volodymyr zelensky giorgia meloni guerra ucraina aiuti militari

SE DIPENDESSE DAGLI ITALIANI, L’UCRAINA NON ESISTEREBBE PIÙ – SOLTANTO IL 42% È D’ACCORDO CON GLI AIUTI MILITARI A KIEV – I PIÙ FAVOREVOLI A SOSTENERE LA RESISTENZA SONO GLI ELETTORI DEL PD (56%), MENTRE TRA I PARTITI DI GOVERNO QUELLI DELLA LEGA (48%) SONO PIÙ D’ACCORDO DI QUELLI CHE VOTANI I TURBO-ATLANTISTI FDI E FI (45%). E TRA I GRILLINI SOLO UN TERZO VUOLE DARE LE ARMI A ZELENSKY – LE DIFFERENZE PER ETÀ

Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

GLI ITALIANI E GLI AIUTI MILITARI ALL UCRAINA

[…] il consenso degli italiani verso la decisione del governo di inviare aiuti militari in Ucraina, dopo l’intervento della Russia nel febbraio 2022, ha fatto osservare diverse variazioni, nel corso dei mesi seguenti, come emerge dai sondaggi condotti da Demos-LaPolis (Università di Urbino).

 

[…]  Così, nell’ultimo anno, abbiamo assistito a variazioni continue nell’orientamento dei cittadini, che hanno, comunque, dimostrato un consenso sempre elevato. Anche se mai dominante. All’inizio, nella primavera del 2022, infatti, appariva – di poco superiore al 50%. E, comunque, non è mai sceso al di sotto del 40%.

 

giorgia meloni zelensky

È, peraltro, significativo come il sostegno all’invio di aiuti militari, dopo aver toccato livelli molto alti, durante l’estate del 2023, sia sceso in modo significativo, in autunno. Quando l’attacco di Hamas a Israele e la conseguente reazione, concentrata sulla Striscia di Gaza, hanno spostato altrove, cioè verso Medio Oriente, il baricentro dell’attenzione e delle preoccupazioni […].

 

Tuttavia, le divisioni, nella società, a questo proposito, nel corso dei mesi sono divenute profonde ed evidenti. In particolare, sotto il profilo politico. E attraversano all’interno gli stessi partiti. Distanziando i gruppi dirigenti dalla loro base. Nonostante che in Parlamento, nei giorni scorsi, il Pd si fosse astenuto sulla consegna di armi a Kiev, i suoi elettori sembrano orientati diversamente.

 

GLI AIUTI MILITARI ALL UCRAINA TRA GLI ELETTORI DEI PRINCIPALI PARTITI

Sugli aiuti militari all’Ucraina, infatti, il maggior grado di favore è espresso proprio dagli elettori del Pd: 56%. Mentre, simmetricamente, la base dei partiti del governo di centro-destra, al proposito, manifesta un consenso più limitato e di misura analoga. Fra il 45% (FdI e Fi) e il 48% (Lega). In fondo a questa graduatoria, troviamo il M5S. Poco più di un terzo, fra i suoi elettori, infatti, si dice d’accordo sugli aiuti militari a Kiev. Un altro aspetto che sottolinea e marca le differenze fra i cittadini, oltre alla posizione politica, è l’età.

 

[…] Il massimo grado di approvazione verso i provvedimenti del governo, e quindi verso il sostegno militare all’Ucraina, si osserva nelle classi di età “opposte”. Fra i più giovani, sotto ai 30 anni (46%), e, soprattutto, fra gli anziani, oltre i 65 anni (50%). Se associamo l’età alla professione, questa distinzione “comune” diviene ancora più evidente, in quanto il sostegno più elevato caratterizza gli studenti (52%) e i pensionati (50%). Queste “analoghe diversità” contribuiscono a spiegare come le differenze di atteggiamento riflettano un comune problema.

VOLODYMYR ZELENSKY E GIORGIA MELONI A VILNIUS - MEME

 

L’in-sicurezza. Che, naturalmente, pervade gli anziani, i quali vedono e hanno di fronte un futuro “corto”. E i giovani, che, invece, hanno davanti un futuro “lungo”. Un “orizzonte ampio”, Ma, al tempo stesso, “oscuro”. Senza certezze. “In tempo di guerre” […] l’insicurezza assume colori politici e tratti generazionali definiti. E contribuisce ad accentuare il disincanto verso i Paesi teatro di invasioni, come l’Ucraina. Soprattutto, ma non solo, fra gli elettori di centro-destra. Di generazioni opposte. Fra i più giovani e i più anziani. […]

GLI AIUTI MILITARI ALL UCRAINA PER FASCIA D ETA' rishi sunak joe biden giorgia meloni jens stoltenberg volodymyr zelensky vertice nato di vilnius volodymyr zelensky giorgia meloni vertice nato vilnius

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…