roberto vannacci giuseppe cavo dragone

ROBERTO VANNACCI ERA GIÀ NEL MIRINO – NEL 2019 IL GENERALE, AUTORE DEL LIBERCOLO “IL MONDO AL CONTRARIO”, PRESENTÒ UN ESPOSTO ALLA PROCURA DI ROMA SULLA SICUREZZA DEL CONTINGENTE ITALIANO IN IRAQ, CHE AVEVA COMANDATO DAL 2017 AL 2018: VANNACCI ACCUSAVA IL COI, IL COMITATO OPERATIVO INTERFORZE, DI NON AVER TUTELATO I MILITARI DALL’ESPOSIZIONE ALL’URANIO IMPOVERITO.  E CHI C’ERA AL VERTICE DEL COI? GIUSEPPE CAVO DRAGONE, ATTUALE CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, CHE, COME DAGO-DIXIT, AVREBBE CHIESTO DI FAR DIMETTERE VANNACCI (POI, GRAZIE ALL’INTERVENTO DI PALAZZO CHIGI, SOLO DESTITUITO)

ROBERTO VANNACCI

1. CAVO? CAVOLI! – COME SI È ARRIVATI ALLA DESTITUZIONE DEL GENERALE ROBERTO VANNACCI? GUIDO CROSETTO HA SUBITO INVOCATO UN “ESAME DISCIPLINARE”, MUOVENDOSI CON IL CONSENSO DEL CAPO DELLE FORZE ARMATE, OVVERO SERGIO MATTARELLA. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, GIUSEPPE CAVO DRAGONE, SPINGEVA PER UN APPROCCIO PIÙ DRASTICO: VOLEVA LE DIMISSIONI DI VANNACCI, E SOLO UN INTERVENTO DI PALAZZO CHIGI GLI HA FATTO CAMBIARE IDEA

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cavo-cavoli-ndash-nbsp-come-si-arrivati-destituzione-364424.htm

 

 

2. DIETRO ALLO SCONTRO TRA I GENERALI L’OMBRA DELL’URANIO IMPOVERITO

Estratto dell’articolo di François de Tonquédec per “La Verità”

 

roberto vannacci a soldati ditalia 4

Il contenzioso in corso in questi giorni tra il generale Roberto Vannacci e i vertici dell’Esercito italiano ha origini lontane, risalenti ad almeno 4 anni fa. È il 13 marzo del 2019 quando Vannacci firma un esposto, inviato sia alla Procura di Roma che alla Procura presso il Tribunale militare della capitale, che ha come oggetto la sicurezza dei militari del contingente italiano di stanza a Baghdad, che l’alto ufficiale ha comandato dal settembre 2017 al 1° agosto 2018.

 

Tra i temi sollevati nel documento, se ne trova uno particolarmente critico, tornato recentemente di attualità nelle cronache della guerra tra Russia e Ucraina: l’uranio impoverito.

 

Giuseppe Cavo Dragone capo di Stato Maggiore della Difesa

Già dalle premesse del corposo documento, Vannacci non usa mezzi termini: «Durante il mio impiego, peraltro: riscontravo che l’intero Contingente - per tutto il periodo precedente al mio ingresso in Teatro Operativo - era stato continuativamente esposto all’uranio impoverito, impiegato nei precedenti conflitti e massicciamente in tutta l’area sin dal 1991, senza che alcun provvedimento di prevenzione e mitigazione dei rischi fosse stato attuato sino alla data del 08 maggio 2018 e senza che alcuna formazione/informazione riguardo lo specifico rischio fosse stata impartita al personale del Contingente» impegnato nell’Operazione Prima Parthica.

 

PROIETTILI CON URANIO IMPOVERITO

E ancora: «In tale contesto, riscontravo che il Comando superiore, ovvero il Comando operativo di vertice Interforze (Coi) […] aveva proceduto alla pianificazione, allo schieramento e alla progressiva occupazione delle basi nelle quali si era articolato nel tempo il dispositivo militare italiano in Iraq, senza effettuare le necessarie, peculiari ed approfondite caratterizzazioni ambientali volte a rilevare l’eventuale presenza di uranio impoverito, nonché ad accertare olisticamente la salubrità generale delle aree stesse, omettendo così, contestualmente, di informare il personale militare degli specifici rischi ambientali».

