giorgia meloni matteo salvini

CHE SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI, LUNEDÌ SERA, DOPO IL CONSIGLIO DEI MINISTRI? DAVVERO I DUE LITIGANTI HANNO SIGLATO UN PATTO DI NON BELLIGERANZA PER IL "BENE SUPREMO" DELLA PATRIA? NON PROPRIO. LA DUCETTA HA CHIESTO AL “CAPITONE” DI STARE BUONO E SMETTERLA DI CANNONEGGIARE LE SUE DECISIONI UN GIORNO SÌ E L’ALTRO PURE - IL LEADER LEGHISTA, DA PAR SUO, HA RISPOSTO ALZANDO SUBITO IL TIRO E PARLANDO DI AUTONOMIA. POI, GIORGIA E MATTEO HANNO PARLATO DI FORZA ITALIA, E IL SEGRETARIO DEL CARROCCIO È STATO LAPIDARIO: “TAJANI ‘GNA FA”

DAGONOTA

matteo salvini e giorgia meloni

Che si sono detti Giorgia Meloni e Matteo Salvini, lunedì sera, dopo il consiglio dei ministri? Davvero i due litiganti hanno siglato un patto di non belligeranza? Non proprio. La Ducetta ha chiesto al “Capitone” di pensare al bene della Patria e di stare buono e smetterla di cannoneggiare le sue decisioni un giorno sì e l’altro pure, invitandolo ad avere un atteggiamento più incline al compromesso. Della serie: “Su certe cose, anche tu devi cedere”. Il leader leghista, da par suo, ha risposto alzando subito il tiro e parlando di autonomia.

 

Il segretario del Carroccio deve fare i conti con le promesse elettorali, e con le prese di posizione della base del Nord, manifestata plasticamente dalle recenti uscite di Luca Zaia, che ha minacciato: “O si fa l’autonomia entro il 2024 o fallisce il Governo. Insomma, il ragionamento di Salvini è stato: “Io sto buono, ma ho questo problema”.

 

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI - MEME BY IL GRANDE FLAGELLO

La premier avrebbe risposto con toni rassicuranti, promettendo che la questione sarà risolta, e, per aggiungere legna al fuoco, ha detto di essere preoccupata dalla situazione di Forza Italia: il partito fondato da Berlusconi langue nei sondaggi, e la leadership traballante di Tajani sarà messa alla prova dal congresso di febbraio 2024. Salvini, di fronte al tema, è stato lapidario: “Tajani ‘gna fa”.

 

PATTO SALVINI-MELONI PER TUTELARE IL GOVERNO (ANCHE DALLE EUROPEE)

Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Il suggello, lunedì sera al termine della riunione del Consiglio dei ministri. Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono trattenuti qualche minuto in modo molto cordiale, sorrisi e battute. Del resto, al di là dei malumori di giornata, il rapporto tra la premier e il suo vice sembra in effetti assai migliorato rispetto al passato.

 

E così, i due esponenti di governo l’altra sera — dopo averne già parlato diverse volte — si sono detti d’accordissimo, una volta di più, su quello che in casa Lega, con qualche enfasi, viene definito il «bene supremo». E cioé, la tenuta del governo. Le più competitive delle elezioni, le Europee, non dovranno avere ripercussioni sull’esecutivo.

luca zaia prosecco

 

Niente provvedimenti a sorpresa da Palazzo Chigi, niente sortite affidate ai capigruppo o ad altri esponenti di partito da parte leghista. La campagna elettorale per le Europee 2024 non dovrà nemmeno sfiorare il governo.

 

La stessa Giorgia Meloni giovedì spiegava ai suoi di non «aver interesse a far crescere uno solo dei quattro partiti della maggioranza. Voglio che il successo del governo sia il successo di tutte le forze della coalizione». Mentre molti leghisti ricordano come un incubo la campagna elettorale del 2019: a loro andò benissimo, ma fu segnata da pluriquotidiane polemiche con i compagni di governo di allora, il M5S.

 

lotta continua meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi

[…] Matteo Salvini, come Giorgia Meloni, sa benissimo che gli elettori di centrodestra non comprendono e non tollerano le schermaglie o, peggio, le divisioni tra alleati. E così, Salvini ai suoi avrebbe spiegato che il «rapporto di collaborazione e lealtà con Fratelli d’Italia non dovrà essere nemmeno scalfito» dalla campagna elettorale. Mordersi la lingua, se serve, ma non dare adito alla benché minima polemica nei confronti degli alleati.

 

[…] Salvini concentrerà la campagna elettorale nelle regioni in cui più è intervenuto da ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. E dunque Sicilia e Calabria, con il Ponte che Salvini vuole lasciare alla storia, ma anche il Trentino-Alto Adige, dove tra l’altro il suo governatore Maurizio Fugatti è riuscito a spuntare la ricandidatura dopo trattative serrate con FdI. E infine la Liguria e Roma, al centro di progetti come la Metrovia, l’Expo e il Giubileo. La campagna elettorale sarà volta a «mostrare l’argenteria», e cioé il lavoro svolto al Mit. […]

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