matteo renzi antonio tajani

RENZI E TAJANI APPARECCHIANO IL CENTROTAVOLA – MATTEONZO E IL MINISTRO DEGLI ESTERI, A PAROLE, SI DICONO CONTRARI ALLA RIDUZIONE DELLA SOGLIA DI SBARRAMENTO AL 3% PER LE EUROPEE. PERCHÉ, VISTO CHE “ITALIA VIVEVA” (COPYRIGHT GASPARRI) E “FORZA ITALIA” POTREBBERO ESSERNE I PRINCIPALI BENEFICIARI? LA RISPOSTA È IL DIALOGO, ORMAI APERTO, TRA TUTTE LE FORZE MODERATE, CHE CERCANO DI EVITARE IL BAGNO DI SANGUE, MAGARI CON UN LISTONE CHE METTA TUTTI DENTRO…

Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

MATTEO RENZI IL CENTRO

«[…] Fanno bene Matteo Renzi e Forza Italia a dire no alla riduzione della soglia di sbarramento per le Europee. Ma adesso occorre mettere da parte alcuni personalismi e lavorare a un cantiere comune per una lista del centro forte, evitando che facciano il pieno solo due partiti in Italia».

 

L’ex ministro dem Beppe Fioroni passeggia dietro Montecitorio e cerca di decifrare quel “no” secco arrivato da Antonio Tajani e da Matteo Renzi appena circolata la notizia […] sull’ipotesi di cambiare la legge elettorale per l’Europarlamento riducendo la soglia di sbarramento dal 4 al 3 per cento. Perché quelli che potrebbero esserne i principali beneficiari si sono affrettati a dire subito no?

 

ANTONIO TAJANI AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO

La risposta è che certamente una conseguenza chiara del no a cambiare la soglia conferma l’avvio di un dialogo, seppure in nuce, tra tutte le forze che si richiamano al centro per evitare un bagno di sangue alle prossime elezioni europee: da Forza Italia a Noi Moderati, dall’Udc passando anche per Il Centro, il neo partito di Renzi dopo la rottura con Azione di Calenda.

 

Dialoghi sottotraccia, smentiti ufficialmente dai vertici […]. Ma che qualcosa si stia muovendo sottotraccia è evidente, e lo dimostra anche la risposta piccata di Maurizio Lupi di Noi Moderati che aveva chiesto di abbassare la soglia proprio per evitare listoni.

 

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

Risposta che non a caso tira in ballo Renzi, come a mettere le mani avanti: «Quello della soglia di sbarramento […] non è un tema su cui fare le barricate — ribadisce Lupi — ma a chi dice che concedendo una soglia di sbarramento più bassa si fa un regalo a Renzi, io dico che bisogna stare attenti perché a furia di rincorrerlo lo facciamo diventare ciò che non è. Lui prende la sua iniziativa politica, legittimamente, come ha già fatto distruggendo quella del Terzo Polo con Calenda ». Tradotto: Lupi è contrario a listoni con più simboli, a meno che non ci sia chiaramente una lista dei Popolari europei, ma teme il dialogo possibile tra Renzi e Tajani e vuole avvertire l’alleato.

 

Il segretario di Forza Italia non vuole chiaramente cedere al simbolo del partito in nessun modo e spinge per far diventare Fi l’aggregatore di questo mondo di centro con faro il Partito popolare europeo. Ma allo stesso tempo è tentato da un listone più ampio anche per evitare di contarsi: listone che dovrebbe a questo punto aggregare il centro tutto. Compreso, perché no, quello appena inaugurato da Renzi, che in casa azzurra molti vedono come possibile frontman di un’area moderata.

 

tajani renzi buonanno

L’ex segretario dei dem comunque al momento gonfia il petto e si dice sicuro di andare da solo perché «se non arriviamo al 4 per cento il nostro progetto non funziona » […]. Ma sondaggi alla mano […], anche dentro Il Centro con la benedizione dei leader c’è chi dialoga con Forza Italia e con un pezzo di Azione, riferimento Mara Carfagna, per provare a lanciare un grande cantiere moderato per una lista unica in vista delle Europee.

 

Una lista che eviti conte interne e possibili deblacle alle Europee che potrebbero distruggere progetti che puntano alle prossime elezioni politiche in Italia.

TEMPTATION ISLAND - MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…