roberto fiore

FIORE CHE NON COGLIEREMO - LA CONDANNA PER BANDA ARMATA, I RAPPORTI CON I SERVIZI SEGRETI BRITANNICI, LE BATTAGLIE PRO-LIFE: IL RITRATTO DI ROBERTO FIORE - DAL MOVIMENTO EVERSIVO "TERZA POSIZIONE" A "FORZA NUOVA", GLI 11 FIGLI, GLI AFFARI A LONDRA, IL SEGGIO AL PARLAMENTO EUROPEO, IL FLOP DEI SUOI PARTITINI ALLE ELEZIONI, L'IRRUZIONE CON ALTRI "NERI" NEGLI STUDI DI LA7…

Da www.corriere.it

 

ROBERTO FIORE

«Non sono mica Hitler. Mai stato nazista. Fascista sì, invece», ammise Roberto Fiore a margine di una manifestazione contro i nigeriani di Macerata, dopo il delitto di Pamela Mastropietro. E ancora; «Io mi prendo la responsabilità di aver alzato il livello di scontro politico, certo, ma era nostro diritto non restarcene zitti davanti a tante cose: la dittatura delle banche, Embraco, lo ius soli. Però non ho mai alzato le mani contro nessuno».

 

E meno male che non l’ha mai fatto, Fiore, 62 anni, romano, sposato con la spagnola Esmeralda Burgos e padre di 11 figli. Sennò chissà che altro sarebbe successo sabato sera davanti al palazzo assaltato della Cgil, dove lui guidava i suoi di Forza Nuova insieme al luogotenente romano Giuliano Castellino e all’ex Nar Luigi Aronica, arrestati anche loro insieme ad altri nove dalle forze dell’ordine.

ROBERTO FIORE E GIULIANO CASTELLINO

 

Fiore in fondo fa sempre così, guida le azioni e poi filosofeggia, come quando tre anni fa insieme ai suoi camerati irruppe con un blitz a La7, durante il programma di Giovanni Floris: «Avevamo i volti scoperti. I volti scoperti sono il primo antidoto alla violenza». Anche sabato davanti alla Cgil lui era davanti a tutti a capo scoperto, infatti lo hanno ripreso fotografi (compresa la Digos) e televisioni. Ma poi s’è visto com’è finita: scontri e bombe carta non sono mancati neanche questa volta.

 

fabio tuiach con roberto fiore di forza nuova

Eppure lui, che pur considera «strategica» per la crescita del suo movimento questa battaglia contro il green pass, a colpi di «disobbedienza civile e anche incivile», spesso e volentieri fa il buonista: «Ai giovani incantati dall’idea della violenza dico che io li ho vissuti gli anni 70 e quella è la strada sbagliata. La via giusta è solo la politica. Si scende in piazza per distribuire pacchi di viveri a chi ha bisogno, non per sparare...».

 

Già, gli anni 70. Nel 1977 aderisce a Lotta Studentesca, l’anno dopo insieme a Giuseppe Dimitri e Gabriele Adinolfi fonda il movimento neofascista eversivo Terza Posizione, rimasto attivo fino al 1982. Nel 1980 si rifugia a Londra per sfuggire a un ordine di cattura emesso dalla Procura di Bologna che indaga sulla strage della stazione del 2 agosto.

roberto fiore messa anti restrizioni senza distanziamento

 

È allora che comincia la latitanza a Londra anche di Massimo Morsello, il suo alter ego: entrambi, secondo la magistratura, avrebbero fatto parte dei Nar, Nuclei Armati Rivoluzionari, ma con la strage non c’entravano niente. In Inghilterra restano 20 anni, con lo status di rifugiati politici. E Morsello, detto “Massimino”, che è anche cantautore, compone a Londra «I nostri canti assassini - canzoni dall’esilio», colonna sonora della generazione dei campi Hobbit.

 

ROBERTO FIORE FORZA NUOVA

Nel 1985 Fiore viene condannato per il reato di associazione sovversiva e banda armata, ma l’Inghilterra dice no all’estradizione. A Londra Fiore si muove bene, ha contatti, relazioni che contano. La Commissione europea d’inchiesta su razzismo e xenofobia certifica la sua affiliazione all’MI6, l’agenzia di spionaggio per l’estero del Regno Unito. Nel frattempo con Morsello fonda a Londra anche l’agenzia Meeting Point, collegata con l’italiana Easy London e specializzata in viaggi di studio nella capitale britannica. Gli affari vanno bene: ristoranti, proprietà immobiliari, un mucchio di soldi con cui finanzia i movimenti pro-life.

 

ROBERTO FIORE FORZA NUOVA

Nel 1997, sempre con Morsello, crea il partito politico Forza Nuova: il giornale del movimento, «Foglio di Lotta», circolava già il 6 maggio del ‘98 tra gli ultrà al Parco dei Principi la notte della finale di Coppa Uefa Lazio-Inter a Parigi. Nel ‘99, a reati prescritti, Fiore torna in Italia e si allea con Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, la nipotina del Duce. Addirittura nel 2008 prende il suo posto al Parlamento europeo. Ma il partito di Forza Nuova non sfonda mai: alle politiche del 2013 Roberto Fiore candidato premier porta a casa appena lo 0,26 per cento dei voti e nel 2019 fa anche peggio: 0,15 per cento. Una vita così: piazze piene (insomma) e urne vuote.

 

ROBERTO FIORE

Anche da arrestato, il suo mondo comunque oggi non l’abbandona: «Solidarietà al camerata Roberto Fiore, malgrado non sia rimasto con lui in ottimi rapporti», esprime da Reggiolo, dove tre anni fa ha aperto un’osteria romana, Maurizio Boccacci, 64 anni, già leader dell’ormai disciolto gruppo di estrema destra Militia e capo del Movimento politico occidentale, l’organizzazione dei naziskin romani con il covo in via Domodossola smembrata nel ‘93 dall’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino dopo gli scontri con gli ebrei del Ghetto.

 

ROBERTO FIORE

E non si nasconde neppure Giuseppe Meloni, detto Pinuccio, un grosso vichingo tatuato sull’avambraccio sinistro, ex consigliere circoscrizionale del Msi e capo dei Boys della Curva Sud romanista nei primi anni ‘90, che oggi ha 58 anni e sabato era anche lui alla manifestazione dei No Green Pass, «ma sono indagato e non voglio dire di più, certo è che voi giornalisti strumentalizzate, avete scritto che era tutto organizzato da Forza Nuova e invece in piazza c’erano le famiglie, la gente normale, insomma il popolo. C’erano anche i centri sociali, quelli di sinistra. E tutti indistintamente hanno preso le botte dalla polizia».

ROBERTO FIORE

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?