matteo salvini giorgia meloni christian solinas

MEGLIO SOLINAS CHE MALE ACCOMPAGNATI – LA LEGA MINACCIA LO STRAPPO SULLA CANDIDATURA DEL GOVERNATORE USCENTE DELLA SARDEGNA, A CUI SI OPPONE FRATELLI D’ITALIA – I MELONIANI MUGUGNANO E STRACCIANO LA REGOLA DELLA CONFERMA DEI PRESIDENTI USCENTI, MA SALVINI TIENE IL PUNTO E RILANCIA: “SIAMO PRONTI AD ANDARE DA SOLI” – LA CONTROFFERTA DEL CARROCCIO: “A FDI L’OBIETTIVO DELLA CONQUISTA DELLE 4 REGIONI ROSSE, NEL 2025”. MA È UNA FREGATURA: SONO PARTITE DIFFICILI E MANCA PIÙ DI UN ANNO (PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO)

1. IL MURO DI FDI “SOLINAS È FUORI” L’ALLEANZA IMPLODE SULLE REGIONALI

Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

giorgia meloni matteo salvini atreju

«Su Paolo Truzzu in Sardegna non si tornerà indietro, il territorio ha deciso e Matteo Salvini lo sa». Dal quartier generale di Fratelli d’Italia indicano la rotta da seguire e decisa da Giorgia Meloni, in attesa del vertice che la premier farà con Salvini e […] Tajani per dipanare la matassa delle regionali che sta spaccando il centrodestra nel profondo.

 

Il caso Sardegna rischia di portarsi dietro divisioni anche nelle altre quattro Regioni al voto quest’anno e che vedono come governatori uscenti tutti esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Andrea Crippa, braccio destro del leader del Carroccio, lo ha già detto chiaramente: «Se mettiamo in discussione la Sardegna e la riconferma di Christian Solinas, allora si ridiscute tutto venendo meno il principio della ricandidatura degli uscenti».

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

Un principio che non piace a FdI, […] che delle cinque regioni al voto vedrebbe la riconferma solo di Marco Marsilio in Abruzzo, mentre la Lega riconfermerebbe anche Donatella Tesei in Umbria e Forza Italia Vito Bardi in Basilicata e Alberto Cirio in Piemonte: «Ma ci rendiamo conto che noi con il 30 per cento di consensi e la guida del Paese non abbiamo la guida di una sola delle grandi regioni del Nord e di quelle al voto quest’anno, tranne l’Abruzzo?», aggiungono dal fronte dei meloniani, che nel mirino hanno messo Sardegna e Umbria, a danno in entrambi i casi della Lega.

 

VITO BARDI

Perciò Salvini […] dice ai suoi di tenere il punto. Sulla Sardegna i leghisti fanno la voce grossa: «Pronti ad andare da soli». Il vicepremier sa che col suo partito all’8 per cento rischia di perdere sempre più spazi e trema pensando al Veneto al voto nel 2025.

 

Alla finestra resta Forza Italia, il vero vaso di coccio nello scontro tra Meloni e Salvini sulle regionali. Il partito guidato da Antonio Tajani vuole riconfermare il Piemonte con Cirio e il ministro degli Esteri ha fatto di tutto per blindare Bardi in Basilicata, un suo fedelissimo. Creando non pochi mugugni tra i forzisti, che temono di perdere il Piemonte, con conseguente rischio di fuga di dirigenti per la debolezza del partito.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

In Sardegna, raccontano, Alessandra Zedda è su tutte le furie per la posizione forzista al tavolo locale sulle amministrative, con gli azzurri a sostegno della linea meloniana e dunque contro il bis di Solinas, senza chiedere però un nome forzista […]. Mentre in vista delle Europee ha lasciato il partito Aldo Patricello, che si candiderà con la Lega non prima di aver sottolineato come «ormai in Forza Italia il segretario pensi solo alla sua stretta cerchia». Come nel caso Bardi in Basilicata, appunto.

 

christian solinas 1

In questo clima dovrebbe tenersi l’incontro dei leader Meloni, Salvini e Tajani per trovare la quadra, senza al momento un’idea di quale possa essere: non sarà facile. E così il centrosinistra, diviso in diverse regioni, ha una motivazione in più per compattarsi e tentare la spallata: su questo si è messa al lavoro la segretaria dem Elly Schlein. A partire dalla Sardegna: Renato Soru al telefono le ha dato una disponibilità al passo indietro, ma a patto che lo faccia anche l’altra candidata in campo per il centrosinistra, la cinquestelle Alessandra Todde […] «Non ho mai perso la speranza di una ricomposizione - afferma la segretaria Pd a “In Onda” su La7 - soprattutto oggi che emergono spaccature della destra». Ma, aggiunge, il sostegno del Pd va a Todde.

 

2. REGIONALI, LA PROPOSTA DELLA LEGA: FDI PUNTI SULLE ROCCAFORTI ROSSE

Estratto dell’articolo di  C. Zap. per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

In Sardegna piccoli tentativi di mediazione spuntano per cercare di superare i problemi sorti in entrambi gli schieramenti sulla scelta del candidato presidente. La partita più importante è quella che si gioca nel campo di centrodestra perché qui l’impasse riguarda nientemeno che Christian Solinas, presidente uscente che Lega e Partito sardo d’Azione vogliono confermare mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia vogliono sostituire con il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu.

 

In settimana, in un giorno ancora da stabilire, si incontreranno i leader della coalizione per risolvere il braccio di ferro che sul territorio non ha trovato né vinti né vincitori. Proprio in vista di quell’appuntamento tocca al vicesegretario leghista Andrea Crippa mettere sul tavolo una proposta […] che ha il sapore del baratto. «Confermiamo tutti i presidenti uscenti del centrodestra nelle cinque Regioni al voto (Sardegna, Abruzzo, Piemonte, Basilicata e Umbria), Fratelli d’Italia — spiega al Corriere — deve avere l’ambizione e l’obiettivo di conquistare nel 2025 le 4 Regioni rosse (Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Puglia)».

andrea crippa salvini

 

Nel ragionamento del braccio destro di Matteo Salvini, toccherebbe al partito di Meloni indicare le figure più adatte per tentare la sfida al centrosinistra. Secondo Crippa lo scambio sarebbe vantaggioso per FdI. Gli uscenti sono due leghisti (Solinas e l’umbra Donatella Tesei), due di Forza Italia (il piemontese Alberto Cirio e il lucano Vito Bardi) e uno meloniano (l’abruzzese Marco Marsilio). Sul piatto in contropartita ci sono storiche roccaforti della sinistra come l’Emilia-Romagna e la Toscana (oltre a Campania e Puglia, naturalmente).

 

Vincere a Bologna e Firenze segnerebbe un’impresa storica, ma non sono partite così facili da giocare. Ecco perché pare difficile che, almeno in prima battuta, Fratelli d’Italia possa accogliere con un sorriso la proposta-baratto della Lega. Bisognerà vedere come chi non vuole la conferma di Solinas riuscirà a superare quella che per la Lega è una questione di principio, al punto che di fronte ad una conferma dello stop al governatore uscente minaccia senza mezzi termini di far saltare l’intero risiko delle candidature.

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO

E poi non va trascurato il peso del Veneto, altra Regione al voto nel 2025. La possibilità di un terzo mandato per Luca Zaia appare al momento legata ad una speranza più che ad una possibilità. Ma se anche non fosse più possibile schierare al via il governatore che ha conquistato percentuali bulgare (il 76% nel 2020), la Lega mette le mani avanti: «Quel posto spetta ad uno dei nostri». E anche qui FdI non pare essere di medesimo avviso […]

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!