EXPO, EXFLOP: DI CHI LA COLPA? - A SETTEMBRE L’AMBASCIATORE MASSOLO, PRESIDENTE DEL COMITATO PROMOTORE DI ROMA EXPO 2030, AVEVA LANCIATO UN ALLARME A PALAZZO CHIGI: BISOGNAVA RADDOPPIARE GLI SFORZI O LASCIARE LA CORSA - MA L’INVITO DEL DIPLOMATICO È RIMASTO SENZA RISPOSTA: NESSUN IMPEGNO ULTERIORE PER SUPPORTARE LA CORSA DELLA CAPITALE E NESSUNA RISPOSTA SUL RITIRO DELLA CANDIDATURA - ECCO CHI CI HA VOTATO E CHI CI HA TRADITO...
Estratto dell’articolo di Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica”
Raddoppiare gli sforzi o lasciare la corsa. Era settembre quando l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore di Roma Expo 2030, faceva suonare un campanello d’allarme a palazzo Chigi. Mancavano ancora due mesi al voto del Bureau international des Expositions che martedì ha condannato la Capitale al terzo posto con sole 17 preferenze.
Ma l’invito del diplomatico, civil servant di lungo corso, è rimasto senza risposta. Nessun impegno ulteriore per supportare la corsa della Capitale. Nessuna risposta anche alla seconda opzione, alla possibilità di ritirare la candidatura. Così l’appello dell’ambasciatore è caduto nel vuoto.
Peggio, da settembre in poi è successo di tutto. I voti africani si sono volatilizzati all’ultima curva, nei due giorni precedenti al voto che ha consegnato Expo 2030 a Riad. Quelli sudamericani sono invece usciti dal pallottoliere il 13 ottobre, dopo la conferenza Italia — America Latina e Caraibi disertata a sorpresa dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Così ieri è iniziato il grigio day after della delegazione capitolina.
la delegazione italiana a parigi per expo 2030
[…] il tentativo di far quadrare finalmente i conti e capire perché l’Italia sia di fatto rimasta isolata a livello internazionale. Missione difficile, considerato che il voto dei 165 delegati presenti martedì al palazzo dei congressi di Issy era segreto. Ma partiamo dalle certezze, perché Roma ne aveva: 15 promesse scritte e circa 35 intese informali. Almeno 30 degli Stati che avevano assicurato il supporto alla Città Eterna alla fine non hanno mantenuto la parola.
Stati Uniti, Israele, Polonia, Islanda, Slovacchia, Andorra e il Principato di Monaco hanno confermato l’endorsement. «Ma un gruppo di 14 Stati africani ha cambiato idea nelle ultime 48 ore», spiega uno dei delegati del Bie […] Nel gruppone ci sarebbero la Sierra Leone, reduce da un tentativo di golpe, e l’Angola. Indicazioni che nel segreto dell’urna diventano indiscrezioni. La Tunisia a rischio default sarebbe stata convinta dai 500 milioni di dollari di aiuti di Riad. L’Albania dirimpettaia a sua volta non ha scelto l’Italia.
I SAUDITI FESTEGGIANO L ASSEGNAZIONE A RIAD DI EXPO 2030
Riad, insomma, ha mosso risorse pubbliche importanti. Ben 190 milioni di euro nel Comitato. Molti di più extra. Così ha schiacciato Roma. E Busan. Le due delegazioni, quella italiana e quella coreana, si sono confrontate a lungo nelle ultime ore. E se a Roma mancano circa 30 preferenze, Busan ne ha perse 25 che dava per acquisite. Numeri che avrebbero portato una delle sconfitte al ballottaggio con Riad, stimata erroneamente a quota 95 voti.
I SAUDITI FESTEGGIANO L ASSEGNAZIONE A RIAD DI EXPO 2030
In Corea il flop è stato incassato con dolore: Samsung e le altre big del tech hanno investito circa 160 milioni per Expo. Il presidente Yoon Suk-Yeol ha chiesto scusa alla nazione: «Le nostre previsioni basate sui contatti tra settore privato e pubblico erano molto lontane dalla realtà. Offro le mie sincere scuse alla nostra gente. È tutta colpa mia».
I SAUDITI FESTEGGIANO L ASSEGNAZIONE A RIAD DI EXPO 2030
Tornando a Roma, tiene banco il caso sudamericano. La conferenza del 13 ottobre era partita sotto i migliori auspici. Al ricevimento che ha preceduto l’inizio dei lavori aveva partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Poi è arrivata l’improvvisa missione di Tajani in Israele, vissuta come una mancanza di rispetto dai ministri degli Esteri dei paesi ospiti alla Farnesina. Un altro colpo alla candidatura di Roma […]
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