1- IL PIANO DI RIGORE PRESENTATO IERI DAL PRIMO MINISTRO FRANCESE FILLON DÀ IL COLPO DI GRAZIA ALLA VOGLIA DI RIELEZIONE ALLA PRESIDENZA DEL PORTA-PANNOLINI DI CARLÀ 2- IL NANETTO DELL’ELISEO DAI TONI TRONFIO-TRIONFALISTICI DEL 2007 NON ESISTE PIÙ 3- NEL 2009 SI RIVOLSE ALLA NAZIONE PRESENTANDOSI COME IL PRESIDENTE CHE NON AVREBBE MAI ALZATO LE TASSE. DUE ANNI DOPO ECCO UNA MANOVRA CHE AUMENTA L’IVA E CHE AGLI INTERVENTI SULL’ECONOMIA PREFERISCE PESCARE A PIENE MANI NELLE TASCHE DELLE FAMIGLIE FRANCESI (BEN 75 SU 100 EURO DI RIDUZIONE DEL DEFICIT) 4- IL 2012 VEDRÀ UN MONDO SENZA BERLUSCONI, OBAMA, ZAPATERO, SARKOZY E MERKEL?

1 - IL PIANO DI FILLON SEPPELLISCE IL SARKOZYSMO

Dagoreport da "Libération"
http://bit.ly/tY5P3X - http://bit.ly/sIs796 - http://bit.ly/sDTfPx

Il fallimento del sarkozysmo. È questa, sintetizzata da "Libération", Il quotidiano espressione della gauche la prima conclusione che si trae dal drastico piano di rigore presentato ieri dal Primo ministro francese Francois Fillon. Un programma di risparmi da 65 miliardi di euro i cui punti principali sono l'aumento dell'Iva e l'accelerazione della riforma delle pensioni.

"Fillon, l'amico delle tasse", "Fillon dà il colpo di grazia a Sarkozy", titola il giornale. E analizza le misure contenute nella manovra, sottolineando che per l'anno 2013, per il 68,1% sono di natura fiscale. "Saltato il simbolo dell'Iva, quello che resta del sarkozysmo delle origini non è altro che la detassazione degli straordinari. E ci si chiede il perché, visto che non si vedono prove di benefici nel lavoro", scrive Paul Quinio in un editoriale, sempre su "Libé", intitolato "Fossoyeur", "becchino".

Gli obiettivi del piano sono ambiziosi: deficit zero entro il 2016. Ma sui 6,9 miliardi di euro di risparmi previsti per il 2012, 5,2 provengono da nuove entrate (Iva, aumento dell'imposta sulle società etc.), denuncia il quotidiano francese. Le misure di tipo economico influiscono solo per 1,7 miliardi. La stessa tendenza si conferma per il 2013: 7,9 miliardi dalle tasse, 3,7 da interventi sull'economia.

In percentuale, il risultato è senza appello: per 100 euro di riduzione del deficit, nel 2012, più di 75 euro vengono raccolti mettendo le mani nelle tasche dei cittadini. Più di 68 euro nel 2013. "Il Nicolas Sarkozy del 2007 che si rifiuta di essere ‘il presidente che aumenta le tasse' non è che un lontano ricordo".


2 - QUANDO SARKOZY DISSE: "NON SARÃ’ MAI IL PRESIDENTE CHE AUMENTE LA TASSE"
Da "Libération" - http://bit.ly/uU2RUV

Strano il destino. Era il 24 marzo del 2009 e cinque giorni prima tre milioni di persone erano scese in strada, in tutta la Francia, per protestare contro la politica economica di Sarkozy. Cittadini colpiti dalla crisi che chiedevano all'Eliseo interventi per rilanciare il potere d'acquisto e difendere i servizi pubblici. Il presidente francese si rivolse alla nazione con un discorso accorato in cui chiese al Paese di unirsi in un momento di difficoltà. In un passaggio di quel discorso disse: "Je ne serai pas le président qui augmente les impôts", "non sarò mai il presidente che aumenta le tasse". Due anni dopo è costretto a smentirsi.

 

SARKOZYSARKOZY NAPOLEONENicolas Sarkozy with Carla BruniNicolas Sarkozy Carla BruniSARKOZY BRUNI BERLUSCONI

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