gianmarco mazzi

“DELEGATO AI FATTI SUOI” – IL RITRATTO VELENOSO DEL MELONIANO GIANMARCO MAZZI BY “IL FOGLIO”: “E’ SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA, MA SI MUOVE DA AGENTE DI MASSIMO GILETTI. SI OCCUPA DI SPETTACOLI DAL VIVO E STA PER SCRIVERE LA NUOVA LEGGE SUGLI SPETTACOLI DAL VIVO. SI AGGIRA AL FESTIVAL SANREMO COME FOSSE (ANCORA) DIRETTORE ARTISTICO. E’ NORMALE? LA VERITÀ È CHE MAZZI NON HA MAI VOLUTO RINUNCIARE A QUELLA CHE RESTA LA SUA PRINCIPALE ATTIVITÀ…”

Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per “il Foglio”

 

gianmarco mazzi sottosegretario alla cultura foto di bacco

Da quando tutto questo è “normale”? E’ sottosegretario alla Cultura, ma si muove da agente di Massimo Giletti. Si occupa di spettacoli dal vivo e sta per scrivere la nuova legge sugli spettacoli dal vivo.

 

Tratta l’Arena di Verona come se fosse la sua villa di campagna, siede (ancora) nel cda della Fondazione Casa dei cantautori e si aggira al Festival Sanremo come fosse (ancora) direttore artistico. E’ normale? Quando si fa il nome di Gianmarco Mazzi la risposta immediata è: Mazzi, chi?

 

Ha la  delega alla musica, ed è il sottosegretario “assolo”, il patriota, il deputato di FdI, delegato ai fatti suoi. Prima ancora di essere eletto, aveva chiesto di ricevere questa carica esclusiva, forte della sua competenza e delle sue relazioni con agenti come Lucio Presta, Ferdinando Salzano, protagonisti del settore, e in passato, compagni d’armi, soci, di Mazzi. E’ normale?

 

GIORGIA MELONI CON GIANMARCO MAZZI ALLA PRIMA DELLO SPETTACOLO DI CHECCO ZALONE

E’ da inizio legislatura che Mazzi sta infrattato. Il ministro Gennaro Sangiuliano e il sottosegretario Vittorio Sgarbi […] attirano tutte le attenzioni e gli hanno costruito lo schermo perfetto.

 

Come un sottosegretario alla Cultura possa rappresentare un artista come Giletti, […] sfugge a qualsiasi uomo di equilibrio.  Da sottosegretario,  Mazzi, ha continuato ad avere un contratto da agente che La7 ha definito “superato”, dopo la sua nomina. Non per lui. Mazzi voleva ancora essere pagato da La7 e ha chiesto pure pareri.

 

La verità è che Mazzi non ha mai voluto rinunciare a quella che resta la sua principale attività: l’impresario.  Blindato nel collegio di Padova, eletto con FdI, la sua città natale è Verona. In questa città si è mosso come un podestà grazie al controllo, unico, che ha avuto di quel monumento che è l’Arena.

 

gianmarco mazzi gianni morandi

Dal 2007 al 2012 è direttore artistico dell’Arena, ma l’ex sindaco, Flavio Tosi, ne argina il potere. Quello vero, il potere, lo riceve a partire dal 2017, con il sindaco Federico Sboarina, ed è durato, formalmente, fino allo scorso settembre. Di fatto, prosegue ancora.

 

In quegli anni Mazzi è stato amministratore unico di Arena di Verona srl […]. Mazzi aveva la potestà di decidere quali artisti far esibire e per quante serate. L’anno scorso, a Ferdinando Salzano, produttore della FP Group (insieme a Mazzi, in passato, ha allestito Giulietta e Romeo di Riccardo Cocciante) sono andate ben 36 serate su 56. E’ normale?

 

GIANMARCO MAZZI

[…] Nel 1981, entra a far parte della famiglia della Nazionale cantanti (invenzione di Gianluca Pecchini) e da allora comincia a frequentare il mondo della musica italiana fino a scalarlo. E’ un giovane del Fuan, ed è amato da Ignazio La Russa, vero direttore generale della destra. Nel giro di dieci anni, Mazzi aggancia Mogol, Morandi, Barbarossa, passando per Adriano Celentano, fino al salto definitivo nel 2004. Diventa direttore artistico di Sanremo nell’edizione condotta da Paolo Bonolis, artista rappresentato da Lucio Presta, agente che con la sua società Arcobaleno Tre contende il mondo dello spettacolo televisivo a Beppe Caschetto.  Mazzi, per sei anni, immagina e impagina Sanremo. Prende per mano politici, li accompagna personalmente a sedere. E’ un metodo.

 

Il 25 marzo 2023, Checco Zalone debutta, con il suo spettacolo, al Teatro Brancaccio di Roma, e in prima fila arriva Giorgia Meloni. A scortarla è Mazzi che lo spettacolo di Zalone lo ha prodotto insieme a Lucio Presta.

 

GIORGIA MELONI CON GIANMARCO MAZZI ALLA PRIMA DELLO SPETTACOLO DI CHECCO ZALONE

[…] La lunga attività di Mazzi è a sua volta un corridoio di società che negli anni ha aperto, chiuso, liquidato. Le ultime visure camerali […] ne attestano otto. Nel 2015, Open Mind (società costituita nel 2012 e che aveva come soci Presta e Mazzi) viene cancellata. Si possono cancellare anche le relazioni?

 

Da sottosegretario alla Cultura, poche settimane fa, Mazzi  si è battuto per la riconferma della soprintendente della Fondazione Arena di Verona, Cecilia Gasdia, soprano, e candidata, nel 2017, come capolista di FdI. La nomina è passata sopra la testa del sindaco di Verona, Damiano Tommasi, che siede in cda, come presidente della Fondazione Arena di Verona, e che ha parlato “di operazione sprezzante da parte del governo”.

 

gennaro sangiuliano vittorio sgarbi giancarlo giannini gianmarco mazzi foto di bacco

[…] Il resto è cronaca recente. Gasdia, senza avvisare il sindaco, procede infatti al rinnovo dei vertici di Arena di Verona Srl e scatena quella che è già una battaglia giuridica con Tommasi. E’ normale? […]  Mazzi, con la sua delega alla musica, si accinge invece a  legiferare sugli spettacoli dal vivo, lui che vive di “assoli”. Come opera è evidente, come ha operato, adesso, è noto, come dice, un produttore musicale, da anni costretto ad accettare l’egemonia Mazzi, “con lui ogni limite era già stato superato”.

gianmarco mazzi giorgia meloni mauro mazza gianmarco mazzi gianmarco mazzi mauro mazza antonella clerici gianmarco mazzi gianmarco mazzi fabrizio del nnoce paolo bonolis ginamarco mazzi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…