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SOCIALISMO À-LA-CARTE, PLATONE, PROTESTANTESIMO E SICUREZZA NAZIONALE: VIAGGIO AL CUORE DI QUEL GRAN MISCHIONE CHE CHIAMIAMO TECNODESTRA – ALLA “PALANTIR” DI PETER THIEL SI STUDIA LA SOCIETÀ DEL FUTURO: UNA VIA DI MEZZO TRA LA “REPUBBLICA” DI PLATONE E UN TOTALITARISMO DIGITALE, SPACCIATO PER RIVOLUZIONE CONTRO IL “NICHILISMO” DI GOOGLE E DELLA SILICON VALLEY DELLE ORIGINI (GRATUITÀ E CONSUMO) – LA SOLUZIONE: DARE TUTTO IL POTERE A UN’ARISTOCRAZIA CHE GOVERNA LA SOCIETÀ PER IL BENE COMUNE. IL BRACCIO ARMATO DEL PROGETTO, CHE STA LAVORANDO PER REALIZZARLO, È GIÀ ALLA CASA BIANCA: ELON MUSK… - IL LIBRO FONDAMENTALE DI ALEX KARP, CEO (EBREO E DI SINISTRA) DI PALANTIR, RECENSITO DA PADRE PAOLO BENANTI
PETER THIEL, TEOLOGO – IL “CAVALIERE NERO” DELLA SILICON VALLEY, VERO BURATTINAIO DELLA TECNO-DESTRA, È CONVINTO CHE L’APOCALISSE SIA UNA POSSIBILITÀ IMMANENTE, E LO USA PER VAGHEGGIARE L’ARRIVO DEL “KATECHON”, L’ENTITÀ CHE RITARDERÀ LA FINE DEL MONDO CERCANDO DI ARGINARE IL CAOS DELL’ANTICRISTO (IL POTERE GLOBALE ECCESSIVO E ACCENTRATORE). DI CHI PARLA? DI TRUMP? DI MUSK, SUO EX SOCIO DI PAYPAL?
DALLA DEMOCRAZIA ALLA REPUBBLICA DI PALANTIR
Dal profilo Linkedin di Padre Paolo Benanti
https://www.linkedin.com/pulse/dalla-democrazia-alla-repubblica-di-palantir-paolo-benanti-ehlqf/
Quelle che seguono sono alcune riflessioni su il testo appena uscito The Technological Republic di Alexander Caedmon Karp e Nicholas W. Zamiska.
Il primo è un imprenditore miliardario americano e CEO di Palantir Technologies mentre il secondo è un dirigente di alto livello della stessa società dove ricopre il ruolo di responsabile degli affari societari e consulente legale dell'ufficio dell'amministratore delegato.
Il testo […] rappresenta non solo la visione dei due ma anche come questa possa incarnare i sogni di una nuova stagione politica e di ordine mondiale così come sognata da Peter Thiel ed Elon Musk.
peter thiel, elon musk fondatori di paypal
Il legame tra Peter Thiel ed Elon Musk ha radici profonde che risalgono ai primi anni 2000 e nel contesto attuale, la loro collaborazione si è estesa dopo la nomina di Musk a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (Doge) coinvolgendo Palantir.
Il contesto
Palantir Technologies è stata fondata nel 2003 da cinque imprenditori: Peter Thiel, Alex Karp, Nathan Gettings, Joe Lonsdale e Stephen Cohen.
alexander c. karp nicholas w. zamiska the tecnological republic
Peter Thiel, già co-fondatore di PayPal insieme a Elon Musk e investitore di Facebook, si unì ad Alex Karp, che divenne CEO dell’azienda. I due si conoscevano dalla Stanford University, dove erano stati compagni di classe. Lonsdale e Cohen erano stati entrambi caporedattori della Stanford Review e avevano lavorato presso l’hedge fund Clarium Capital di Thiel.
