SALVINI PROPORRÀ UNA ROSA DI NOMI FATTA APPOSTA PER ANDARE A SBATTERE: IN REALTÀ IL “CAPITONE” SA BENE CHE NON PUÒ PERMETTERSI UN PAPEETE INVERNALE. È DIFFICILE CHE SI TROVI UNA QUADRA INTORNO A PERA, NORDIO, LA CASELLATI O MORATTI – DAL PD SONO SOSPETTOSI SULL’EVENTUALE ASSE CON CONTE. E INTANTO L’ATTIVISMO DEL LEADER DELLA LEGA STA IRRITANDO - E NON POCO – GLI ALLEATI DI CENTRODESTRA
Angelo Picariello per "Avvenire"
matteo salvini vota elezione presidente della repubblica
E ora il cerino è in mano a Matteo Salvini. Ottenuto lo 'scalpo' di Silvio Berlusconi con la rinuncia alla sua candidatura (e lo scontro che ne è seguito dentro Forza Italia ), ora ha il problema di tenere unito il centrodestra, o almeno la sua Lega.
Ma dopo la discesa in campo, di fatto, di Mario Draghi ogni altra ipotesi resta in sospeso. Il premier e il leader della Lega, si sarebbero visti in mattinata, ma l'incontro non sarebbe andato granché bene.
Salvini - suscitando la forte irritazione dei suoi alleati - avrebbe chiesto al premier, per portare la Lega a sostenerlo nella corsa al Colle, il suo ritorno al Viminale, o quanto meno di un uomo del Carroccio, ma avrebbe trovato un Draghi molto freddo.
L'incontro, riservatissimo, si sarebbe tenuto poco prima dei funerali dell'ambasciatore Francesco Paolo Fulci, al quale Salvini ha poi partecipato, presenti anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, Massimo D'Alema, oltre a due papabili del Quirinale Pier Ferdinando Casini e Letizia Moratti.
In seguito Salvini dopo aver rapidamente aggiornato i grandi elettori della Lega, confermando la scheda bianca, ha iniziato la sua girandola di incontri, non avendo ancora però chiara la bussola da seguire.
UN GIOVANE PIER FERDINANDO CASINI
Se provare a sminare il terreno per Draghi al Colle, o se viceversa limitarsi a registrare malumori e resistenze che l'ipotesi suscita, mettendosi di traverso.
Le parti ora si invertono. Non si opporrebbe al trasferimento al Quirinale di Draghi proprio Giorgia Meloni, per la prospettiva di fine anticipata della legislatura che l'ipotesi sembra evocare, mentre le due forze del centrodestra che sostengono il governo restano perplesse (Lega) o contrarie (Forza Italia).
L'incontro di Salvini con la leader di Fdi negli uffici del gruppo alla Camera serve solo «per fare il punto della situazione» definendo la lista dei nomi del centrodestra. Meloni aggiunge quello del magistrato Carlo Nordio, ma allo stato dell'arte sembrano tutte ipotesi tramontate o mai decollate, con qualche residua chance solo per Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Con Enrico Letta si entra invece nei nodi veri della trattativa: Draghi sì o o no, e se sì chi deve andare al suo posto a Palazzo Chigi; se no, invece, quale può essere il nome davvero autorevole e bipartisan per tenere unita almeno l'alleanza di governo.
«Lungo e cordiale» viene definito dalla Lega l'incontro del leader col il segretario del Pd, il quale resta convinto che occorra fare prima chiarezza sull'ipotesi Draghi, per non bruciarlo.
mario draghi sergio mattarella
Più tardi mezz' ora di colloquio di Salvini con Giuseppe Conte, il quale potrebbe far comodo a Salvini se, al fine della girandola di incontri dovesse decidere di assecondare la linea di Forza Italia, che vorrebbe lasciare Draghi dov' è, al pari del presidente del M5s. Senza trascurare un leader oscuro, 'Franco Tiratore', punto di riferimento potenziale dei tanti mugugni che si registravano ieri, a mezza voce, fra i grandi elettori che lamentano il silenzio di Draghi, ancora, su tutta la partita che lo riguarda.
«Sto lavorando perché il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale», diceva in serata Salvini, confermando che non ci sono passi avanti, ma solo l'auspicio di una «discussione priva di veti e pregiudizi».
«Salvini ha la grande possibilità di contribuire a eleggere un presidente della Repubblica che dura sette anni, non sette giorni», dice Matteo Renzi, individuando il possibile king maker, lui che lo fu sette anni fa, per Mattarella.
Ma il leader della Lega sa bene che non può permettersi un nuovo Papeete in versione invernale, in caso di insuccesso della trattativa, e si tiene pronto a valutare, o a offrire, altri nomi. E la carta Pier Ferdinando Casini potrebbe tornare in auge, se la resistenza a un asse di tecnici fra Quirinale e Palazzo Chigi (Draghi-Belloni) dovesse restare forte, nella base dei grandi elettori, come lo è al momento.
MATTEO SALVINI ARRIVA ALLA CAMERA PER L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
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