giuseppe conte

ANCHE LA SINISTRA SI È ROTTA IL CAZZO DEL CONTISMO SENZA LIMITISMO – DA ALDO NOVE A FEDERICO RAMPINI FINO A SANSONETTI PASSANDO PER LE SCUSE DELLA FUSANI A BERTOLASO E LE CRITICHE DI ROBERTO SAVIANO: LA MELASSA FILO-GOVERNATIVA DEL CONTE-TRAVAGLIO-CASALINO STA STANCANDO ANCHE LA PARROCCHIA ANTI-SOVRANISTA…

ROCCO CASALINO E GIUSEPPE CONTE

Marcello Veneziani per “la Verità”

 

Eccoli, i revisionisti, o se preferite una versione più adatta alla nostra epoca commerciale, i revisori dei conti con la storia e col presente. Sono quelli che pur avendo biografia, fama e militanza di sinistra, nei partiti o nei giornali di sinistra, stanno assumendo davanti al covid e al virus grillo-sinistro al potere, posizioni difformi rispetto al Pensiero Uniforme.

 

travaglio conte

Fotografiamo prima il paesaggio con una panoramica: quasi tutte le fonti ufficiali d' informazione e controllo delle opinioni sono in mano alla Premiata Ditta «Politically correct», perfino motori di ricerca e piattaforme social.

 

NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE

Da noi come in quasi tutto l' Occidente, versione semi-liberal del modello cinese. A questo paesaggio uniforme, si oppongono piccole isole di resistenza e dissenso, come la nostra da cui vi scriviamo, e un vasto dissenso popolare, unito a disagio, che però resta molecolare, non si fa movimento, al più malumore elettorale.

 

FEDERICO RAMPINI DONALD TRUMP

Però nel conformismo vigente, la cui banda d' oscillazione in chiave politica varia da Giuseppe Conte a Nicola Zingaretti, nella caserma dell' anti trumpismo, versione mondiale dell' anti sovranismo, c' è qualcuno che getta l' uniforme e stacca la sua voce dal coro cinese. E noi dobbiamo prenderne atto, e sentirci confortati.

 

MAURIZIO MOLINARI MIKE POMPEO

Per esempio Federico Rampini, lucido analista de la Repubblica e in tv, offre una veduta generale del mondo, degli Usa, della lotta elettorale Trump-Biden piuttosto difforme. Dice la verità, racconta l' altra America lasciata in ombra, i risultati positivi dell' economia statunitense sotto Donald Trump; racconta perfino esperienze personali di sanità pubblica ai tempi del covid negli Usa, che stravolgono il luogo comune che da noi la sanità è per tutti, umana e inclusiva, negli Usa no, è solo a pagamento e negazionista.

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

 

Rivede i dati, fa capire che 80.000 infetti negli Usa non sono la catastrofe, perché in proporzione alle popolazioni sono meno dei nostri 20.000.E pubblica i suoi articoli su un giornale come la Repubblica dove la stragrande maggioranza di chi scrive e chi legge, considera Trump il Mostro da abbattere e il sovranismo come il Male Assoluto.

 

Ma anche ai vertici de la Repubblica un direttore venuto da Israele e da giornali destrorsi come Maurizio Molinari segna almeno sui temi di politica estera una mezza svolta rispetto al consueto milieu del giornale di Eugenio Scalfari (aprite una raccolta di firme in suo onore per difendere il suo buon nome dalle deliranti articolesse che pubblica in età così avanzata).

 

aldo nove 2

Ma Rampini non è una pecora nera (anche se a vederlo con la bianca chioma sembra più la Levi Montalcini che una pecora nera). Ha sorpreso in tanti Roberto Saviano che sulla rivolta di Napoli ha scritto cose di buon senso e ha criticato aspramente il governo in carica, l' ignoranza al potere, e tutto il resto. È stata una lieta sorpresa.

 

Conte Casalino

Sorprendente è pure l' amore di Aldo Nove per Trump, l' aperta professione di tifo per lui - «unico punto di riferimento mondiale» contro «il nuovo ordine mondiale»- e la sua insofferenza per il conformismo dominante piegato a venerare Conte, la sinistra, Travaglio, la repubblica e il regime vigente. Vi sto parlando di gente che non ha smesso di essere di sinistra, con radicate convinzioni, ma che riesce a vedere le cose con due occhi e non con un occhio solo o con le lenti affumicate dai salamelecchi di regime.

giuseppe conte massimo cacciari

 

Mai sottomesso al mainstream epocale è Massimo Cacciari, indomito pensatore e infuriato commentatore tv contro la demenza militante di questo governo; e non lontano dal lui, nel regno dei filosofi, è apparso in tema di pandemia, Giorgio Agamben che abbiamo più volte citato perché anche lui denuncia la dittatura sanitaria e l' omologazione nel nome della paura e del terrore.

 

claudia fusani

Onesta ammissione quella di un' altra firma e volto televisivo della sinistra, Claudia Fusani che ha fatto mea culpa su Guido Bertolaso, chiedendogli scusa per gli attacchi sconsiderati di qualche mese fa; ma di quel coro solo una voce, la sua, ha avuto il coraggio di rivedere la sua posizione alla luce dei fatti.

 

Giorgio Agamben

Un elogio a parte merita Piero Sansonetti, da sempre voce libera e garantista della sinistra radicale. Da ultimo ha difeso con onestà e coraggio quel che per lui era e resta un fascista, Gianni Alemanno. Ha detto che la sua condanna a sei anni (il doppio di quanto chiedeva la stessa accusa) è una sentenza politica, col paradosso che si condanna il corrotto ma non il corruttore.

 

piero sansonetti foto di bacco

E che la sentenza arriva rapida e feroce, in pochi minuti, stralciando cioè isolando solo un sindaco tra i tanti che avevano taciuto o favorito il comitato d' affari e malaffari su Roma. Onore a Sansonetti, venuto da Rifondazione comunista e dal mondo militante della sinistra, senza esserne affatto pentito. E onore anche a Marco Rizzo, comunista d' antico pelo (ma lui è pelato integrale, più ducesco che leniniano) per le sue battaglie contro il regime conformista e l' aspro gusto di raccontare cose vere.

 

Inutile dirvi di Diego Fusaro, da tempo contro il pensiero uniforme. E su altri piani Luca Bizzari, Antonella Boralevi, perfino la mite Susanna Tamaro... Ne ho citati solo alcuni, altri ce ne sono, anche tra cantautori, attori e non poche teste pensanti ma isolate; molti lo pensano ma non lo dicono, almeno in pubblico, qualcuno lo dice in privato. È un segno confortante in mezzo a tanto sconforto. Perché poi c' è il plotone dei conformi che marcia con l' uniforme, si fa altoparlante del regime politico-culturale, e detta la linea, agitando sempre l' antifascismo e i suoi succedanei.

sandra zampa vs antonella boralevi a l aria che tira2

 

Ma quando vedi che il paesaggio non è uniforme e si anima, sorgono altre visioni e revisioni, ritrovi un filo di speranza che si possa riattivare qualcosa che è stato messo in lockdown: il pensiero libero. E ribelle, quando è il caso. E questo è il caso.

DIEGO FUSARO E LUCIA AZZOLINAAGAMBEN

INQUADRATURA FUORI ASSE PER RIPRENDERE CASALINO

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…