MANOVRA ALLA GOLA - RENZI E PADOAN LAVORANO A 10 MILIARDI DI TAGLI, AGEVOLAZIONI FISCALI E NUOVA SPENDING REVIEW - E SI PENSA A UN’INUTILE “UNITÀ INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE” DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI PER RIDURRE I COSTI (CIAO CORE)

RENZI E PADOANRENZI E PADOAN

Roberto Petrini per “la Repubblica”

 

Dieci miliardi, tra spending review e riduzione delle agevolazioni fiscali. Ferve il lavoro tra Palazzo Chigi e Via venti Settembre per mettere a punto il Documento di economia e finanza, che sarà varato venerdì prossimo ed oggetto di un giro di tavolo nella riunione di governo di martedì, subito dopo Pasqua.

 

L’obiettivo primario è quello di non aumentare le tasse, di scongiurare la clausola di salvaguardia che, al netto dei 6 miliardi già realizzati quest’anno, vale circa 10 miliardi di aumento dell’Iva e delle accise dal primo gennaio del prossimo anno (dunque 16 a regime). Ma anche di non strozzare l’economia e di fare, come ha detto il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan in Parlamento, una manovra «il più espansiva possibile».

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Le intenzioni del governo, ancora oggetto di dibattito, già emergono dal corposo Piano nazionale di riforme che dovrà essere presentato a Bruxelles, insieme al Def, e che ne ricalca sostanzialmente i contenuti. La bozza del piano, che Palazzo Chigi avverte di non considerare definitiva, e che la Repubblica è in grado di anticipare, contiene la griglia degli interventi del governo e in pratica ci dice cosa ci aspetterà il prossimo anno.

 

LE DETRAZIONI FISCALI

Occhi puntati sulla nuova spending review: «Il governo - spiega il documento - si impegna ad assicurare ulteriori risparmi pari a 0,45 punti percentuali del Pil nel 2016», sottolinea la bozza del Programma di stabilità, l’altro documento del pacchetto da spedire alla Commissione europea. Si tratta dunque di 7,2 miliardi che andrebbero a sterilizzare l’aumento dell’Iva, ai quali si aggiungeranno «ulteriori risparmi strutturali che verranno dalla revisione dell’insieme delle tax expenditures come previsto dai decreti attuativi della delega fiscale».

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

INVALIDITÀ E ASL         

Sono otto i punti di intervento sui quali si agirà per ridurre sprechi e rendere più efficace la spesa pubblica. Per gli enti locali si prevede l’allineamento delle regole del Patto di stabilità interno a quelle europee: pareggio di bilancio, costi standard e pubblicazione online degli indici di performance. Nel mirino le aziende municipalizzate: in particolare il documento cita le aziende di trasporto pubblico e quelle di raccolta dei rifiuti che «soffrono di gravi e crescenti criticità di costo».

 

Terzo punto d’attacco i 10 mila capitoli di spesa dello Stato centrale e la riorganizzazione di Prefetture e delle altre strutture periferiche. Al quarto punto la creazione di una «unità indipendente di valutazione » degli investimenti pubblici al fine di ridurre i costi. Sul Welfare, il Def annuncia una stretta sulle pensioni di invalidità finalizzata a eliminare le differenze tra Nord e Sud e alla creazione di un nuovo modello di assistenza che ottimizzi il coordinamento tra Inps, Comuni e Asl.

 

SPESA PUBBLICA 
SPESA PUBBLICA

Maggiore impatto anche della centrale degli acquisti per i beni della Pubblica Amministrazione. Al settimo e ottavo punto: la razionalizzazione delle detrazioni fiscali e la «ricognizione» degli incentivi alle imprese per una «successiva razionalizzazione». Nel Pnr si parla anche di riforma della tassazione locale sugli immobili.

 

LE RIFORME STRUTTURALI

Con il vento di ripresa internazionale che l’Italia deve agganciare la partita è tutta da giocare. Abbastanza scontato che il Pil di quest’anno debba crescere allo 0,7 (più dello 0,6 previsto). Per il prossimo anno - se si punterà all’1,5 per cento, a fronte dell’1,3 previsto da Bruxelles - ci sarebbero margini maggiori. Come pure bisognerà vedere se il governo accetterà di scendere all’1,8 per cento di deficit-Pil, come fissato nel vecchio Def, oppure deciderà di aumentare il deficit e avere più respiro.

