salvini zaia

SALVINI FA MELINA – IL CAPITONE, CHE DEVE FRONTEGGIARE UN MALCONTENTO CRESCENTE DENTRO IL SUO PARTITO, PENSA DI RINVIARE IL CONGRESSO DEL CARROCCIO AL 2025, PER EVITARE LA RESA DEI CONTI SUBITO DOPO LE EUROPEE, CHE SI ANNUNCIANO COME UN BAGNO DI SANGUE PER IL CARROCCIO – LA FRONDA DELLA LIGA VENETA CHE MINACCIA UNA SCISSIONE E ZAIA CHE NON MOLLA SUL TERZO MANDATO…

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Calma col congresso. «Si può fare anche nel 2025», confida qualche colonnello di Matteo Salvini. Intorno al capo della Lega, da settimane, ronzano due pressioni contrapposte. C’è chi spinge per dare un’accelerata, allestendo i gazebo prima delle Europee, per tagliare la testa al toro e blindare il «Capitano» in vista di un voto, quello per Bruxelles, che si preannuncia come un bagno di sangue.

 

Ma negli ultimi giorni, considerato anche il fiasco sardo, con la Lega calata sull’isola dal 9% del 2019 al 3,7% di oggi, sta prendendo quota un’altra idea: rimandare l’assise nazionale. Non solo all’immediato post-Europee, che rischierebbe di trasformare il raduno in una resa dei conti, ma proprio all’anno prossimo.

 

ZAIA - GIORGETTI - FONTANA - CALDEROLI - SALVINI - FEDRIGA

La mossa metterebbe al riparo il vice-premier dall’onda di malessere che sta montando sui territori. Non soltanto da parte dei bossiani del “Comitato Nord”, di fatto emarginati dalla gestione del partito da anni, ma anche da un pezzo di classe dirigente delle roccaforti, come l’europarlamentare Toni Da Re, tessera della Liga Veneta dall’82, che parlando con Repubblica tre giorni fa è sbottato: «Dopo il voto o Salvini se ne va con le buone, o lo cacciamo con le cattive».

 

La giustificazione dietro la linea attendista sul congresso è che prima andrebbero «completati quelli regionali». In ballo non c’è solo la Lombardia, dove aspirerebbero al ruolo di segretario sia l’attuale commissario Fabrizio Cecchetti che il potente capogruppo dei senatori, Max Romeo. Vanno inserite nel computo anche le regioni del Sud, tutte commissariate per bizze locali […]

 

MATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA

Ecco perché anche al quartier generale di via Bellerio circola ormai l’ipotesi che l’assise “federale” venga fissata nel 2025. A meno che Salvini non decida di bypassare i territori, per scudarsi prima delle Europee. Ma toccherebbe annunciare la mossa entro una decina di giorni. Soprattutto, fare un congresso costa: diverse centinaia di migliaia di euro. Significherebbe sottrarle alla “cassa” della campagna elettorale.

 

I vincoli di statuto non sono un problema, in ogni caso: sono stati ampiamente dribblati in questi anni. La Lega non celebra un congresso dal 2017. E in teoria andrebbe organizzato ogni tre anni.

 

Dal Carroccio assicurano che la decisione sulla data sarà comunque «condivisa». Saranno insomma sentiti anche i tre governatori del Nord che, a partire dal veneto Luca Zaia, scalpitano per il terzo mandato. La Lega dovrebbe ripresentare l’emendamento per allungare gli incarichi dei presidenti di Regione tra una decina di giorni, in vista del voto del 19 marzo nell’aula del Senato. Anche a costo di spaccare di nuovo la maggioranza.

 

matteo salvini luca zaia pontida 2022

Salvini non sembra intenzionato a mollare la presa: «Due mandati sono un limite alla democrazia», insisteva ieri da un cantiere di Lecco, dov’è rimontato sulla ruspa talismano, come ai tempi del 34%. Ma FdI non cambierà linea. Stesso discorso per Forza Italia […] «Se ne sta discutendo ed è positivo», ammette il presidente Massimiliano Fedriga. Ma Zaia questa carta l’ha già calata in passato: nel 2025 correrebbe per il quarto incarico di fila. Per questo preme, insieme a Salvini, per una legge nazionale che mandi indietro il contatore.

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontanafontana salvini zaiaZAIA SALVINI LORENZO FONTANA

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...