Il nome dell’azienda è stato ispirato dai “palantìr”, le pietre veggenti descritte nella saga “Il Signore degli Anelli” di Tolkien. L’azienda, che ha sede a Denver in Colorado, si è specializzata nell’analisi dei big data, sviluppando software per l’aggregazione e l’analisi di grandi quantità di informazioni
L'azienda si è specializzata nell'analisi dei dati, ottenendo importanti contratti con il Pentagono, CIA, FBI e Department of Homeland Security. La relazione tra Thiel e Musk ha radici profonde.
I due hanno collaborato insieme durante l'era PayPal alla fine degli anni Novanta ed è stato Thiel successivamente a salvare SpaceX di Musk in un momento di difficoltà finanziarie. I due sono caratterizzati da un rapporto a volte conflittuale che viene spesso definito come una dinamica di "amore-odio".
palantir alex karp peter thiel donald trump jd vance
[…] La nomina di Musk a capo del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (Doge) ha aperto nuove opportunità per Palantir e l'azienda sta ora formando un consorzio di 12 aziende, che include sia SpaceX di Musk che OpenAI, per ottenere contratti federali per la difesa.
Alla luce della rilevanza strategica che ha assunto Palantir acquisisce ancora maggiore importanza il testo di Karp e Zamiska che esprime tanto le visioni dei due quanto l’identità dell’azienda che promette di realizzare la trasformazione governativa degli Stati Uniti voluta da Trump.
[…] Alexander Caedmon Karp, nato il 2 ottobre 1967 a New York, figlio di un pediatra e di un'artista afroamericana, entrambi di religione ebraica, è cresciuto a Filadelfia dove ha completato gli studi superiori nel 1985.
Ha conseguito una laurea all'Haverford College nel 1989, un dottorato in giurisprudenza a Stanford nel 1992 e un PhD in teoria sociale neoclassica all'Università Goethe di Francoforte nel 2002.
[…] Tanto la sua formazione filosofica quanto il background ebraico si riflettono nel modo in cui gestisce Palantir, facendogli porre particolare attenzione alle questioni etiche nell'uso dei dati e dell'intelligenza artificiale.
L'azienda […] enfatizza la responsabilità sociale e l'uso etico della tecnologia. Karp ha più volte sottolineato l'importanza di mantenere un equilibrio tra innovazione tecnologica e valori etici, una posizione che riflette sia la sua formazione filosofica che i valori della tradizione ebraica.
ELON MUSK CON LA MOTOSEGA - DOGEFATHER
La sua leadership in Palantir è caratterizzata da un approccio che combina pragmatismo tecnologico con una profonda consapevolezza delle implicazioni etiche delle tecnologie di sorveglianza e analisi dati.
Dopo aver ricevuto un'eredità dal nonno, Karp ha investito con successo in startup e azioni, fondando successivamente il Caedmon Group a Londra e fondando poi nel 2004 Palantir Technologies, diventandone CEO: nel 2020, l'anno della quotazione in borsa dell'azienda, è stato classificato come il CEO più pagato tra le società quotate, con un compenso di 1,1 miliardi di dollari.
Nel 2025, il suo patrimonio netto ha superato i 10 miliardi di dollari, posizionandolo tra i primi 300 nella classifica dei miliardari di Bloomberg e Forbes. Karp si definisce socialista e progressista, ma è critico verso il pensiero "woke". È un forte sostenitore dei valori occidentali e ritiene che le aziende tecnologiche abbiano l'obbligo di supportare l'esercito americano.
Nicholas W. Zamiska ha conseguito la sua formazione presso la Yale University, ottenendo una laurea in Scienze Politiche e Filosofia, e successivamente un dottorato in Giurisprudenza presso la Yale Law School.
La sua carriera professionale include diverse esperienze significative. Prima di unirsi a Palantir nel 2015, ha lavorato come giornalista per il Wall Street Journal (2005-2008), è stato assistente legale presso la Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Secondo Circuito (2011-2012) e ha lavorato come associato presso Davis Polk & Wardwell LLP (2012-2015).
