PENSA A TUTTO LUI – IL PREMIER CAZZONE SI TIENE L’INTERIM DELLE INFRASTRUTTURE E PROMETTE UNA PULIZIA EPOCALE – PER I CANTORI DI PALAZZO CHIGI ROTTAMERÀ DIRETTORI E TECNICI DEL MINISTERO. E FORSE ANCHE I SOTTOSEGRETARI SOCIALISTI

Goffredo De Marchis per “la Repubblica

 

RENZI E LUPI RENZI E LUPI

Renzi farà davvero il ministro delle Infrastrutture. L’interim sarà breve e non arriverà certo fino alle regionali (31 maggio). Ma non brevissimo. Il premier ha tutta l’intenzione di usare qualche settimana per modificare nel profondo l’assetto del dicastero di Porta Pia. È l’occasione per impegnarsi in quella che lui chiama «la lotta agli inamovibili che fanno blocco », intendendo i burocrati dei gabinetti e degli uffici legislativi. Di loro parlerà oggi alla School of Government della Luiss in una conferenza sul “dovere di decidere”. «Difenderò la centralità della decisione contro i ritardi e gli scaricabarile», racconta ai collaboratori che lo hanno sentito ieri.

 

Il periodo alle Infrastrutture servirà dunque ad applicare uno spoil system che attraverserà sicuramente i tecnici del ministero e potrebbe arrivare fino alla squadra di sottosegretari e viceministri. Solo dopo questo lavoro si giungerà alla scelta del nuovo titolare. Renzi continua a ripetere che l’identikit è un passo successivo, anche se alla fine sarà un politico e non un tecnico «perché questo governo vuole mantenere la coerenza del messaggio di un ritorno alla responsabilità della politica». Ma prima, come dicono a Palazzo Chigi, «si metterà un po’ d’ordine al ministero» per consentire alla «macchina di correre».

 

LUPI RENZILUPI RENZI

Renzi considera le Infrastrutture molto più di «un ministero. Dallo sblocco dei cantieri passa un pezzo decisivo della ripresa in Italia», dice in queste ore. «I fondi europei, il piano dei porti, i lavori autostradali, i soldi per l’edilizia, la sicurezza delle strade, la banda larga è compito del ministero delle Infrastrutture». Competenze molto ampie e fondamentali per evitare che «la crescita sia microscopica ». Renzi ai suoi collaboratori ripete che «le condizioni macroeconomiche faticosamente costruite in Europa adesso ci sono e nascono dal cambio di clima dovuto anche al risultato delle Europee. Se il Pd non avesse preso il 41 per cento saremmo ancora a discutere di austerity, debito e privatizzazioni ».

 

Dunque, il Jobs Act e gli incentivi, le altre riforme sono indispensabili per la credibilità sui mercati e nella Ue. «Ma occorre stimolare gli investimenti pubblici e privati», dice il premier. E dalle Infrastrutture deve partire l’iniziativa maggiore.

 

LUPI RENZILUPI RENZI

Il dopo Lupi si conferma però difficile per gli strascichi che lascia nel Nuovo centrodestra e per le polemiche sugli indagati che rimangono saldamente al loro posto nell’esecutivo, oltre che per la corsa di Vincenzo De Luca in Campania. Il Movimento 5stelle non vuole mollare l’osso. Aveva presentato la mozione di sfiducia contro il ministro dimissionario. Adesso invece usa l’arma del blog di Beppe Grillo. «Ogni scarrafone è bello a mamma sua — scrive il comico — e gli scarrafoni piddini per l’ebetino sono molto più scarrafoni di Lupi che si è dimesso per un Rolex al figlio e un biglietto aereo alla moglie (meglio un aereo di Stato per la moglie?). Ma se a ogni pioggia l’Italia frana, se i cittadini muoiono, se le strade sono devastate, se il welfare è scomparso, è anche colpa loro».

 

ERCOLE INCALZAERCOLE INCALZA

La conclusione è ancora più violenta: «Gli scarrafoni del Pd rimangono al loro posto. Del resto il loro partito è una fogna, quale posto migliore?». Sul doppiopesismo attaccano anche il Mattinale, la nota che fa capo a Renato Brunetta, e Daniela Santanchè, ossia Forza Italia. «Con l’intervista a Repubblica Renzi ha inaugurato la stagione della giustizia fai da te: i sottosegretari del suo governo che sono indagati ai suoi occhi sono una casta intoccabile, come se per loro la morale, l’etica e la legalità non esistessero», dice la Santanchè. La nota di Brunetta, Il Mattinale, considera le dichiarazione di Renzi «uno stupefacente documento contemporaneo di faccia tosta».

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…