IL BANANA È TORNATO, E SI CONFESSA A DIACO: ''OGGI C'È UN SOLO LEADER, E SI CHIAMA RENZI. HO PASSATO LA PROVA PIÙ DIFFICILE DELLA MIA VITA, MA ORA MI SONO RIMESSO. SONO UN PATRIARCA, E LA MIA MALATTIA HA RIAVVICINATO LA FAMIGLIA'' (VIDEO INTEGRALE) - FELTRI: ''SILVIO HA SCARICATO PURE PARISI. LA FORZA DI RENZI È LA DEBOLEZZA DEL CENTRODESTRA''

1. BERLUSCONI A TUTTO CAMPO DA DIACO IN RADIO

LINK AUDIO-VIDEO: http://www.rtl.it/ospiti/silvio-berlusconi-a-rtl-1025-ospite-in-non-stop-news-mercoledi-16-novembre-2016/

 

"Grazie a Dio sto bene, ho passato veramente una prova che e' stata la piu' difficile della mia vita, ma poco a poco ho recuperato e mi sono rimesso anche nei muscoli, perche' tutte le mattine faccio un'ora di ginnastica e di nuoto e per quanto riguarda il fisico, quindi, mi sento di poter dire che mi sento bene". Risponde così Silvio Berlusconi a Pierluigi Diaco su  Rtl 102,5 quando il conduttore gli chiede aggiornamenti sul suo stato di salute.  Berlusconi sottolinea il ruolo importante che ha ricoperto la sua famiglia:

 

RENZI VERDINI BERLUSCONIRENZI VERDINI BERLUSCONI

"Guardi, intanto sono davvero un patriarca perche' ho dieci nipoti, e non sono un numero piccolo. Ieri sono stato a trovare il mio decimo nipotino e l'ho trovato bellissimo, quindi queste cose mi hanno dato veramente molta gioia. In questo periodo sono stato circondato anche dall'amore dei miei figli, che non mi hanno mai lasciato solo, i miei nipotini con cui mi sono divertito molto. Da questo punto di vista quell'intervento, che e' stato drammatico per certi versi, ha portato tutta la famiglia a raccogliersi intorno a me, e mi han fatto passare delle ore davvero serene", ha concluso."

 

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SILVIO BERLUSCONI CON I NIPOTI SU CHI SILVIO BERLUSCONI CON I NIPOTI SU CHI

"Tanti anni di ricerche ma altrettanti 'fallimenti'. Silvio Berlusconi risponde così a Pierluigi Diaco su Rtl 102.5 quando il conduttore gli chiede: "Presidente, non è stato capace di trovare un erede?". Berlusconi non nasconde la propria delusione per non aver trovato un suo 'erede' politico. "Spero che ci sia", idce a Rtl 102.5, anche se "fino adesso questa scelta non mi si e' presentata. Avevo puntato molto su qualcuno che poi addirittura e' passato dall'altra parte... Altri personaggi hanno deluso. Di leader veri nella politica - osserva - ora ce ne e' uno solo e si chiama Matteo Renzi. Fuori dalla politica forse ce ne e' qualcuno, ma dalla politica e' stato buttato fuori..."

 

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LA FAMIGLIA BERLUSCONI SU CHI MARINA PIERSILVIO ELEONORA LUIGI SENZA BARBARALA FAMIGLIA BERLUSCONI SU CHI MARINA PIERSILVIO ELEONORA LUIGI SENZA BARBARA

 

"Oggi in politica  c'è solo un leader e si chiama Matteo Renzi". Risponde così  Silvio Berlusconi a Pierluigi Diaco su Rtl 102.5, quando il conduttore gli chiede quali sono i leader che occupano oggi la scena politica nazionale

 

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"Comunicare agli elettori italiani all'estero e' un diritto di Matteo Renzi come di tutti noi". Lo ha affermato Silvio Berlusconi, ospite di Pierluigi Diaco e Giusi Legrenzi a Non Stop News su Rtl 102.5,  parlando delle polemiche legate alle lettere inviate da Renzi in vista del referendum