Zamiska è divenuto una figura chiave nell’ambiente della tecnodestra americana e insieme ad Alexander Karp, Zamiska sostiene una visione che fonde potere tecnologico e interesse nazionale americano.
La sua visione del mondo si basa su alcuni punti chiave, tra cui la necessità di respingere la “fragilità intellettuale” e preservare lo spazio per il confronto ideologico, l’importanza di una sinergia tra innovazione capitalistica e interesse nazionale e la convinzione che la libertà e la sicurezza siano intrinsecamente connesse.
mark zuckerberg - lauren sanchez - jeff bezos - sundar pichai elon musk al giuramento di trump
Zamiska sostiene che l’Occidente debba svegliarsi di fronte alla nuova realtà geopolitica, in particolare riguardo alla corsa agli armamenti dell’intelligenza artificiale. La sua posizione enfatizza l’importanza dell’hard power nella difesa degli interessi occidentali.
[…]
The Technological Republic presenta un severo avvertimento sulla traiettoria della società occidentale di fronte al rapido progresso tecnologico, in particolare nell'intelligenza artificiale (IA).
The Protestant Establishment di E. Digby Baltzell
Gli autori sostengono che l'Occidente, specialmente gli Stati Uniti, è diventato compiacente, dando priorità alla tecnologia di consumo e ai guadagni a breve termine rispetto alla sicurezza nazionale e alla preservazione dei suoi valori fondamentali.
Lanciano un appello all'azione, sollecitando un rinnovato impegno verso l'innovazione tecnologica al servizio degli interessi della nazione, tracciando parallelismi con momenti storici in cui scienza e stato si sono allineati per superare minacce esistenziali.
La tesi centrale ruota attorno all'idea che il futuro dell'Occidente dipende dalla sua capacità di sfruttare la tecnologia, specialmente l'IA, in un modo che rafforzi anziché minare le sue libertà democratiche e l'identità culturale.
Ciò richiede un cambiamento significativo nella mentalità, allontanandosi dalla percepita superficialità delle attuali ossessioni della Silicon Valley e verso un impegno più profondo con le sfide che la nazione deve affrontare.
ELON MUSK TWITTA LE 14 BANDIERE - PRESUNTO MESSAGGIO FILO NAZISTI
Karp e Zamiska rivolgono una parte significativa della loro critica alla cultura della Silicon Valley, che vedono come smarrita. Sostengono che l'incessante ricerca del profitto e l'attenzione alle tecnologie orientate al consumatore hanno portato a una negligenza di aree critiche come la difesa, le infrastrutture e la ricerca di base.
Gli autori suggeriscono che il "nichilismo superficiale e velato" di slogan aziendali come "don't be evil" (e successivamente "do the right thing") incarna una generazione di ingegneri più concentrati sull'identificazione e la resistenza ai mali percepiti che sulla navigazione delle complesse realtà del mondo.
Il libro suggerisce che il pubblico dovrebbe esigere di più in cambio della vasta licenza concessa agli ingegneri e agli imprenditori della Silicon Valley, sostenendo che "la posta elettronica gratuita non è sufficiente".
Una preoccupazione significativa è l'erosione della fede nei valori occidentali e nell'identità culturale.
Gli autori sostengono che la cultura elitaria contemporanea ha fatto un patto per mantenere il potere, considerando la fede stessa come pericolosa.
Questo è visto come una conseguenza di una focalizzazione sul controllo del linguaggio e del pensiero, combinata con codici non pubblicati riguardanti il discorso e il comportamento, che priva gli individui dell'abitudine e dell'istinto necessari per sviluppare credenze sinceramente sostenute e autentiche.
elon musk e sam altman nel 2015 al vanity fair new establishment summit
[…] I due autori sottolineano con forza le preoccupazioni riguardo alla formazione di una "classe dirigente tecnocratica" negli Stati Uniti, suggerendo che il pubblico dovrebbe esigere qualcosa di sostanziale in cambio della vasta libertà concessa agli ingegneri e agli imprenditori della Silicon Valley.