 

DEBITO PUBBLICO ITALIANODEBITO PUBBLICO ITALIANO

Sul fronte delle flessibilità ci sono inoltre 7-8 miliardi, cioè lo 0,5 del Pil, che vengono concessi dall’Europa a chi mette in atto riforme strutturali. Questa clausola sostituirebbe quella sulle «circostanze eccezionali» che ci ha permesso di accedere ad uno sconto nel 2015. Margini si potranno avere anche con la flessibilità concessa agli investimenti, ma per entrambe le facilitazioni bisogna restare saldamente sotto il 3 per cento.

 

L’utilizzo delle due clausole consentirebbe di bypassare l’ulteriore necessità di ridurre il deficit dello 0,3 per cento per rispettare la discesa verso il pareggio di bilancio strutturale prevista per il 2016 e pari a circa 5 miliardi. Se si considerasse anche questo aspetto infatti le necessità della legge di Stabilità 2016 salirebbero a 15 invece dei 10 miliardi previsti.

 

INTERESSI E CAPITALI

Sebbene da maneggiare con prudenza, ci sono almeno due poste attive che il governo potrà utilizzare per il biennio 2015-2016. La prima è la riduzione della spesa per interessi, il cosiddetto dividendo della spread, dovuto al programma di acquisto dei titoli pubblici della Bce, che potrebbe ridurre la spesa per interessi per circa 5 miliardi fin da quest’anno. La prudenza tuttavia è d’obbligo visto il rischio implicito nei mercati finanziari.

DEBITO PUBBLICO 
DEBITO PUBBLICO

 

L’altra questione riguarda la voluntary disclosure: la versione definitiva del Def potrebbe cifrare in 3-5 miliardi il gettito aggiuntivo per quest’anno anche se c’è un pericolo messo in evidenza ieri dal Pd Marco Causi: «C’è un grande allarme per il potenziale caos dovuto alla sentenza della Corte costituzionale sui dirigenti dell’Agenzia delle Entrate che mette a rischio il gettito e la stessa griglia del Def». La soluzione dovrebbe arrivare da un imminente decreto interpretativo da parte del governo che assicuri come gli atti firmati dai dirigenti, a partire dalla voluntary, siano legittimi; poi si procederà all’assetto organizzativo e al bando di nuovi concorsi.

 

 

Ultimi Dagoreport

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...

massimiliano filippo romeo matteo salvini luca zaia

DAGOREPORT – AL CONGRESSO DELLA LEGA DEL 6 APRILE, SALVINI SARÀ RIELETTO SEGRETARIO PER LA TRAGICA ASSENZA DI SFIDANTI. L’UNICO CHE AVREBBE POTUTO IMPENSIERIRLO SAREBBE STATO IL COORDINATORE DEL CARROCCIO IN LOMBARDIA, L'EX FEDELISSIMO MASSIMILIANO ROMEO: MA IL COINVOLGIMENTO DEL FRATELLO, FILIPPO DETTO ''CHAMPAGNE'', NELLO SCANDALO LACERENZA-GINTONERIA NE HA AZZOPPATO LE VELLEITÀ – MA SUL TRIONFO DI SALVINI GRAVA UNA NUBE: CHE FARÀ IL “DOGE” ZAIA? SI PRESENTERÀ O RIMARRÀ A SCIABOLARE AL VINITALY DI VERONA?

stephen schwarzman jonathan grey giorgia meloni giancarlo giorgetti blackstone

DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI BLACKSTONE, LA PIU' POTENTE SOCIETA' FINANZIARIA DEL MONDO? SE IL PRESIDENTE SCHWARZMAN ERA A CACCIA DI VILLONI IN TOSCANA, JONATHAN GRAY, DOPO UNA VISITA A PALAZZO CHIGI (CAPUTI) CON SALUTO VELOCE A MELONI, HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO CON GIORGETTI SULLO STATO DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA (TRA CUI ASPI, DOVE I DIVIDENDI SONO STATI DECURTATI) – MENTRE IL FONDO USA KKR POTREBBE VALUTARE UN'USCITA ANTICIPATA DALLA RETE EX TIM (3 ANNI ANZICHE' 5)PESSIMI RUMORS ARRIVANO ANCHE DAL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE, PRESENTE IN ASPI E OPEN FIBER: MEGLIO DISINVESTIRE QUANDO I DIVENDENDI NON SONO PIU' CONVENIENTI....