carlo nordio giogia meloni

LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PUÒ ATTENDERE: LA SORA GIORGIA PENSA SOLO AL PREMIERATO – MELONI FA SAPERE AGLI ALLEATI CHE LA PRIORITÀ È “LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME”. E COSÌ VIENE RINVIATO L'ITER PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DI GIUDICI E PUBBLICI MINISTERI, SBANDIERATA E PROMESSA DA NORDIO – UNA MOSSA PER EVITARE LO SCONTRO CON LE TOGHE IN UN MOMENTO CRITICO – IL GUARDASIGILLI ABBASSA LA TESTA E OBBEDISCE. MENTRE FORZA ITALIA INCALZA LA DUCETTA: “LE DUE RIFORME VANNO INSIEME”

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

giorgia meloni carlo nordio.

La linea è stata consegnata agli alleati nel corso di una riunione a Palazzo Chigi alla fine di ottobre. Giorgia Meloni ha indicato la priorità: l'introduzione del premierato. E quindi, tutto il resto può attendere. La prima vittima di questa scelta è la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri, una riforma indicata nel programma della coalizione, ma poi messa da parte, anche per evitare conflitti con la magistratura, in larghissima parte contraria.

 

Il nodo si porrebbe, secondo Meloni, soprattutto nel caso di un referendum confermativo, che non va appesantito con altri quesiti. Carlo Nordio è da sempre uno dei grandi fautori della separazione delle carriere, ma da quando è ministro ha accettato, in maniera troppo arrendevole secondo Forza Italia, i continui rinvii che arrivano da Palazzo Chigi.

 

giorgia meloni carlo nordio

Nel mirino dei garantisti sono finite le frasi pronunciate dal guardasigilli sabato scorso a Stresa al forum della Fondazione iniziativa Europa: «Il premierato non uccide la riforma costituzionale della giustizia, ma forse la posticipa». Del «forse» si può tranquillamente fare a meno, perché la decisione è presa.

 

L'aspetto più preoccupante per Forza Italia e per i parlamentari centristi che spingono per questa riforma che, come detto, le parole di Nordio svelano la linea ufficiale del governo.

 

[…]  Il timore di Fratelli d'Italia, infatti, è che sovrapporre i due temi in un referendum confermativo potrebbe essere dannoso: «Si farebbe confusione, mettendo troppa carne al fuoco con argomenti diversi», conferma un membro dell'esecutivo.

 

FRANCESCO PAOLO SISTO GIORGIA MELONI

Il timore, infatti, è che nella futura campagna elettorale agli avversari del premierato si possano unire quelli della separazione, allargando un fronte che già si annuncia ampio. Posticipare l'iter della riforma della giustizia vuole dire metterlo a repentaglio: se il referendum sul premierato dovesse svolgersi nel 2026, resterebbe poco alla fine della legislatura.

 

Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, Forza Italia, confermando l'impostazione del governo, aggiunge che si faranno entrambe le riforme: «Un conto è dire che c'è la precedenza del premierato, e questa è una scelta politica, altra cosa è dire che non c'è tempo per la separazione delle carriere e quindi per un altro referendum. Noi abbiamo quattro anni di tempo».

 

giorgio mule foto di bacco

Ma nel suo partito c'è chi la vede in maniera diversa: «Premierato e separazione delle carriere sono due riforme fondamentali e non c'è nessun rischio di interferenza tra l'una e l'altra e quindi non servono rinvii», dice Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera. In molti tra i forzisti la pensano così, ed è ampiamente condivisa la convinzione che quella di Fratelli d'Italia sia una tattica dilatoria per non fare la riforma.

 

[…]

 

CARLO NORDIO GIORGIA MELONI - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO

L'ala garantista dell'opposizione è sul piede di guerra: «Nordio a marzo aveva annunciato un'iniziativa del governo sulla separazione delle carriere - attacca Enrico Costa di Azione - di fatto fermando il lavoro della commissione che stava andando avanti sulla base delle quattro proposte di legge presentate. Il testo di Nordio non è mai arrivato. È peggio di una presa in giro: vuol dire impedire al parlamento di fare il proprio lavoro».

LEGA NORDIO - MEME BY EMANUELE CARLI

Ultimi Dagoreport

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?