CORNA VISSUTE - IL “ROMANZETTO” DI PROVINCIA SUL DIVORZIO DELLA (PRESUNTA) EX DI BERLUSCONI CONTINUA ALLA GRANDE - IL GIORNALISTA RAI GIANNI PORCELLI VUOLE META’ DEI REGALI MILIONARI DI SILVIO ALLA SUA EX ANTONIA RUGGIERO - SCONTRO IN AULA: MINACCE INCROCIATE DI QUERELE - I COLLEGHI DI PORCELLI INSINUANO: “ANCHE LA SUA CARRIERA HA AVUTO UN AIUTINO” (CHIEDERE A MASI) - UNO DEI DUE AVVOCATI DI PORCELLI RINUNCIA…

Conchita Sannino per "la Repubblica"

L'udienza non è pubblica, ma le voci trapelano nel piccolo tribunale di provincia. E se non fosse per il nome di Berlusconi lanciato da un lato all'altro dell'aula, sembrerebbe - più che l'archetipo di "Un giorno in Pretura" di Steno - un incipit da cinepanettone anni Duemila. È in questa soap che ormai coinvolge l'ex premier citato come teste e terzo incomodo in una causa di separazione, e poi consiglieri regionali, amici influenti, badanti filippine e imprenditori locali, che i legali incrociano le lame.
Attacca subito l'avvocato di lei, l'ex moglie presunta fedifraga Antonia Ruggiero, 35 anni, già assessore provinciale in Irpinia e oggi consigliere regionale Pdl per diktat del Cavaliere. «Chi è stato? Lo voglio sapere. È stato lei collega, un cancelliere, un impiegato o chi altri a passare le carte che citano il presidente Silvio Berlusconi come presunto amante della mia assistita? - si scalda l'anziano legale - Sono carte che fanno sciacallaggio vergognoso di amicizie e presunti tradimenti. Lo sa che ride tutta la città? Voglio sapere chi dovremo querelare».

Il legale di lui, Gianni Porcelli, l'ex marito, 64enne giornalista Rai prossimo alla pensione, che secondo alcuni avrebbe fatto carriera anche grazie all'eccellente Cavaliere della coniuge, resta serafico: «Ognuno può querelare l'altro, stia tranquillo. Qui non si ride ma si ledono diritti. Poi ne parleremo in altra sede. La memoria è depositata dal 24 gennaio e io non parlo con i cronisti. Lei si attenga all'udienza di oggi».

Sopra di loro il giudice, la pacata Viviana Centola, che li richiama alla calma, riguarda gli atti che già "scottano" e rinvia tutto a giugno. E pazienza se ad Avellino continueranno a chiamarla a lungo, sulla falsariga dei Roses di Danny De Vito, la "guerra dei Porcelli".

Sarebbe una farsa appunto. Se non fosse che dietro c'è il destino di un innocente, il loro figlio di pochi anni, di cui suo padre chiede l'affidamento (oggi vive con la madre per decisione del Tribunale). E se non ci fossero i colpi bassi di una separazione, dolorosa come tante nonostante le elargizioni del Cavaliere alla signora avellinese di 1 milione e 300 mila euro complessivi, nonostante la bella villa acquistata in Contrada Archi che lei non vuole cedere per metà a lui, nonostante gli altri personaggi pubblici citati e gli spunti politico-elettorali della lite.

Ora gli ex coniugi non aprono bocca. Porcelli è ad Avellino, accanto al figlio nei giorni consentiti; lei è chiusa nelle stanze della Regione o accanto al suo nuovo compagno, un candidato del Mir di Samorì. Parlano, invece, quelle quindici pagine di fuoco, la "memoria" agli atti depositata da lui. E parlano le minacce di querele di lei. Il documento di Porcelli, curato dallo studio dell'avvocato Mattia Trofa, scava nei ricordi e nell'intimo, rivendica per sé «una maggiore stabilità e moralità » e censura la presunta «inidoneità » dell'altro genitore.

Si passa in rassegna il prima e il dopo del matrimonio. Gianni e Antonia si sposano nel 2005 con i loro quasi 30 anni di differenza. Berlusconi è già amico di lei e - secondo quanto è scritto nella memoria - dona loro «50mila euro». Ma è solo l'inizio. Poi arrivano «400mila euro». Poi tanto altro denaro. Porcelli non sospetta mai. Scrive anzi che lei gli aveva confessato già «una precedente relazione sentimentale con Berlusconi, asserendo che però era ormai chiusa». Invece, ricostruisce la memoria, la storia tra Antonia e Silvio, «non si era di fatto mai interrotta. Del resto, la Ruggiero, sotto lo schermo della dichiarata amicizia, e poi dell'impegno politico, ha continuato ad avere col Berlusconi frequenti contatti che favorivano qualsiasi relazione col suddetto».

È emerso che Porcelli spesso accompagnava sua moglie a Roma dal Cavaliere. Sempre senza sospettare. Oggi scrive il suo avvocato: «L'ex premier era arrivato ad elargire alla
coppia, per l'acquisto della futura casa coniugale, una somma lievitata fino a un milione e 250 mila euro, bonificata in favore di Antonia Ruggiero, su un conto corrente acceso a suo nome nel mese di ottobre 2005, attraverso l'intervento del dottor Giuseppe Spinelli, collaboratore e factotum di Silvio Berlusconi».

Gianni, però, comincia a sospettare solo dopo che si lasciano: e comunque, scrive chiaramente Porcelli, «la conferma di tale amara circostanza è venuta da ultimo, a separazione avvenuta, col rinvenimento nella casa coniugale di un vecchio telefono mobile già in uso alla Ruggiero, ove sono ancora registrati alcuni sms dal contenuto inequivocabile scambiati dalla Ruggiero col Berlusconi in epoca successiva al matrimonio».

Oggi quel padre chiede «l'affidamento esclusivo» del loro bimbo, essendo «psicologicamente più forte e stabile», e di «diverso esempio e sostegno». In ultimo, una profonda stoccata è riservata alla signora anche per le gite familiari in compagnia dell'attuale amico, Sergio Nappi: capolista alla Camera con il Mir di Giampiero Samorì e consigliere regionale nel gruppo "Noi Sud". Investito due volte dalle schegge dello scandalo, in quanto esponente politico e perché ha una causa di separazione in corso. L'ultima "vittima" del cinepanettone di Avellino.

 

ANTONIA RUGGIERO ANTONIA RUGGIERO jpegANTONIA RUGGIERO AL COMIZIO DI BERLUSCONI jpegGIANNI PORCELLI LUI ANTONIA RUGGIERO jpegANTONIA RUGGIERO jpeg

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