sergio gaddi

“CHIESI A SILVIO UN INCONTRO PER LA TESI. E LUI DISSE: SAI CHE FONDO UN PARTITO CHE VINCERÀ?” – PARLA SERGIO GADDI, IL CONDUTTORE CHE NEL ’94 SCELSE I PRIMI VOLTI DEI CANDIDATI DI FORZA ITALIA: “IN TRE MESI, NEL SET TELEVISIVO IMPROVVISATO IN VIALE ISONZO, NE AVRÒ INTERVISTATI A CENTINAIA. RICORDO IL PROVINO DI GENTE COME PAOLO ROMANI E ALESSANDRO MELUZZI. CON ME C’ERANO ANCHE GIANNI PILO E ANTONIO PALMIERI, CHE ERA A CAPO DELL’OPERAZIONE. CON STEFANO PODESTA' FU INCREDIBILE PERCHE'...” – IL VIDEO STRACULT DEL PROVINO DI PAOLO ROMANI

https://video.corriere.it/politica/video-provino-paolo-romani-forza-italia-condotto-sergio-gaddi/2db8be5a-bc22-11ee-996d-60eabc1bbbc8

 

 

 

Tommaso Labate per il Corriere della Sera - Estratti

SERGIO GADDI

«In tre mesi, nel set televisivo improvvisato in viale Isonzo, sede milanese della Diakron di Gianni Pilo, ne avrò intervistati a centinaia. Ricordo il provino di gente che sarebbe rimasta in Forza Italia per anni e anni, alcuni con ruoli di primissimo piano, come Paolo Romani. Così come ricordo nitidamente quelli di Alessandro Meluzzi e Valentina Aprea, altri due che passarono le selezioni.

 

Con Stefano Podestà fu incredibile: qualche settimana prima era stato componente della commissione di fronte alla quale discutevo la tesi di laurea in Bocconi; stacco, ed ecco che sono io a intervistare lui ai provini per entrare in Forza Italia, superati brillantemente visto che qualche mese dopo sarebbe diventato ministro dell’Università nel governo Berlusconi I…».

 

(...) Insieme ai big della cerchia ristretta di Silvio Berlusconi, Gaddi, all’epoca ventiseienne, fu uno dei pochissimi ad essere a conoscenza, già dall’ottobre del 1993, dei dettagli principali dell’operazione politica che stava nella testa del Cavaliere. Per un motivo semplicissimo: era lui, «insieme a un altro ragazzo che poi ho perso di vista», il conduttore del segretissimo casting attraverso cui venivano scelti i candidati di Forza Italia alle elezioni politiche del 1994, sulla base di segnalazioni che arrivavano da Publitalia.

 

SILVIO BERLUSCONI SERGIO GADDI

Com’era arrivato un ragazzino di ventisei anni ad essere a conoscenza di un segreto così grande? Racconta Gaddi: «Stavo scrivendo una tesi di laurea su Fininvest e avevo chiesto, tra l’altro con zero speranze di ottenerlo, un appuntamento a Berlusconi per un’intervista che avrei inserito nel lavoro. Berlusconi a sorpresa mi riceve ad Arcore, facciamo l’intervista e poi mi dice: “Sai, sto per fondare un partito politico che vincerà le prossime elezioni”.

 

Rimasi di sasso e l’unica cosa che mi uscì dalla bocca fu “come posso dare una mano?”. Berlusconi scrisse di suo pugno su un foglietto il nome di Gianni Pilo, che non avevo mai sentito prima, e l’indirizzo milanese di viale Isonzo, credo civico 24. “Domani vai lì a nome mio e dai questo foglietto a Pilo”».

 

 

Dopo il colloquio con colui che sarebbe di lì a poco diventato il sondaggista più famoso d’Italia, a Gaddi viene affidato uno dei ruoli chiave della selezione dei candidati alle Politiche. Venivano da tutte le parti d’Italia: imprenditori, professionisti, società civile, con curriculum già vagliati da Publitalia. «Poi iniziava la selezione per vedere se sarebbero stati all’altezza di impegnarsi in politica con Forza Italia oppure no. Il provino prevedeva tre step, tutti di fronte a una telecamera accesa. Primo, un’intervista di dieci minuti del sottoscritto al candidato; secondo, un talk show vero e proprio, condotto sempre da me, in cui sei aspiranti parlamentari venivano messi a confronto sui temi d’attualità; terzo, ogni candidato faceva una sorta di appello al voto, di nuovo da solo».

 

SERGIO GADDI PROVINO PAOLO ROMANI

I provini vengono visionati da una società di cacciatori di teste, «ricordo — dice Gaddi — il nome del dottor Piero Zaccarini, che supervisionava questo lavoro». A viale Isonzo c’era anche Antonio Palmieri, poi deputato per cinque legislature, che era a capo dell’operazione, e ovviamente Pilo.

 

«Tutti i partecipanti alle selezioni, sia quelli presi che quelli scartati, ricevettero una sorta di profilo psico-attitudinale e, parecchi mesi dopo, anche la videocassetta del loro provino», ricorda Gaddi. «Pensi — dice oggi — che non mi è mai venuto in mente di propormi per un collegio uninominale magari periferico, chissà sarei diventato deputato anche io nel ’94».

 

Scelse un’altra via: «Mantenni il segreto su quei giorni come un soldato leale e, da lì in poi, ho sempre fatto politica, sempre eletto con le preferenze. Sempre rimasto in Forza Italia, senza tentennamenti né mal di pancia. E tutte le volte che nel corso degli anni ho incontrato Berlusconi è stato lui a ricordare quel giovane laureando ricevuto ad Arcore in un pomeriggio che, a suo modo, ha fatto la storia. Di sicuro la mia».

 

SERGIO GADDI PROVINO PAOLO ROMANI

 

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