Facendo riferimento a "The Protestant Establishment" di E. Digby Baltzell, il testo evidenzia la necessità di un'aristocrazia guidata dal talento che rimanga aperta a nuovi membri, prevenendo la degenerazione in rigide strutture di casta. Per giungere a questa proposta di creazione di una nuova élite i due partono dalla critica dell'attuale élite.
padre paolo benanti (2) ricevimento quirinale 2 giugno 2024
Karp e Zamiska sostengono che l'attuale classe tecnologica spesso si concentra sul software e sull'IA fermandosi prima di affrontare questioni nazionali più ampie.
Quello che i due auspicano è la nascita di un'aristocrazia guidata dal talento, implicando che il merito dovrebbe essere un fattore chiave nella formazione di questa élite.
Questa élite dovrebbe rimanere aperta a nuovi membri per evitare di diventare una casta chiusa basandosi su una cultura condivisa per garantire la continua sopravvivenza e coesione.
Gli autori traggono spunto da "La Repubblica" di Platone tanto per dire che i buoni leader non dovrebbero governare per guadagno personale, ma per senso del dovere, quanto per implicitamente intendere che, forse, il sistema politico adatto per questo tempo non sia democratico, ma quello rappresentato una forma di aristocrazia intellettuale dove il potere è esercitato dai “migliori”, che sono tali, in Platone, non per ricchezza o stirpe, ma per virtù e saggezza.
alex karp di palantir con volodymyr zelensky a kiev
I due autori suggeriscono quindi che la formazione di un'élite sia inevitabile e persino necessaria per una repubblica, da intendersi in senso platonico, ma deve essere un'élite aperta, meritocratica e impegnata negli obiettivi più ampi della nazione piuttosto che in stretti interessi personali ed esprimono preoccupazione che l'attuale élite tecnologica possa non essere all'altezza di questi ideali, sollecitando misure per garantire la loro responsabilità e il riallineamento con il bene pubblico.
[…]
CRESCITA DI PALANTIR RISPETTO AGLI ALTRI CONTRACTOR DELLA DIFESA USA
Oltre la critica delle élite attuali e al teorizzazione di un nuovo gruppo dirigenziale, i due presentano Palantir come un'entità unica che sfida le convenzioni della Silicon Valley e le pratiche aziendali americane tradizionali: la missione di Palantir sarebbe quella di servire gli interessi della sicurezza nazionale, con la sua cultura organizzativa distinta e la sua mentalità ingegneristica.
Palantir è stata fondata con l'intento specifico di lavorare per le agenzie di difesa e intelligence americane, in particolare in seguito agli attacchi dell'11 settembre […].
Gli autori descrivono la cultura organizzativa di Palantir come un "rifiuto diretto del modello standard nella pratica aziendale americana" e che l'azienda miri a coltivare un ambiente in cui l'attrito creativo sia preservato, la fragilità intellettuale sia respinta e in cui ci sia la volontà di resistere alla pressione del conformismo.
La cultura organizzativa unica è descritta ricorrendo a un parallelismo tra l'organizzazione sociale di Palantir e quella degli sciami di api e degli stormi di storni, suggerendo un modello di coordinamento decentralizzato e intelligenza collettiva che animerebbe il modo di fare business dell’azienda.
Secondo i due dirigenti, quanto realizzato in Palantir mirerebbe a creare una cultura ingegneristica flessibile focalizzata sui risultati piuttosto che su gerarchie rigide e autopromozione.
Questa mentalità ingegneristica di Palantir enfatizza una spietata ricerca dei risultati, lo scetticismo verso ogni ideologia e la volontà di affrontare il mondo così com'è, piuttosto che come si vorrebbe che fosse.
