SE QUELLA CHE SI ABBATTERÀ SULL’ITALIA NEL 2013 SARÀ UNA STANGATA, QUELLO CHE COLPIRÀ GLI USA SARÀ UN MACIGNO - SE DOVESSE FALLIRE, COME SEMBRA PROBABILE, L’ACCORDO SUL DEBITO, DECADREBBERO DIVERSE AGEVOLAZIONI FISCALI E LE TASSE AUMENTEREBBERO - IN PRATICA, OGNI FAMIGLIA AMERICANA DOVREBBE ACCOLLARSI 3.500 $ DI SPESE IN PIÙ - IL “NEW YORK POST” È PROFETICO: “QUESTA CADUTA FARÀ DAVVERO MALE”…

Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

La vita ai tempi del "fiscal cliff" è complicata. Lo spiega bene la copertina un po' allarmistica, ma abbastanza corretta nei fatti, che il New York Post ha pubblicato ieri. Nella foto si vede una ragazza che si lancia in mare da un'alta roccia, e il titolo dice: «Questa caduta farà davvero male». Il dolore è cominciato prima di Natale, con il più basso livello di acquisti dal 2008. Prudenza, perché gli americani hanno capito che il prossimo anno si troveranno meno soldi in tasca. Ieri infatti il Consumer confidence index, che misura la fiducia dei consumatori, ha perso sei punti, peggior scivolata da quando nell'agosto del 2011 gli Usa persero la tripla A nella valutazione del loro debito da parte delle agenzie di rating. Se si considera che due terzi dell'economia americana sono mossi dai consumi, si capisce quanti effetti negativi a cascata possa avere questo pessimismo sulle imprese e sul paese.

La prima preoccupazione nasce dal fatto che il "fiscal cliff" farà scadere una serie di agevolazioni fiscali. Secondo il Tax Policy Center, questo colpirà l'88% dei contribuenti, provocando un aumento medio delle tasse di 3.500 dollari all'anno. Per capirsi meglio, una famiglia che guadagna tra 50.000 e 75.000 dollari dovrà pagare circa 2.400 dollari in più.

A questi numeri si arriva sommando vari fattori. La payroll tax, cioè le detrazioni automatiche sul reddito, salirà dal 4,2 al 6,2%, mentre l'alternative minimum tax costerà 64 miliardi a 28 milioni di lavoratori che ne erano esenti. Le detrazioni riservate alle famiglie scenderanno da mille a 500 dollari per bambino, e tornerà in vigore la "marriage penalty", che in sostanza fa pagare più tasse alle coppie sposate che presentano la dichiarazione congiunta. Il prelievo sui capital gains salirà dal 15 al 20%, mentre i dividendi saranno tassati come reddito.

L'imposta di successione passerà dall'attuale 35% sui beni superiori a 5,1 milioni, al 55% su tutto quello che eccede un milione di dollari. In totale un salasso da 536 miliardi, a cui bisogna aggiungere il fatto che due milioni di disoccupati perderanno i sussidi. Se non bastasse, il primo gennaio cominceranno 1,2 trilioni di tagli automatici alla spesa nell'arco del prossimo decennio, cioè circa 110 miliardi in meno all'anno. In media, significa una riduzione tra l'8 e il 9% dei bilanci di tutte le agenzie governative.

Questi tagli si chiamano "sequestrations", e al solo Pentagono dovrebbero costare 500 miliardi, però riguardano tutti, tranne la Social Security e i programmi per i veterani. Dunque spariranno fondi per la scuola, la sanità, e anche una fetta dei 2 miliardi di dollari che ogni anno il governo federale gira alle istituzioni locali, per far rispettare della legge. Risultato: rilascio obbligatorio dei detenuti considerati meno pericolosi.

A questi effetti del "fiscal cliff" bisogna poi aggiungere quelli indiretti, provocati sui mercati dalla crisi e dal raggiungimento del tetto del debito. Miliardi che verranno bruciati a Wall Street, lasciando i consumatori con ancora meno soldi in tasca. Il Congressional budget office calcola che i tagli alla spesa e l'aumento delle tasse costeranno agli Usa lo 0,5% del Pil, facendo salire la disoccupazione al 9,1%. Se ci aggiungiamo gli effetti indiretti siamo in recessione: allora sarà meglio non sapere che fine ha fatto la ragazza saltata in mare dalle rocce.

 

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