VIA IL SEGRETO DI STATO DALLE STRAGI (DI STATO) - RENZI ANNUNCIA DI AVER DE-SECRETATO GLI ATTI SU USTICA, ITALICUS, PIAZZA FONTANA, STAZIONE DI BOLOGNA - MA LE FAMIGLIE DELLE VITTIME SONO DUBBIOSE: “I DOCUMENTI RESTANO NASCOSTI”

Francesco Grignetti per www.lastampa.it

Via i segreti dalle stragi. Matteo Renzi ha firmato l'attesa direttiva che dispone la declassificazione degli atti finora coperti da segreto di Stato. «Era un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune», ha affermato il premier. «Uno dei nostri punti qualificanti è proprio quello della trasparenza e dell'apertura». In questo modo saranno aperti gli archivi su tante stragi che hanno segnato la storia della seconda metà del secolo scorso in Italia: i fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, la stazione di Bologna, il rapido 904.

Il presidente del Consiglio, in una nota di Palazzo Chigi, spiega: «Secondo quanto stabilito nel Cisr, Il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, dello scorso venerdì, la direttiva consente il versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato che rappresentano un importante contributo alla memoria storica del Paese. I documenti verranno versati secondo un criterio cronologico (dal più antico ai tempi più recenti), superando l'ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge (fatto che vale per tutte le Amministrazioni) prima di poter destinare una unità archivistica all'Archivio Centrale».

«UN SEGNALE VERSO I CITTADINI»
Già ieri l'onorevole Rosa Villecco Calipari, del Pd, membro del comitato di controllo sui servizi segreti, aveva espresso tutta la sua soddisfazione «perché è davvero un bel segnale verso i cittadini. In Parlamento da tempo chiedevamo attenzione al tema. Sono felice che questo segnale sia arrivato, grazie a una convergenza tra Copasir, che sta lavorando in grande armonia, il premier Renzi, il sottosegretario Minniti, il direttore dei servizi segreti Massolo». Attenzione alle parole, dunque. Trattasi di «un segnale», non di una rivoluzione. Ma la direzione è quella giusta. «Io ho sostenuto con convinzione la raccolta delle firme per una petizione sull'apertura degli archivi che precede questa decisione. È necessario superare il silenzio sulle stragi».

IL SEGRETO DI STATO
Una premessa indispensabile: in Italia c'è un groviglio di norme, anche contraddittorie, che finora ha impedito la trasparenza nei casi più delicati per la storia del Paese. Per legge, sulle stragi non può esserci segreto di Stato. Che infatti non c'è. Il segreto di Stato in effetti è stato apposto poche decine di volte nella vita della Repubblica: sul golpe bianco di Edgardo Sogno, sui rapporti con i palestinesi, sul caso Eni-Petromin. Più di recente è stato sollevato sul caso Abu Omar o su villa Certosa di Silvio Berlusconi.

IL PARADOSSO
A ben guardare, però, mancano all'appello troppi documenti. «Ciò dipende - spiega l'onorevole Calipari - dal contrasto tra due leggi. Un vero paradosso giuridico. Il segreto di Stato, il vincolo più forte che ci sia su un documento, secondo una legge del 2007 può durare al massimo 30 anni. La legge sui Beni culturali del 2008, però, quella che regolamenta gli archivi, stabilisce che un documento può essere reso pubblico soltanto dopo 40 anni se tratta di procedimenti penali; 50 anni se ha implicazioni di politica interna o estera; addirittura 70 anni se cita dati sensibili ai fini della privacy, tipo orientamento sessuale, malattie, rapporti interni di famiglia».

È evidente, insomma, che la legge italiana è avanzatissima quando si tratta di liberalizzare i massimi segreti di Stato, ma è immensamente più tirchia quando si vanno a toccare i singoli. Inoltre le classificazioni di portata inferiore quali «riservato», «riservatissimo», «segreto» e «segretissimo» non hanno scadenza temporale. Così altri documenti, non meno importanti ai fini della conoscenza storica, possono restare chiusi in archivio all'infinito. Finché almeno qualcuno non ne chieda la de-secretazione e le autorità preposte non li liberalizzino.

I DUBBI
Ecco spiegata, dunque, la cautela con cui molti famigliari di vittime hanno accolto l'annuncio di Matteo Renzi. A Firenze, dice la presidente dell'associazione vittime di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli: «Sulle stragi di mafia del '93-'94 non c'è segreto di Stato, ma ci sono documenti nascosti in qualche cassetto o in qualche armadio». A Bologna, Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage alla stazione, nonché parlamentare Pd, ha subito precisato: «Bisognerebbe avere la disponibilità degli archivi militari, degli archivi del ministero degli Esteri e di quello dei carabinieri». Sanno sulla loro pelle che il vero nemico, in questo caso, è il muro di gomma.

TROPPA DIETROLOGIA
«Trovo fondamentale - conclude Rosa Calipari - un particolare tecnico che a molti sarà sfuggito: la de-secretazione è stata decisa da un Comitato interministeriale. Significa che questa volta tocca anche agli Esteri, alla Difesa, all'Interno. Ai tanti archivi nascosti dietro i portoni ministeriali. Non saprei nemmeno io dire quanti documenti interesserà». Mille o centomila fogli? «Aspettiamo e vediamo. In ogni caso, vorrei concludere così: questo Paese non deve avere paura della verità, ma dell'oscurità, che alimenta solo le dietrologie. E di dietrologie l'Italia sta morendo».

 

renzi annuncia di aver desecretato gli atti sulle stragimatteo renzi protetto dalla scorta STRAGE DI PIAZZA FONTANA BOMBA ALLA STAZIONE DI BOLOGNA FOTO ANSA Rosa Calipari BOMBA ALLACCADEMIA DEI GEORGOFILI MAGGIO jpegustica big ustica

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...