vignetta ellekappa - salvini e zaia

SIC TRANSIT GLORIA MATTEO - SALVINI INCARTATO DA “IL GIORNALE” E GETTATO NEL CASSONETTO DEI RIFIUTI – “UNA SCONFITTA CHE NE VALE QUATTRO PERCHÉ PONE IL TEMA DELLA LEADERSHIP DEL CENTRODESTRA, OLTRE A FAR BRILLARE L'“ALTRA LEGA” DI LUCA ZAIA, EUROPEISTA E ANTI-POPULISTA - SENZA ESPORSI TROPPO, HA POI SOSTENUTO IL “SÌ" AL REFERENDUM CHE RESUSCITA LA LEADERSHIP TRABALLANTE DI LUIGI DI MAIO E BLINDA L'ODIATO CONTE SULLA POLTRONA DI PALAZZO CHIGI’’. PEGGIO DI COSI'...

Adalberto Signore per il Giornale

 

MATTEO SALVINI SUSANNA CECCARDI GIORGIA MELONI

La sconfitta che porta a casa Matteo Salvini in questa tornata elettorale vale per quattro. Ed è politicamente molto più pesante di quanto dicano i numeri - seppure impietosi - dell'unica sfida ufficiale nella quale era davvero impegnato il leader della Lega. Con il Veneto che fa storia a sé, infatti, l'ex ministro dell'Interno ha giocato tutte le sue carte sulla Toscana, regione data too close to call anche dai sondaggi.

 

matteo salvini susanna ceccardi

È finita con la candidata leghista Susanna Ceccardi dietro di quasi nove punti e mai in partita. Con buona pace di un Salvini che oggi non è più il Re Mida del consenso che abbiamo conosciuto fino alle Europee di un anno e mezzo fa. Anzi, ha decisamente perso il tocco. Sia che giochi all'attacco come aveva fatto nove mesi fa in Emilia Romagna (anche lì la candidata della Lega Lucia Borgonzoni era data alla pari e ha poi perso di quasi otto punti) sia che si muova in modo più felpato e meno aggressivo come è accaduto in questa campagna elettorale.

annalisa chirico matteo salvini foto di bacco

 

Ed è anche per questa ragione che pesa il risultato della Toscana, perché nonostante l'approccio nuovo delle ultime settimane, il restare un po' dietro le quinte ed evitare di dare valenza nazionale al risultato, Salvini non è riuscito a sfondare. Ed ha di fatto fallito il terzo tentativo di spallata al governo in poco più di un anno dopo il buco nell'acqua della crisi agostana dalla spiaggia del Papeete (estate 2019) e la delusione per il flop in Emilia Romagna (gennaio 2020).

 

Una sconfitta che ne vale quattro perché si tira dietro - a cascata - l'antico e mai risolto tema della leadership del centrodestra, oltre a mettere nero su bianco l'esistenza della cosiddetta «altra Lega», quella dei consensi plebiscitari di un Luca Zaia che si è sempre tenuto a debita distanza dall'onda populista.

 

GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Per non parlare del paradosso di aver, seppure senza esporsi troppo, sostenuto il «sì» al referendum che, come era ampiamente prevedibile, resuscita la leadership traballante di Luigi Di Maio (ma anche quella di Nicola Zingaretti) e blinda l'odiato Giuseppe Conte, da ieri decisamente più saldo sulla poltrona di Palazzo Chigi. Peggio, insomma, per Salvini non poteva andare.

 

GIORGIA MELONI - LUCA ZAIA - MATTEO SALVINI

Anche perché il leader della Lega è ben consapevole che - visti anche i guai giudiziari con cui è alle prese, a partire dai processi in cui è imputato di «sequestro di persona» - il tempo rischia di essere un elemento decisivo per le sue aspirazioni.

 

Basti pensare che se davvero la legislatura arrivasse alla scadenza naturale del 2023 - e il risultato di referendum e regionali va in questa direzione - l'ex ministro dell'Interno potrebbe trovarsi ad affrontare le prossime elezioni politiche con una agibilità politica in qualche modo compromessa.

 

matteo salvini luca zaia e le ciliegie

Nei mesi a venire, invece, capiremo davvero come e quanto questo voto agiterà le acque del centrodestra. Nonostante la netta sconfitta di Raffaele Fitto in Puglia, senza dubbio è Giorgia Meloni a vincere la sfida tutta interna alla coalizione. Le Marche, certo, non sono una regione numericamente pesante, ma l'affermazione di Francesco Acquaroli mette la leader di Fratelli d'Italia nella condizione di poter brindare alla prima «roccaforte rossa espugnata dal centrodestra».

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

Parole che qualche maligno potrebbe leggere come indirizzate proprio a Salvini, che ieri ha fallito il secondo assalto in meno di un anno a una regione «rossa». Oggi e nei prossimi giorni ci saranno da valutare anche i voti di lista, che a una prima occhiata dicono che FdI è l'unico partito del centrodestra a guadagnare da tutte le parti.

 

A differenza della Lega che, stando alle proiezioni di ieri sera, in Puglia finirebbe terza, dietro a FdI e Forza Italia. E sarà questo uno dei temi di dibattito nel Carroccio, dove sta tornando a prendere piede lo scetticismo di chi non ha mai digerito la trasformazione della Lega da movimento territoriale a partito nazionale.

 

Da oggi, avranno dalla loro i pessimi risultati di lista che si vanno delineando al Sud (non solo in Puglia, ma anche in Campania). Un sommovimento, questo, tutto interno al Carroccio. Ma che rischia di saldarsi con la leadership sempre più incontrastata di Zaia. Quella del governatore Veneto, infatti, è una Lega che non ha mai cavalcato l'onda sovranista.

maria giovanna maglie matteo salvini

 

Anzi, a guardare bene, se ne è tenuta sempre a debita distanza. E al netto della peculiarità territoriale della Liga, non c'è dubbio che abbia un profondo significato politico il fatto che la lista Zaia presidente abbia preso oltre il triplo dei voti della lista della Lega (a metà scrutinio 47% contro 15). Un gigantesco problema per Salvini.

 

E non tanto perché Zaia voglia far valere la sua vittoria bulgara in Veneto (oltre il 75%) per sfilargli la segreteria, quanto perché testimonia come nel Nord il core business del Carroccio resti quello di sempre. «L'obiettivo adesso è uno soltanto: portare a casa l'autonomia», ha detto ieri sera Zaia nella sua prima uscita a urne chiuse. La fotografia di una Lega distante anni luce dal partito a vocazione nazionale voluto da Salvini.

matteo salvini con la fidanzata francesca verdini in un ristorante di bari 6MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINIandrea paganella matteo salvini luca morisiMATTEO SALVINI SMARTPHONEiva garibaldi luca morisi matteo salviniDENIS VERDINI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTImeme su matteo salvini meme sull'incontro tra sergio mattarella e matteo salvini meme matteo salvini 1matteo salvini giancarlo giorgettimatteo salvini giancarlo giorgetti 2matteo salvini giancarlo giorgettisalvini al citofono meme 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...