giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

“SE NON RIESCI A CONTENERE I TUOI, QUI SALTA TUTTO” - CHE SCAZZO TRA GIORGIA MELONI E IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GIORGETTI CHE DIFENDE LA LETTERA DEL MEF IN CUI SI CALDEGGIA L’APPROVAZIONE DEL MES: “CONVIENE ALL’ITALIA” - IL LEGHISTA, FORTE DELL’APPOGGIO DEL QUIRINALE, VA ALLO SCONTRO ANCHE CON SALVINI CHE DEL MECCANISMO DI STABILITA’ NON VUOLE SENTIR PARLARE - GIORGETTI È STANCO DI NON POTER TRATTARE NOMINE DECISIVE A CAUSA DEL “NO MES”: SENZA LA RATIFICA, NON TOCCHIAMO PALLA NELLA CORSA PER GUIDARE LA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI, DOVE È IN LIZZA DANIELE FRANCO. RISCHIAMO DI PERDERE IL POSTO NEL BOARD BCE, NEL CASO IN CUI FABIO PANETTA ANDASSE A BANKITALIA…

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Tra Giorgia Meloni e Bruxelles, Giancarlo Giorgetti sceglie l’Europa. Anche a costo di sfidare la presidente del Consiglio e di aprire un a faglia nel cuore dell’esecutivo. Perché il ministro dell’Economia è convinto che la ratifica del Salva Stati imponga una scelta. […] ritiene che Roma debba decidere da che parte stare. È insomma un dovere che non si può eludere. Anche a costo di strappare con Palazzo Chigi.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

C’è un’appendice che chiude il primo, pesante conflitto nel cuore dell’esecutivo. Succede nel tardo pomeriggio di ieri, durante una cerimonia della Guardia di Finanza in una caserma romana. Il titolare del Tesoro si ritrova faccia a faccia con Meloni. E diventa bersaglio. «Se non riesci a contenere i tuoi - è il senso dello sfogo della premier forniamo il destro agli scalmanati che vogliono far saltare tutto». I «suoi» sono i tecnici – a partire dal capo di gabinetto Stefano Varone – che hanno scritto la lettera in cui si sbilanciano sulla convenienza del Mes.

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

 

Gli altri, «gli scalmanati», sono i centristi azzurri e renziani - e alcuni leghisti che non la amano che remano contro la stabilità di Forza Italia, contro Antonio Tajani, in ultima istanza contro l’esecutivo. Non sono ragionamenti che scalfiscono Giorgetti. Il ministro, anzi, sceglie consapevolmente di tenere il punto sulla missiva. Lo fa conscio che un segnale di responsabiltà sarà gradito al Colle. E decide di farlo anche a rischio di far esplodere il conflitto. Difendendone in privato le ragioni.

giancarlo giorgetti daniele franco sergio mattarella

 

Il punto di partenza del suo ragionamento è netto: il Salva Stati conviene all’Italia per almeno tre ragioni. La prima: mette in sicurezza un Paese dall’alto debito pubblico. La seconda: protegge i titoli di Stato. La terza: il trattato non presenta controindicazioni per l’Italia. E d’altra parte, pesano anche ragioni di pragmatismo politico. Il ministro dell’Economia è stufo di dover chiudere ogni riunione con gli omologhi europei ricevendo un quesito che ormai lo tormenta: «Quando approvate il Salva Stati?».

 

È stanco, soprattutto, di non poter trattare nomine decisive a causa del “no Mes”, lo scalpo sovranista agitato da Meloni e Matteo Salvini. Senza la ratifica, infatti, Roma rischia di non toccare palla nella corsa per guidare la Banca europea per gli investimenti, dove è in lizza Daniele Franco. Potrebbe perdere il posto nel board della Bce, nel caso in cui Fabio Panetta diventasse governatore di Bankitalia. E verrebbe esclusa anche dalla battaglia per il consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, guidata dall’italiano Andrea Enria.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini

Senza sottovalutare neanche il peso degli screzi nella battaglia per la guida delle partecipate e della Guardia di Finanza, da cui Giorgetti è uscito sconfitto. […] La presidente del Consiglio sapeva della lettera del ministero dell’Economia, ma forse non conosceva […] forma e contenuti scelti dal Tesoro per promuovere il Mes. E non poteva prevedere la reazione della Lega, la scintilla che ha infiammato le contraddizioni sovraniste. Su esplicito ordine di Matteo Salvini, il Carroccio chiede in commissione di mettere ai voti la ratifica, per bocciarla.

 

SALVINI MELONI GIORGETTI 1

I meloniani sbandano, si ritrovano di fronte due pessime alternative: dire no come il Carroccio, provocando un caso internazionale, oppure votare sì e spaccare la maggioranza. […] L’idea di Meloni è sempre quella di rimandare. Pensa che sia utile per trattare con Bruxelles le condizioni per il nuovo Patto di Stabilità. È l’eterna contraddizione della premier: vorrebbe bocciare il Salva Stati, ma preferisce non farlo per non affossare l’Italia sui mercati. […] Ne discuterà stamane con Salvini, Tajani e Giorgetti. Il segretario leghista, infuriato con il suo ministro, preme per bocciare il testo. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...