nichi19

SINISTRATI IN FUGA - LASCIANO FAVA E MIGLIORE, SEL VERSO LA SCISSIONE - VENDOLA: “C'È IL PERICOLO CHE QUALCHE ESPONENTE VADA VIA, NON CHE IL PARTITO SI SPACCHI, SPERO CHE MIGLIORE CI RIPENSI, PER ME È COME UN FIGLIO!”

Da “La Repubblica”

 

eddy  andrea maccarrone  niky vendolaeddy andrea maccarrone niky vendolaNiki Vendola Niki Vendola

Manca solo l’ufficialità, ma la scissione di Sel, dopo le aspre polemiche di ieri, sembra ormai inevitabile. E comincia il fuggi-fuggi. L'ex capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore, e Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, hanno comunicato oggi pomeriggio al presidente del partito, Nichi Vendola, le proprie irrevocabili dimissioni dal partito. Migliore si dice su posizioni oramai "incompatibili con l'appartenenza" a Sel.

La lettera di Migliore. "Si è interrotto", scrive Migliore, "il reciproco rapporto di fiducia che è seguito alla discussione nel gruppo parlamentare sul decreto Irpef e al successivo voto parlamentare. Ieri però è stata messa in discussione, di fatto, non l'espressione di un punto di vista diverso, ma la deontologia di una posizione in seno a una comunità politica: sono stato accusato di "sequestro della linea" politica del partito, appunto. Di essere un sabotatore. Per me si è rotto ieri un vincolo di fiducia".

Le motivazioni di Fava. "Una scelta dolorosa e insieme inderogabile", scrive invece Fava, "Inderogabile per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originario. La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo. Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario".

Gli altri in fuga. Ma non è finita qui. Perché sarebbero una decina i parlamentari – tra i quali Ileana Piazzoni, Nazareno Pilozzi, Guido Quaranta, Alessandro Zan e Fabio Lavagno – che dovrebbero seguire Migliore e probabilmente la deputata Titti De Salvo. Ancora da stabilire il loro approdo immediato. Potrebbe esserci un primo passaggio al gruppo misto, per poi avviare un percorso unitario verso il Pd.

L'appello di Vendola. "C'è il pericolo che qualche esponente vada via, non che il partito si spacchi. Le scissioni parlamentari sono altra cosa e spero che Gennaro Migliore torni sui propri passi perché gli voglio bene e l'ho considerato come un figlio". Lo aveva detto il presidente Sel, Nichi Vendola, prima dell'annuncio di Fava, arrivando nella sede del partito per partecipare alla segreteria che oggi valuterà il da farsi dopo le dimissioni del capogruppo alla Camera Migliore.

Storia di una spaccatura. Questo pomeriggio, infatti, va in scena l'ennesima resa dei conti interna a Sel, dopo la recente diaspora di parlamentari verso il Pd, l'assemblea di sabato scorso e le fibrillanti riunioni del gruppo di Montecitorio, che hanno determinato una spaccatura tra le due anime del partito, il voto favorevole al decreto Irpef, e le dimissioni del presidente dei deputati, Gennaro Migliore. 

NIKI VENDOLA GENNARO MIGLIORE NIKI VENDOLA GENNARO MIGLIORE NICKI VENDOLA GENNARO MIGLIORE NICKI VENDOLA GENNARO MIGLIORE

 

La segreteria del partito, dunque, dovrà anche bilanciare i rapporti di forza interni, tra quanti caldeggiano una collaborazione attiva col Pd di Renzi e quanti invece chiedono di restare chiaramente all'opposizione di questo governo.

Il nodo dl Irpef. "E' in corso una discussione che riguarda una parte dei parlamentari e non il corpo diffuso di Sinistra Ecologia e Libertà", aveva detto Vendola prima della segreteria in maniera piuttosto ottimistica. "Credo che abbiamo avuto un chiarimento che possa mettere sul giusto sentiero il nostro partito. 

 

Era del tutto legittimo votare sì" al decreto Irpef "partendo dal fatto che quello che non si può fare è trasformare questo passaggio in un pretesto per entrare nella compagine di governo. Distruggere Sel - ha rilevato ancora - sarebbe uno spreco, perché è una comunità esempio di buon governo".


Ginefra (Pd): "Nuova stagione della sinistra". Dal Pd, intanto, parla il deputato bersaniano Dario Ginefra: "Profondo rispetto per il dibattito interno a Sel, ma è il tempo di inaugurare una nuova stagione per una Sinistra unita e capace di affrontare la sfida della responsabilità e del governo, anche a livello nazionale, contro ogni deriva massimalista. 

 

Claudio FavaClaudio Fava

Mi auguro che Nichi, sia pur in ritardo rispetto a Migliore e Fava, possa assumere questa consapevolezza che è stata, peraltro, alla base delle scelte compiute nel ciclo decennale di governo regionale pugliese che volge al termine, ma che lo ha visto protagonista in prima persona".

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…