzi abbia volutamente diffuso l'idea di una sua ricandidatura al Comune di Firenze su sollecitazione dei lettiani che chiedevano un segnale distensivo da parte del sindaco. Troppi attacchi diretti alla linea del governo negli ultimi giorni, gli hanno fatto notare. Così Renzi adesso cercherebbe di far capire che nella sua agenda c'è un'opzione alternativa alla premiership. Quella di guidare il partito da sindaco anche, chissà, pronto a un secondo mandato.

 

 

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