macron conte eni total

ALTRO CHE RIFUGIATI, IL VERO MOTIVO PER CUI ITALIA E FRANCIA LITIGANO È IL PETROLIO – LA DIPLOMAZIA DI MACRON CON HAFTAR ARRIVA IN RITARDO RISPETTO A ENI, CHE, PUR SURCLASSANDO TOTAL IN LIBIA, ORA PUNTA ALL’ALGERIA – DIETRO ALLE SCARAMUCCE DIPLOMATICHE C’È LA CONQUISTA (ECONOMICA) DELL’AFRICA, CARA ALLA FRANCIA…

Francesca Pierantozzi per "il Messaggero"

 

giuseppe conte emmanuel macron 5

Negli ultimi tempi tra Roma e Parigi volano parole grosse: irresponsabile e cinica l' Italia che chiude i porti per Macron, arrogante e ipocrita la Francia secondo Salvini. Ma dietro alle scaramucce diplomatiche, quanto pesano gli interessi economici? Quanto pesa il petrolio della Libia, l' Uranio del Niger, il gas del Fezzan, e poi l' oro, il cobalto, il manganese, il litio e le preziose terre rare del Sahel? Sono questi i famosi paesi «di origine e transito» dei flussi migratori che stanno spaccando l' Europa.

 

In Libia, oltre alle idee di Macron e Salvini, si fronteggiano anche Eni e Total. La lotta è ancora impari e a netto vantaggio italiano. Nel 2018 Eni stima una produzione giornaliera di circa 320 mila barili/olio/equivalente (Boe). Nel 2017 la produzione della francese Total è stata di 31.500 barili al giorno. Anche se a marzo Total ha comprato la Marathon Oil Libya, che a sua volta detiene il 16,33 per cento delle concessioni di Waha per 450 milioni di dollari, la produzione dei francesi non supererà i 100 mila barili.

macron e brigitte a roma foto barillari

 

La diplomazia di Macron, che per primo ha riconosciuto come interlocutore oltre al premier di Tripoli Serraj - il generale Haftar, signore della Cirenaica e ormai considerato anche signore del petrolio, arriva comunque in ritardo rispetto alle intenzioni di Eni. Il gruppo italiano sta infatti già guardando altrove.

 

A marzo l' amministratore delegato Descalzi ha annunciato che Eni ridurrà la produzione di petrolio in Libia fino a 200mila barili al giorno entro il 2021. In compenso, gli italiani guardano con interesse all' ex francese Algeria, possibile futuro terreno di scontro economico: Descalzi ha firmato di recente una serie di accordi con la Sonatrach, la società di Stato algerina, di cui uno in particolare per l' esplorazione nel bacino del Berkine.

TOTAL

 

L' AUTOSTRADA PROMESSA

Tra Francia e Italia in Libia non c' è comunque solo il petrolio. Grossi interessi hanno anche Endesa (Enel) e Gdf-Suez, per non citare che i colossi. Senza contare, per l' Italia, il progetto di autostrada che Berlusconi promise a Gheddafi come «risarcimento» della politica coloniale, una litoranea per quasi un miliardo di euro attribuito a Salini Impregilo e di recente confermato, e il gasdotto libico-italiano Green Stream.

descalzi

 

Stesso tavolo di interessi comuni anche nel Sahel, dove la Francia è presente militarmente dal 2013, prima in Mali con l' operazione Serval, e poi anche in Mauritania, Niger, Burkina Faso e Ciad con l' operazione Serval. Sono questi alcuni dei paesi in cui dovrebbero essere installati i famosi hot spot extra europei. Per ora l' Italia è stata estromessa dal dispositivo presente a Niamey, dove sono di stanza solo una quarantina di militari italiani.

 

descalzi

Il governo Gentiloni aveva parlato di «opportunità enormi per il nostro sistema manifatturiero», ma per Parigi sono in gioco soprattutto i giacimenti di uranio in Niger (in particolare la miniera di Arlit) che forniscono ad Areva il 30 per cento di uranio utilizzato nelle centrali nucleari di Francia.

berlusconi e gheddafiberlusconi e il rais muammar gheddafiENI LIBIA

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA