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GIOCHI A ROMA, E’ ALLARME ROSSO - LA CRISI IN CAMPIDOGLIO METTE A RISCHIO LA CANDIDATURA PER LE OLIMPIADI DEL 2024 - IL CAPOGRUPPO DEL PD CAPITOLINO RASSICURA: GIOVEDI’ IN CAMPIDOGLIO MOZIONE PER DARE IL VIA LIBERA ALLA CANDIDATURA

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1. ROMA 2024: GIOVEDÌ IN CAMPIDOGLIO MOZIONE PER OK CANDIDATURA

(ANSA) - "Giovedì 25 giugno, come già programmato con tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, sarà convocata l'Assemblea capitolina per discutere ed approvare la mozione attraverso la quale candideremo la città di Roma alle Olimpiadi del 2024". Così il capogruppo del Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo.

 

"Raccolgo la preoccupazione del deputato Michele Anzaldi, ma voglio rassicurarlo sul lavoro che stiamo svolgendo. Da settimane, infatti, le forze politiche di maggioranza e di opposizione stanno condividendo, anche nei dettagli, l'atto consiliare che verrà posto in discussione".

malago della valle marinomalago della valle marino

 

Così il capogruppo del Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo in merito alla mozione in arrivo giovedì in assemblea capitolina per la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. "Come sa bene anche il presidente Malagò - aggiunge -, per dopodomani è prevista una ulteriore riunione con tutti i capigruppo per verificare e analizzare insieme le proposte e le idee fornite da tutti i consiglieri capitolini. Sono dunque convinto che questa sarà una bella pagina per Roma".

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2. ORA È A RISCHIO LA CANDIDATURA PER LE OLIMPIADI

Giovanna Vitale per "la Repubblica"

 

Nell’entourage di Giovanni Malagò ormai nessuno lo nasconde più: sui Giochi 2024 è allarme rosso.

 

Non bastava l’inchiesta Mafia Capitale che rischia di «gettare un’ombra di discredito internazionale » su Roma, condizionando negativamente i 90 “grandi elettori” chiamati in prospettiva a selezionare la città ospitante. La crisi che si va avvitando in queste ore in Campidoglio sta trasformando l’iter olimpico in un percorso a ostacoli che allontana il traguardo ogni giorno di più .

 

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Colpa di tempi strettissimi e di una tenuta politica che - nonostante le rassicurazioni della presidente dell’aula Valeria Baglio - nessuno sembra in grado di garantire più. Tecnicamente, infatti, è proprio l’assemblea capitolina che deve proporre la candidatura di Roma al Coni. Il quale poi avrà il compito di-ratificarla, in vista della scadenza del 15 settembre: termine entro il quale l’intero dossier dovrà essere consegnato al Cio.

 

«Ma se salta la dead line di fine giugno per l’approvazione della mozione in consiglio comunale, la probabilità che salti tutto è quasi una certezza», ragionano al comitato promotore. Convinti, in uno slancio d’ottimismo, di riuscire a chiudere la partita al consiglio nazionale convocato per il 2 luglio a Milano. Anche per arginare la concorrenza di Parigi, la rivale più temibile, che martedì formalizzerà la sua corsa con una grande festa officiata dal sindaco Hidalgo.

 

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Ma con una giunta in pezzi, i consiglieri d’opposizione sulle barricate e quelli di maggioranza in rotta, l’impresa appare sempre più ardua: la mancanza del numero legale vissuto come uno spettro che torna ad abitare l’aula capitolina nel passaggio decisivo.

 

È il motivo per cui, alla riunione dei capigruppo convocata dopodomani in Campidoglio per condividere il testo della mozione e inserirla all’ordine dei lavori di giovedì, sono stati invitati il presidente del Coni Malagò, il capo del comitato promotore Cordero di Montezemolo, il direttore generale Bugno e il vicepresidente Pancalli.

 

Nella speranza di ridurre anche i più riottosi alla ragione e richiamarli all’unità per evitare all’Italia una figuraccia planetaria. Ricordando a tutti che è stato proprio Renzi, per primo, a mettere la faccia su questa sfida. E che non si può rischiare, per colpire il sindaco Marino, di affondare il Paese.

malago e montezemolomalago e montezemolo

 

Un appello alla responsabilità che non dovrebbe lasciare indifferente nessuno. Anche se l’imminente uscita dell’assessore Guido Improta potrebbe rappresentare un problema in più.

 

È stato lui, all’ultima riunione dei capigruppo, a stringere i bulloni, mentre più di un esponente dell’opposizione ribadiva che «se ci sei tu a coordinarci, andiamo avanti con la mozione bipartisan, ma se Marino pensa di delegare la Cattoi, come ha già fatto, allora noi ci sfiliamo perché non ci fidiamo». Probabile dunque che Improta resti qualche giorno in più anche per questo: chiudere la partita olimpica. E dopo, accada quel che deve.

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