ROMANO, SICULO E PADANO - SE LA LEGA SALVA ROMANO DAL VOTO DI SFIDUCIA NON È SOLO PER BLINDARE IL GOVERNO - BOSSI DEVE UN PIACERE AL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA CHE HA COMMISSARIATO, CON L’OK DEL SENATÙR, L’AGENZIA PER LE EROGAZIONI DEI FONDI EUROPEI IN AGRICOLTURA - LO SCOPO ERA QUELLO DI RIMUOVERNE IL PRESIDENTE, IL LEGHISTA DARIO FRUSCIO CHE CERCAVA DI FAR PAGARE LE MULTE AGLI ALLEVATORI DEL NORD (ZOCCOLO DURO DELL’ELETTORATO DEL CARROCCIO) CHE AVEVANO PRODOTTO E VENDUTO LATTE OLTRE LE LORO QUOTE…

Alessandro Camilli per Blitz quotidiano

Mercoledì si vota in Parlamento la sfiducia a Francesco Saverio Romano, ministro dell'Agricoltura. Su di lui la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Umberto Bossi ha detto che la Lega voterà contro la sfiducia e a favore di Romano "per salvare il governo". E Roberto Maroni ha fatto sapere che è del tutto "ovvio e naturale" che la Lega respinga la sfiducia a un ministro del governo di cui la Lega fa parte. Dunque stavolta la Lega è davvero unita e concorde nel salvare Romano.

Per il governo certo, ma forse anche per riconoscenza e gratitudine nei confronti di Romano. C'era infatti una volta un leghista, Dario Fruscio, alla guida dell'Agea, l'Agenzia per l'erogazione dei fondi europei all'Agricoltura. C'era e non c'è più, il ministro Romano l'ha tolto di mezzo. E, quando Romano ha tolto di mezzo un leghista, la Lega non ha protestato, anzi. Le due storie, quella di Romano salvato dalla Lega in Parlamento, e quella di Romano che sostituisce il leghista Fruscio, si intrecciano e diventano la storia unica di Romano ministro che ha in mano una "cambiale" politica firmata Lega.

Francesco Saverio Romano: meridionale, democristiano, "migrante" da un gruppo politico all'altro, indagato per presunte vicinanze alla mafia. Identikit perfetto per non piacere alla "pancia" e anche alla testa della Lega. Eppure... Francesco Saverio Romano diventa ministro delle politiche agricole lo scorso marzo, con un pubblico dubbio sull'opportunità della nomina da parte niente meno che del capo dello Stato. Romano aveva, nei primi mesi del suo mandato, mantenuto un basso profilo, con una scarsa esposizione mediatica. Probabilmente anche a causa delle riserve espresse dal Presidente della Repubblica al momento della sua nomina a ministro.

Mercoledì 28 settembre si vota la mozione di sfiducia individuale su di lui presentata dalle opposizioni. In vista di questo delicato passaggio, per lui e per il governo, Romano ha dato il via ad una campagna pubblicitaria per cercare di tirarsi fuori dai guai. Fin qui comprensibile strategia di autodifesa. Condotta da Romano con evidente sicurezza sul risultato finale, timbrata dall'avvertimento di Romano: "Se cado io, cadono tutti".

Il partito di Bossi ha inteso l'antifona e, per salvare il governo, "ingoierà il rospo". Verissimo, anche se personale e rivolta ad un singolo ministro, se la sfiducia passasse sarebbe un colpo durissimo per tutto l'esecutivo. La maggioranza su cui il governo può contare è sempre più esile, e dimostrazione ne è stata la votazione sull'arresto del braccio destro di Tremonti Marco Milanese in cui il governo ha raccolto solo 7 voti più dell'opposizione. Romano sfiduciato significherebbe 4 voti in meno in Parlamento, infatti il ministro è capogruppo di un minipartito, il Pid, Popolari di Italia Domani, e porta in dote tre voti e, oltretutto, la sfiducia evidenzierebbe ancor più le spaccature interne al governo e alla Lega che esistono ma che si cerca di nascondere.

Ma la volontà di salvare il governo è solo una parte dei motivi che spingeranno la Lega a votare a favore di Romano. C' è un altro motivo, appunto la "cambiale". L'ex democristiano palermitano sospettato di rapporti mafiosi, sta imponendo infatti al varesotto Umberto Bossi di onorarla quella cambiale. quella che il ministro aveva ottenuto appunto commissariando l' Agea, l' Agenzia per le erogazioni dei fondi europei in agricoltura, allo scopo di rimuoverne il presidente, Dario Fruscio.

Questi, leghista della prima ora ma legalitario, era ormai inviso al senatur perché cercava di far pagare le multe agli allevatori del Nord che avevano prodotto e venduto latte oltre le loro quote, peraltro beneficiando dei prezzi che il regime europeo delle quote protegge. Insomma Fruscio non aveva accettato di proteggere chi prima aveva venduto sul mercato le sue quote intascando centinaia di migliaia di euro e poi aveva sforato le quote, quote che servono a tenere alto il prezzo del latte, e poi ancora non aveva pagato le multe.

Romano ministro questo leghista lo rimuove e guadagna credito verso Bossi. Romano ministro commissaria un' agenzia che stava tagliando i costi (da 240 a147 milioni come scrive il Corriere della Sera) e dava una mano all' Agenzia delle Entrate (la mappatura satellitare del territorio che individua tutti gli edifici, accatastati e non). Un commissariamento così arbitrario che la stessa direzione generale del ministero non ha potuto offrire la documentazione che l' Avvocatura dello Stato sperava di ottenere per contrastare la causa intentata da Fruscio.

La seconda ingiustizia è la fine della collaborazione tra Agea e Agenzia delle Entrate che dovrebbe riscuotere le multe, quasi 2 miliardi di euro, dai 657 allevatori che resistono alla legge e da quanti dei 1504 allevatori hanno fermato la procedura di regolarizzazione.
Il senatur ha espresso la posizione della Lega: "Ci tureremo il naso e voteremo no". E il ministro dell'Interno, quello che fa la lotta alla mafia, Roberto Maroni, ha confermato: "è una mozione presentata dall' opposizione, come ne sono state presentate in passato e sono state sempre respinte.

Non vedo, francamente, perché non si debba fare la stessa cosa...". In nome del governo senz'altro. E anche a pagamento della cambiale politica. La Lega ha fatto i suoi conti e ha scelto: chi tocca gli allevatori che non pagano le multe si fa male, chi è indagato per concorso in associazione mafiosa può fare il ministro.

 

Saverio Romano BOSSI UMBERTODARIO FRUSCIOroberto maroniGIULIO TREMONTI MARCO MILANESE COLONNELLI PADANI A PONTIDA BAGNO DI FOLLA A PONTIDA

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…