Di fatto Palantir è presentata come un tentativo di costruire un "impresa collettiva" che fonde teoria e azione dove l'implementazione del software da parte dell'azienda e il suo lavoro nel mondo costituiscono l'azione, mentre il libro "The Technological Republic" è presentato come un'articolazione della teoria sottostante.
Inoltre, la volontà di Palantir di impegnarsi con una burocrazia eccessiva e l'ambivalenza pubblica la distingue dalle altre società tecnologiche che hanno voltato le spalle all'esercito.
TITOLO PALANTIR - 10 GENNAIO - 10 FEBBRAIO 2025
Il software di Palantir è stato utilizzato in vari scenari ad alto rischio, come la previsione del posizionamento di bombe lungo le strade in Afghanistan e l'assistenza alle forze dell'ordine nelle città americane.
Il lavoro dell'azienda con l'esercito americano e il personale delle forze speciali in Afghanistan per sviluppare software che aiutasse a prevedere il posizionamento degli IED evidenzia la sua attenzione alla fornitura di risultati tangibili in ambienti difficili.
A New Orleans, una piattaforma di Palantir, chiamata Gotham, è stata utilizzata dal dipartimento di polizia per integrare e analizzare le informazioni sulle reti criminali e affrontare la violenza armata.
In sintesi, il modello Palantir, come descritto dagli autori, è caratterizzato dal suo incrollabile impegno per la sicurezza nazionale, dal rifiuto delle norme aziendali convenzionali, dalla cultura organizzativa unica e dalla mentalità ingegneristica focalizzata sulla fornitura di risultati tangibili.
Alcune considerazioni finali
DI fatto gli autori propongono una visione audace e rivoluzionaria, utilizzando il modello Palantir per delineare l'idea di una nuova Repubblica platonica. In questa visione, un'élite di ingegneri illuminati agirebbe come l'aristocrazia che governa la società per il bene comune.
Questo concetto si basa sulle realizzazioni concrete di Palantir, che gli autori presentano come un esempio di come l'ingegneria e la tecnologia possano essere utilizzate per servire gli interessi della sicurezza nazionale e migliorare la società. Questa visione rappresenta una reinterpretazione moderna e tecnologica delle idee di Platone, proponendo che la conoscenza e la virtù degli ingegneri possano guidare la società verso un futuro migliore e più sicuro.
Alcune delle idee presentate non sono nuove ma possono essere capite come una ripresentazione in un orizzonte contemporaneo delle idee di Henri de Saint-Simon che fu uno dei primi pensatori a riconoscere il ruolo fondamentale degli ingegneri nella trasformazione della società industriale.
Saint-Simon immaginava una società guidata da una élite di tecnici e scienziati, dove gli ingegneri avrebbero avuto un ruolo centrale nel governo. Per Saint-Simon, la società doveva essere organizzata secondo una gerarchia basata sul merito e la sua concezione degli ingegneri come classe dirigente rappresenta uno dei primi tentativi di definire il ruolo sociale della tecnologia e dell'expertise tecnica nella società moderna.
saruman con la pietra veggente palantir - signore degli anelli
La lettura del libro ci lascia alcune domande. È innegabile che l’attuale congiuntura tra potere tecnologico e potere politico stia dando luogo a una nuova forza trasformativa delle strutture democratiche esistenti. Tuttavia, quello che sembra percepirsi è una confusione tra efficienza e libertà fondamentali, con una prontezza e rinunciare alle seconde in funzione della prima. Ma questa potrà chiamarsi ancora democrazia in senso moderno?
Quanto distano queste visioni da quelle di alcuni totalitarsmi a partito unico che si vedono diffusi in alcune parti del mondo? Infine, quando oggi diciamo software e computazione, indichiamo una tecnologia o dobbiamo forse intendere la nuova forma del potere politico?
palantir - la pietra veggente nel signore degli anelli