 

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silvio berlusconi versione trumpsilvio berlusconi versione trump

Silvio Berlusconi dice no ad un 'parallelismo' tra lui e Donald Trump. "Il Presidente Trump in maniera molto gentile ha detto di aver studiato il modello di comunicazione ed organizzazione politica che avevo messo in campo io, e la cosa mi fa naturalmente piacere, ma con Trump ho poche cose in comune", ha detto a "Non Stop News", il programma condotto da Pierluigi Diaco e Giusi Legrenzi su Rtl 102.5. "E' vero - ammette - siamo entrambi imprenditori che hanno deciso, a un certo punto della loro vita, di lasciare le proprie aziende per mettersi al servizio del loro Paese, ma anche la sua storia come

imprenditore e' molto diversa dalla mia"  

 

TRUMP BERLUSCONITRUMP BERLUSCONI

"Comunque - prosegue il leader di Fi - direi che questo nuovo Presidente e' stato capace di ascoltare le difficolta' di quel ceto medio che non fa politica, che non si riconosce nei partiti, che e' piu' esposto di tutti alla crisi, alle tasse, alla disoccupazione, alla criminalita', e in questo posso dire che e' affine a me, non parla il linguaggio dei politici, ma quello della gente comune. Sui contenuti ci sono punti che condivido e altro meno, apprezzo molto il drastico calo delle tasse che ha intenzione di fare e dico che anche noi saremo in difficolta' se non faremo altrettanto. Trovo giustissimo il rafforzamento del controllo all'immigrazione clandestina, pero' non mi piacciono, se saranno confermate, le tentazioni protezionistiche, le tentazioni isolazioniste che ho visto in certe suedichiarazioni" .

 

TRUMP BERLUSCONI 1TRUMP BERLUSCONI 1

Sul piano internazionale, invece, "l'idea di un diverso e piu' positivo rapporto con la Russia di Putin mi pare assolutamente positivo, cosi' come mi paiono positive le indicazioni di solidarieta' ad Israele, spero che non vengano contraddette dalla scelta dei collaboratori che fara'. L'esperienza insegna pero' che un Presidente non si giudica dalla sua campagna elettorale prima delle elezioni, ma da fatti", ha concluso.

 

 

2. BERLUSCONI, PARISI?PER ESSERE LEADER SERVE CONSENSO DI TUTTI

(ANSA) -  "Io ho fatto solo una constatazione. In una coalizione i toni troppo accesi non servono, i personalismi sono deleteri. Nè Parisi nè chiunque altro può avere la guida della coalizione se gli altri membri non lo accettano". Lo ha detto Silvio Berlusconi a Rtl 102.5. Il Cavaliere ha però voluto precisare che "non era questo il ruolo di Parisi" che invece doveva "raccogliere energie nuove. Lui ha detto sempre di non sentirsi di Fi, quindi risponde lui delle cose che dice, mi auguro che vada avanti e che alla fine ci si possa ritrovare insieme: dobbiamo rinnovarci senza rottamarci", ha concluso aggiungendo che "Parisi può aiutarci in questa ricerca di persone nuove".

berlusconi parisiberlusconi parisi

 

 

3. SILVIO NE FA FUORI UN ALTRO - LA FORZA (CALANTE) DI RENZI STA TUTTA NELLA DEBOLEZZA DEL CENTRODESTRA

Vittorio Feltri per ''Libero Quotidiano''

 

Se il centrosinistra rischia di finire fuori strada, il centrodestra ci è già finito e per rimetterlo in pista ci vorrebbe il carro attrezzi che lo trasporti nell' officina dello sfasciacarrozze. Ormai la politica è l' unico luogo dove ci si diverte, come gli autoscontri che ci deliziavano da bambini. Il lettore leggendo queste note sentirà il bisogno di assumere un digestivo. Perché le vicende che vi narriamo contro voglia fanno (perdonate il verbo) vomitare.

