SANTACROCE E DELIZIA: LE TOGHE ROSSE FURIOSE PER L’ELEZIONE DEL MAGISTRATO, ULTIMA SPERANZA DEL BANANA

Fra.Gri. per "La Stampa"

Il magistrato Giorgio Santacroce è il nuovo primo presidente della Corte di Cassazione. Subentra a Ernesto Lupo. Sul suo nome, però, è stata battaglia fino all'ultimo. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura s'è spaccato: 13 i voti a suo favore; 9 a Luigi Rovelli, l'altro candidato, presidente della seconda sezione civile della Cassazione stessa, 4 gli astenuti (il vicepresidente Michele Vietti, il pg di Cassazione, Gianfranco Ciani, il presidente uscente Lupo e il laico del Pdl Annibale Marini). Non era andata così, un paio di anni fa, quando il Csm scelse Lupo. Quella volta fu unanimità.

Il nome di Santacroce, 72 anni, originario di La Spezia, in magistratura da 48 anni, oggi alla guida della Corte d'appello di Roma, divide gli animi. E non per caso. Santacroce è infatti inseguito dalla nomea di cripto-berlusconiano da almeno dieci anni. Da quando, cioè, in un'udienza del processo Imi-Sir, a Milano, interrogato da Ilda Boccassini, raccontò in palese imbarazzo di avere frequentato Cesare Previti.

La cena dello scandalo avvenne a Roma, nello studio Previti, in via Cicerone, in un periodo imprecisato degli Anni Ottanta. All'epoca il giovane Santacroce era un sostituto procuratore in grande evidenza. Conduceva l'inchiesta sulla strage di Ustica in condominio con il consigliere istruttore Franco Bucarelli (quello che poi fu accusato da Giuliano Amato di avere occultato delle fotografie inquietanti della Marina statunitense del relitto in fondo al mare) dopo essersi occupato per dieci anni di terrorismo rosso e nero, omicidi, tangenti.

Il punto dolente di Santacroce, insomma, si chiama Previti. Anche se ieri nessuno vi ha fatto cenno, era quella la questione. «L'ho visto tre o quattro volte in tutta la mia vita», disse al processo. Gli chiedeva Boccassini: «È stato a casa sua?». Risposta: «Ho preso parte a una cena nello studio di via Cicerone». Lei incalzò: «C'erano altri?».Lui: «Credo di sì, uno o due, ma non ricordo chi erano».

Per ricordare alcuni dati di cronaca: il 4 maggio 2006, con sentenza definitiva di Cassazione, Previti è stato condannato a 6 anni di detenzione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per l'accusa di corruzione in atti giudiziari. Pagava i magistrati per ottenere sentenze gradite. Quindi associare un magistrato a quelle cene è il colpo basso che può bloccare una carriera.

Il Cavaliere, per sovrappiù, nei giorni scorsi si era sperticato in elogi per i giudici della Cassazione, i quali, unici, avrebbero equilibrio di giudizio. E queste parole non hanno aiutato Santacroce nella sua corsa. Ma tant'è.

Le correnti di sinistra della magistratura avrebbero preferito Luigi Rovelli. Da sinistra, però, non mancano le congratulazioni. S'è affrettato a telefonargli Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio. Afferma poi la presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, Pd: «Il presidente Santacroce è persona di esperienza, equilibrio e capacità organizzative. A lui auguriamo buon lavoro nella consapevolezza che saprà svolgere questo prestigioso incarico con equilibrio, in continuità con il presidente uscente Ernesto Lupo, che ringraziamo per l'impegno profuso in questi anni».

Applausi anche dall'Unione delle Camere Penali. «Giorgio Santacroce è un magistrato apprezzato dall'avvocatura penale non solo per le sue doti personali e per il suo equilibrio, ma anche per la linearità e il coraggio con cui ha sempre espresso le sue idee sulla giurisdizione e sull'assetto della magistratura».

 

GIORGIO SANTACROCE Michele Vietti Vp Csm cesare previti foto mezzelani gmt ILDA BOCCASSINI IN TRIBUNALE previti e berlusconi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…