SALLUSTI CON L'ELMETTO: “L’ANTIBERLUSCONISMO È STATO UN ATTENTATO CONTRO QUESTO PAESE MESSO IN ATTO DALLA SINISTRA ATTRAVERSO TRADIMENTI, CON LA COMPLICITÀ DI STATI ESTERI, MAGISTRATURA DEVIATA E LINCIAGGI MEDIATICI (‘REPUBBLICA’ E ‘FATTO’). UN COLPO DI STATO CHE, IRONIA DELLA SORTE, HA PRODOTTO UNO COME MATTEO RENZI. BEN GLI STA''
Alessandro Sallusti per “il Giornale”
Come tutti i cancri, anche l'antiberlusconismo militante è difficile da estirpare. Dalle colonne di la Repubblica e del Fatto i guerriglieri di sempre hanno ridato fiato alle trombe, complice l'affermazione di Matteo Renzi che «berlusconismo e antiberlusconismo pari sono nei danni che hanno provocato al Paese».
Certo, molti di loro sono invecchiati e non hanno lo smalto esibito negli anni Novanta, alcuni si sono pure rimbambiti a furia di ripetere le stesse cose, quasi tutti pontificano da ville, hotel e spiagge di lusso grazie ai non pochi soldi fatti pontificando che Berlusconi è uno sporco capitalista.
Parliamo di una manica di ipocriti opportunisti, compagni di lotta rivoluzionaria finiti per convenienza ai vertici del sistema borghese, che si tratti di giornali, università o istituzioni poco importa. Volevano il comunismo al potere e si sono ritrovati prima Berlusconi e ora Renzi, democristiano amorale e opportunista. Già questo la dice lunga, oltre che sul comunismo, sulla loro intelligenza, sulla capacità di incidere nella società reale che c'è oltre il confine di Capalbio, spiaggia chic eletta a sede sociale.
Adesso questo circo di invidiosi a tempo pieno se la prende con il premier per «complicità col nemico», non capendo che l'unico antiberlusconiano vero apparso sulla scena è proprio lui, Matteo Renzi.
Evitando lo scontro personale, blandendo il Cavaliere e il suo elettorato con false promesse, Renzi non solo ha riportato con prepotenza la sinistra al governo ma si è mangiato pure una fetta di centrodestra (prima Alfano poi Verdini). Più di così non so cosa poteva fare, e mi auguro non faccia. E non lo dico da tifoso. Renzi è il classico democristiano di sinistra, subdolo e ambiguo, avversario temibile di chi si professa liberale. È vero che ha umiliato i comunisti che comandavano nel suo partito, è vero che si ritrova contro buona parte degli antiberlusconiani, ma non sono questi motivi sufficienti per concedergli un lasciapassare in bianco.
STRETTA DI MANO TRA TRAVAGLIO E BERLUSCONI jpeg
Non cadiamo nella trappola linguistica di Renzi. Berlusconismo e antiberlusconismo non si possono mettere sullo stesso piano ma per il motivo opposto a quello sostenuto dai guerriglieri di Repubblica e Fatto. Il primo ha prodotto il primo vero tentativo di cambiare questo Paese, il secondo è stato un attentato contro questo Paese e le sue istituzioni messo in atto dalla sinistra attraverso tradimenti, con la complicità di Stati esteri, magistratura deviata e linciaggi mediatici. Un colpo di Stato che, ironia della sorte, ha prodotto uno come Matteo Renzi. Ben gli sta.