 

BERLUSCONI E STEFANO PARISIBERLUSCONI E STEFANO PARISI

Il nuovo leader di Forza Italia è già vecchio, talmente vecchio da essere agonizzante e pronto per la sepoltura. Sissignori, Stefano Parisi è stato fucilato da colui che lo aveva promosso salvatore della patria. Berlusconi gli ha sparato un colpo e non lo vuole più tra i piedi. Perché? Silvio lo giudica inadatto al ruolo che egli stesso gli aveva assegnato, quello di restauratore del partito, giudicato obsoleto, pieno zeppo di gente senza spessore, intenta soltanto a salvare la poltrona e incapace di ridare slancio all' organizzazione deputata a raccogliere consensi tra gli elettori.

 

Peccato che fosse stato lo stesso Cavaliere a scegliere il «quasi sindaco di Milano» per compiere il miracolo di resuscitare il centrodestra. Il fondatore si è accorto ben presto che il povero Parisi non è ben visto dalla stragrande maggioranza degli azzurri, i quali infatti, come se lo sono ritrovati quale capo non hanno fatto altro che osteggiarlo qualsiasi iniziativa prendesse.

 

Constatata questa situazione conflittuale, Berlusconi si è convinto della necessità di cambiare registro e manico. E ha fatto secco l' innocente Stefano senza neanche dargli il benservito. Prima lo ha issato sugli altari e poi gli ha rifilato un calcio nel didietro buttandolo giù.

PARISI BERLUSCONIPARISI BERLUSCONI

 

Ha ragione o ha torto? Avrebbe ragione se avesse una soluzione di riserva. Non avendola, ha torto perché adesso gli tocca cominciare in prima persona a ricostruire un partito ridotto a rudere manco fosse stato distrutto dal terremoto, anzi, da un sisma periodico e ripetitivo che ha travolto e massacrato chiunque: da Casini a Fini, Alfano, Fitto e Verdini, per citare i più importanti. Stecchito anche Parisi, Forza Italia è diventata più magra di Fassino e sembra l' effigie della morte improvvisa.

Nel suo simbolo manca soltanto la falce per presentarsi alle urne in rappresentanza degli zombie.

 

La domanda, come diceva Biscardi quando era in auge, ora è questa: che ne sarà dei berluscones? A occhio e croce sono destinati ad andare a ramengo, visto che il leader superstite è Berlusconi stesso, un ottuagenario troppo intelligente per pigliarsi sul serio quale condottiero dotato ancora di energie tali da consentirgli di vincere una competizione elettorale. Forza Italia, d' altronde, conciata com' è, non può presentarsi in pompa magna a eventuali (improbabili) consultazioni: al massimo, avrà facoltà di bussare alle porte delle pompe funebri.

 

BERLUSCONI MELONI SALVINIBERLUSCONI MELONI SALVINI

Dispiace dire queste cose, la verità è dolorosa per chi la dice quanto per chi la ascolta. Ma Silvio non è autorizzato a pensare che Salvini accetti di ubbidire ai suoi ordini, se non altro perché egli ha più voti di lui e rifiuterà di essere arruolato nelle truppe di Arcore. Idem la Meloni.

 

I comandanti della Lega e dei Fratelli d' Italia preferiscono perdere da soli che non al rimorchio del Cavaliere, col quale hanno già perso abbastanza per rassegnarsi a farlo ancora. Ecco perché il centrodestra non ha speranze: si è dissolto per mancanza di soci disposti a versare sangue per l' anziano direttore d' orchestra, cui in pratica è venuta meno l' orchestra e non suona più gli avversari ma solo gli ex amici.

 

Questo è il punto. Il resto sono soltanto virgole ininfluenti. Silvio non è in grado di contare nemmeno su Toti, considerato tardivo salviniano, cioè uno che pensa ai fatti suoi e non più a quelli di chi fu il suo datore di lavoro. Che tristezza lo sfascio di Forza Italia, la cui debolezza è la forza calante di Matteo Renzi. La lotta per la guida del Paese si riduce a due soggetti in crisi, Renzi e Berlusconi. Il terzo incomodo è Grillo, che sarebbe già morto se gli altri due non lo avessero tenuto in vita.

 

 

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