marta cartabia giulia bongiorno

CATTIVA SORTE - FERMI TUTTI: SALTA IL SORTEGGIO DEI COLLEGI PER LE ELEZIONI DEL CSM NELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. IL MINISTRO CARTABIA L’AVEVA TIRATO FUORI PER VENIRE INCONTRO ALLE RICHIESTE DELLA LEGA, E RECIDERE IL LEGAME TRA ELETTI E CORRENTI - MA È STATA LA STESSA SENATRICE LEGHISTA BONGIORNO, CHE AVEVA FIRMATO L’EMENDAMENTO, A BOCCIARLO. E COSÌ SI TORNA ALLA CASELLA DI PARTENZA - INTANTO SLITTA L’APPROVAZIONE DELLA CAMERA AL TESTO PERCHÉ MANCA IL PARERE DELLA COMMISSIONE BILANCIO SULLE COPERTURE

Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

MARTA CARTABIA 1

Dietrofront sul sorteggio dei collegi per le elezioni del Csm. La ministra della Giustizia Marta Cartabia lo aveva ideato per venire incontro alle richieste della Lega: un sorteggio per recidere il legame tra eletti e correnti.

 

Se non dei candidati almeno dei collegi. Ma questo compromesso era stato bocciato dalla stessa autrice dell'emendamento, Giulia Bongiorno, che l'aveva definito, in una intervista al Corriere , «svuotato di significato».

 

GIULIA BONGIORNO

E l'aveva rinnegato: «Chiamatelo ex Bongiorno (come la ex Cirielli)». Secondo la responsabile Giustizia della Lega era scomparso l'«effetto sorpresa». Gli abbinamenti dei collegi, scoperti all'ultimo momento, aveva spiegato, avrebbero fatto sì che si votassero i magistrati sulla base del curriculum. Ma sapendoli mesi prima le correnti si sarebbero organizzate.

 

Lette le critiche la ministra ha chiesto dunque per telefono a Bongiorno se la Lega volesse mantenere l'emendamento. Al «no» ha deciso di tornare al testo precedente: i collegi verranno formati da distretti di Corte d'appello territorialmente contigui, con un numero di elettori simile; sarà il ministero, sentito il Csm, a disegnarli. «Per spirito di lealtà nei confronti della maggioranza voteremo questo testo che non risolve nulla», annuncia Giulia Bongiorno. «Ma presenteremo anche i quattro emendamenti oggetto dei referendum "essenziali"».

 

LA MINISTRA MARTA CARTABIA

Soddisfazione nell'Anm, in stato di agitazione contro la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario: «Avevamo criticato il sorteggio dei collegi elettorali per il Csm perché andava in senso contrario a quello di favorire il rapporto di conoscenza fra elettori e candidati al Csm, portando il magistrato elettore a dover votare anche candidati che magari operano a centinaia di chilometri di distanza da dove esercita le funzioni l'elettore», rimarca il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia.

 

FRANCESCO PAOLO SISTO E LE SUE BUFFE SCIARPE

Pur sottolineando che nel testo restano ancora «criticità». Per il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, quella dell'Anm è una risposta «in qualche modo prevedibile a una riforma comunque equilibrata e necessaria per restituire smalto ai principi costituzionali».

 

Intanto slitta l'approvazione di Montecitorio. Non c'era il parere sugli emendamenti della commissione Bilancio, che ha inviato oltre 60 pagine al governo chiedendo al ministero della Giustizia chiarimenti su alcune coperture.

 

MARTA CARTABIA

In attesa che il dicastero di via Arenula risponda punto per punto sulle obiezioni della commissione, è stato inevitabile lo slittamento dell'esame. Fino all'ultimo maggioranza e governo hanno tentato di velocizzare l'iter, così da avviare le votazioni sulle proposte di modifica (la maggior parte firmate da FdI, Misto e Iv, solo 5 gli emendamenti leghisti) già nella serata di ieri. Ma non c'è stato nulla da fare.

 

luca palamara foto di bacco

 Tutto rinviato a stamattina. Cosa che fa sfumare l'ipotesi iniziale di licenziare la riforma entro la settimana. Il calendario di massima, prevede che l'Aula possa terminare l'esame degli emendamenti entro venerdì, per poi svolgere le dichiarazioni di voto. La votazione finale potrebbe essere, quindi, martedì. Poi la riforma potrà cominciare il suo iter al Senato per il via libera definitivo, che però non si annuncia del tutto in discesa.

marta cartabia in conferenza stampa 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…