vitalizio

ANCHE IL SENATO, A TRE MESI DI DISTANZA DALLA CAMERA, HA ADOTTATO IL RICALCOLO DEI VITALIZI IN VIGORE FINO AL 2012 - UNA MISURA SIMBOLICA MA DAL VALORE ECONOMICO RIDOTTO: LE DUE CAMERE, CHE COSTANO AGLI ITALIANI OGNI ANNO CIRCA 1,5 MILIARDI, VEDRANNO NEL 2019 RIDUZIONI DI SPESA PER CIRCA 55 MILIONI ALLA VOCE VITALIZI - MA C’E’ LA SPADA DI DAMOCLE DEI RICORSI…

1 - ANCHE IL SENATO DICE SÌ AL TAGLIO DEI VITALIZI CAMERA, GIÀ MILLE RICORSI Diodato Pirone per “il Messaggero”

 

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Anche il Senato, a tre mesi di distanza dalla Camera, ha adottato il ricalcolo dei vitalizi in vigore fino al 2012 (da quell' anno furono aboliti assieme al varo della legge Fornero). La misura - si tratta di un regolamento e non di una legge - è stata votata dai membri dell'Ufficio di presidenza del Senato appartenenti ai gruppi di M5S e Lega, gli altri senatori (Pd, Forza Italia e FdI) non hanno partecipato al voto.

 

Esponenti del Movimento 5Stelle ieri pomeriggio hanno festeggiato in piazza il varo del provvedimento e hanno poi diffuso i video sui social. Il leader dei 5Stelle, Luigi Di Maio ha sottolineato che ora anche le Regioni (che pure negli anni scorsi hanno varato sforbiciate ai propri vitalizi) dovranno adottare analoghe misure. Anche il ricalcolo dei vitalizi del Senato partirà dal gennaio 2019. Il suo valore è forte sul piano simbolico ma quasi impalpabile su quello economico.

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EFFETTI MODESTI

La spesa pubblica complessiva italiana è di quasi 850 miliardi mentre si stima una riduzione delle uscite di Palazzo Madama di circa 16 milioni annui sulla settantina assorbita quest' anno da circa 1.200 rendite. Alla Camera si prevedono risparmi sui vitalizi per una quarantina di milioni. Quindi le due Camere, che costano agli italiani ogni anno circa 1,5 miliardi, vedranno nel 2019 riduzioni di spesa per circa 55 milioni alla voce vitalizi. Un gruzzoletto che sarà accantonato poiché prima di restituirlo al Tesoro occorrerà attendere l' esito dei ricorsi.

 

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Gli ex deputati che hanno impugnato il regolamento sono più di mille. Pensano di vincere i ricorsi perché quando loro erano parlamentari il sistema di calcolo contributivo non esisteva e le regole non possono essere applicate retroattivamente. Inoltre, secondo l'associazione degli ex parlamentari il taglio sarebbe incostituzionale perché il ricalcolo colpisce una sola categoria mentre l' articolo 38 della Costituzione prevede eguale trattamento per tutti i cittadini.

 

Il taglio dei vitalizi del Senato, che utilizza il metodo contributivo con parametri adattati, asciugherà le rendite soprattutto degli ex senatori che sono stati a Palazzo Madama per pochi anni ma avrebbe potuto alzarle per quelli, come alcuni leader della Prima Repubblica, che erano stati eletti per più di 30 anni. Per questo il regolamento prevede che le rendite ricalcolate non possano essere superiori alle precedenti.

 

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2 - ANCHE IL SENATO DICE SÌ AL TAGLIO DEI VITALIZI LA FESTA DEL MOVIMENTO

Dino Martirano per il “Corriere della Sera”

 

Con gli ex senatori diventano circa 2.500 gli ex parlamentari eletti prima del 2012 - età media 76,6 anni, 140 gli ultraottantenni - che, a partire dal 1 gennaio del 2019, subiranno un taglio del vitalizio tra il del 40% e l' 80% dell' assegno ora percepito.

 

Metodo contributivo anche a Palazzo Madama che a questo punto, con la delibera Casellati approvata in ufficio di presidenza, si allinea all' assemblea di Montecitorio. «La riduzione di sprechi e costi della politica è anch' essa una misura di equità sociale, un segno di attenzione che la buona politica deve offrire per poter parlare con credibilità ai cittadini», ha detto il premier Giuseppe Conte.

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Ma ora sui due rami del Parlamento, nei quali vige la giustizia domestica (autodichia), già pendono centinaia di ricorsi (oltre 500 patrocinati dall' avvocato Maurizio Paniz, ex deputato di FI) che alla Camera verranno trattati per le sospensive a partire dal 7 novembre dal Consiglio giurisdizionale di primo grado composto da Alberto Lo Sacco (Pd), Stefania Ascani (M5S) e Silvia Covolo (Lega).

 

vitalizio proteste

Dopo il voto di ieri (Pd, FI, FdI non hanno partecipato mentre l'autonomista Meinhard Durnwalder si è astenuto), i grillini hanno festeggiato dentro e fuori il Senato infilando monete di cioccolata in un grande salvadanaio: 56 milioni di risparmi. Cifra valida per il 2019, da sommare ai 40 milioni di tagli previsti alla Camera, ma l' aspettativa di vita dei 2.500 ex parlamentari titolari di «vecchi» vitalizi ridurrà negli anni il risparmio stimato.

 

I «vecchi» vitalizi sono stati infatti tagliati nel 2012 (e per gli eletti da quella data già si procede a regime con il contributivo) con il governo Monti. Poi, nella scorsa legislatura, il Pd si decise a votare alla Camera la legge Richetti che anticipava i tagli fatti dalla maggioranza giallo verde ma i senatori dem, con grande disappunto di Matteo Renzi, bloccarono la riforma.

PROTESTE CONTRO IL VITALIZIO

 

«Dopo la Camera e il Senato ora tocca alle Regioni», ha detto il vice premier Luigi Di Maio mentre da Bruxelles i grillini fanno sapere che stanno pensando anche agli europarlamentari. Esulta anche il ministro Riccardo Fraccaro (M5S): «Si può archiviare la Seconda Repubblica». E il presidente della Camera, Roberto Fico, aggiunge: «Si mette fine a una disparità tra cittadini e parlamentari».

 

PROTESTE CONTRO IL VITALIZIO

Pd e FI hanno provato, senza successo, a presentare emendamenti: «Potevamo migliorare il testo della Camera per renderlo inattaccabile dai ricorsi ma il M5S si è accontentato di una norma manifesto», spiega la vice presidente del Senato Anna Russomando (Pd). Poca esultanza da parte della Lega anche perché, aggiunge Alessia Rotta del Pd, «Di Maio ottiene il taglio dei vitalizi mentre Salvini incassa in cambio, poche ore dopo, il ritiro in commissione degli emendamenti dei grillini che rendevano più blando il ddl sulla legittima difesa».

 

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