PROIETTILI CON URANIO IMPOVERITO 1

 

Detto in parole povere, secondo le accuse di Vannacci, nonostante i casi di militari statunitensi affetti dalla cosiddetta «Sindrome della guerra del Golfo» e soprattutto di quelli italiani che avevano partecipato alla missione in Kosovo, colpiti dalla «Sindrome dei Balcani», non sarebbe stata adottata nessuna precauzione.

 

Eppure, secondo molti esperti, entrambe le sindromi, collegate a molti casi di leucemia fulminante tra i militari, sarebbero da attribuire all’uranio impoverito. Il cui uso, nel lontano 2001 era stato definito da Carla Del Ponte, all’epoca a capo del Tribunale penale per la ex Jugoslavia, un possibile crimine di guerra.

 

proiettili all uranio impoverito

Ricevendo a tempo di record una smentita attraverso uno studio commissionato dal suo predecessore, Louise Arbour, nel quale si affermava che non esiste un trattato ufficiale sul bando delle armi all’uranio impoverito, né leggi internazionali che le vietino espressamente.

 

Aneddoti lontani nel tempo, che spiegano però la delicatezza della materia e quanto […] possano essere state deflagranti le accuse messe nero su bianco da Vannacci. Che in caso di eventuali richieste di risarcimento per morti sospette di militari che hanno prestato servizio in Iraq, sarebbero un facile appiglio per sostenere anche la negligenza dei vertici militari.  […]

 

Giuseppe Cavo Dragone capo di Stato Maggiore della Difesa

In tutta risposta alla segnalazione di Vannacci dell’8 maggio 2018, il Coi avrebbe inviato al generale un documento classificato «firmato d’ordine dal generale di divisione Gaetano Zauner (Capo di Stato maggiore del Coi)» nel quale […] si «accusava che lo scrivente non si fosse attenuto alle disposizioni emanate […] che disponeva che le comunicazioni dai Teatri Operativi contenenti “criticità” (fra cui, evidentemente, si annovera, a parere del Coi, quella del rischio di esposizione dei militari/lavoratori all’uranio impoverito,[…]) fossero rappresentate con messaggistica classificata ad un livello minimo di Riservato».

 

vannacci

In una successiva comunicazione, anch’essa riservata, il Coi spiegava «di aver richiesto al teatro iracheno in 2 particolari occasioni, con specifico riferimento al potenziale rischio di esposizione all’uranio impoverito, la segnalazione di possibili rischi ambientali». Secondo il generale però «tale affermazione risulterà non corrispondente alla reale circostanza come il sottoscritto riporterà nella lettera […]); che non sussistessero, allo stato, indicazioni/informazioni e/o documenti che attestassero come certa la presenza di uranio impoverito in Iraq richiedendo contestualmente al sottoscritto, al fine di attivare correttamente tutte le misure previste dalla normativa di settore, di voler trasmettere ogni atto utile al riguardo, a riprova della sussistenza della situazione di criticità ambientale di tipo radioattivo».

 

Per Vannacci, la «riprova quindi che, ogni misura prevista dalla normativa di settore risultava assolutamente inattivata per tutto il periodo precedente la mia segnalazione, a partire dallo schieramento della missione Prima Parthica».

 

sergio mattarella guido crosetto giuseppe cavo dragone all altare della patria

Nei giorni scorsi alcuni organi d’informazione hanno ipotizzato che i vertici militari, a partire dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, attuale capo di Stato maggiore della Difesa, puntassero alle dimissioni di Vannacci e che ci sia stata una «moral suasion» da parte del governo, ma la notizia non è stata confermata. Quello che è certo però è che Vannacci aveva scelto da tempo posizioni scomode, in aperto contrasto con i suoi superiori, a partire proprio da Cavo Dragone, che nel periodo in cui Vannacci era di stanza in Iraq era al vertice di quel Coi che il generale tira in ballo pesantemente, non sappiamo se a torto o a ragione, nel suo esposto. Un contrasto che adesso sembra essere arrivato al redde rationem.

ROBERTO VANNACCI - VIGNETTA BY MANNELLI roberto vannacci a diario del giorno. CLASSIFICA DEI LIBRI SU AMAZON - 22 AGOSTO 2023VANNACCI FACCI ELKANN FASSINO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…