ursula von der leyen

LA SOLITUDINE DI URSULA – LA VON DER LEYEN NON ENTUSIASMA IL CONGRESSO DEL PPE (SU 737 DELEGATI, 238 NON HANNO VOLUTO VOTARE): IL PASSAGGIO DI FINE GIUGNO AL PARLAMENTO UE, PER LA SUA CONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, SI PREANNUNCIA SCIVOLOSO. URSULA HA FATTO INCAZZARE SOCIALISTI E LIBERALI PER LA SVOLTA A DESTRA SU MIGRANTI E GREEN DEAL. I SUOI COMPAGNI DI PARTITO, INVECE, LA ACCUSANO DI ESSERE TROPPO AMICA DI SCHOLZ E MACRON. L’UNICO TERRENO DI CONQUISTA RESTA IL GRUPPO DEI CONSERVATORI DI GIORGIA MELONI…

1. UE, IL PPE DICE SÌ (CON FREDDEZZA) A VON DER LEYEN CANDIDATA AL BIS

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE

La delegazione tedesca si alza in piedi per l’applauso e trascina anche gli altri delegati. Ursula von der Leyen ha pronunciato il suo discorso al centro congressi di Bucarest per ottenere la nomina a «candidato leader» dal congresso del Partito popolare europeo.

 

Gli unici seduti sembrano i Repubblicani francesi, che non possono appoggiare von der Leyen alla guida della Commissione europea per un secondo mandato perché ha il sostegno del presidente Emmanuel Macron.

 

emmanuel macron ursula von der leyen 5

Ma è una platea fredda. E il voto lo conferma: su 499 votanti, 400 a favore, 89 contrari (più dei componenti della delegazione francese, che sono 23) e 10 non validi. Avevano diritto di voto per l’elezione del candidato leader 737 degli 801 delegati. Per votare si sono registrati in 591 ma alla fine si sono espressi solo in 499.

 

Uno scarto di 238 delegati attribuito dal Ppe a ragioni diverse inclusa la partenza anticipata di alcuni, ma che ha creato un certo imbarazzo nel partito. Anche il risultato finale non è un plebiscito. Il 18% non ha sostenuto von der Leyen. L’ex premier sloveno Janša non è mai stato un fan della presidente. Il resto sono franchi tiratori.

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

[…] Von der Leyen […] ha pronunciato un discorso più da presidente della Commissione che da leader dei popolari, anche se il richiamo agli «amici del Ppe» è stato continuo. Si è scagliata contro «populisti, nazionalisti e demagoghi», contro l’AfD e il Rassemblement National: «I nomi possono essere diversi, ma l’obiettivo è lo stesso: vogliono calpestare i nostri valori e distruggere la nostra Europa».

 

Non ha nominato le altre famiglie politiche, perché ne avrà bisogno. Anche nella conferenza stampa von der Leyen ha faticato a mettersi il cappello da candidata. E rispondendo a una domanda sull’affidamento a Paesi terzi della gestione delle domande d’asilo e dell’accoglienza dei migranti, a cui fa riferimento il programma del Ppe, von der Leyen ha sottolineato che «tutto quello che è nel manifesto è in pieno rispetto delle leggi internazionali. Il concetto di Paesi terzi è già nella legge Ue. Stiamo costruendo su quello che dicono i Trattati».

 

URSULA VON DER LEYEN - CONGRESSO DEL PPE

Il primo applauso non timido a von der Leyen arriva quando denuncia che «gli amici di Putin stanno cercando di riscrivere la nostra storia». Ma il «bravo» scatta dalle fila di Cdu e Csu quando dice che «siamo noi, europei, a decidere chi viene in Europa e e non la criminalità organizzata». I «bravo» si allargano alla delegazione polacca quando cita Tusk. Applausi calorosi anche quando sottolinea che Orpo ha «guidato la Finlandia nella Nato» e che Metsola ha «guidato abilmente il Parlamento europeo», quando assicura che «il futuro della nostra industria della tecnologia pulita sarà realizzato qui in Europa» e quando dice che «il Ppe sarà sempre al fianco dei nostri agricoltori». I temi sono quelli di sempre. «Democrazia, prosperità, sicurezza: non è possibile averne una senza le altre» è lo slogan finale.

 

ursula von der leyen olaf scholz

Il vicepremier Tajani, a margine, pensando al prossimo esecutivo ha detto che l’Italia dovrà riavere una «vicepresidenza» e che potrebbe essere interessata all’«industria, agricoltura, difesa e ambiente», che «serve un commissario competente, che conosca la realtà di Bruxelles». Alla domanda se sia Fitto, Tajani ha risposto che «farebbe benissimo» ma «non c’è stata nessuna discussione nella maggioranza».

 

2. L'ALLARME DI URSULA

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

«Sì, i voti contrari sono più del previsto» ammette al termine del congresso del Ppe uno degli 801 delegati. Ursula von der Leyen è stata eletta dal Partito popolare europeo come candidata per un secondo mandato alla guida della Commissione, ma i numeri dicono già che dovrà fare i conti con parecchie defezioni.

 

MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE

[…] Il presidente della Commissione verrà indicato dal Consiglio europeo a fine giugno e in pochi sono pronti a scommettere in un ripensamento da parte dei leader, ma per von der Leyen il successivo passaggio al Parlamento Ue sarà ricco di insidie. Anche perché si vota a scrutinio segreto e il rischio è di finire impallinata dai colpi dei franchi tiratori.

 

Ce ne saranno parecchi tra i socialisti e i liberali, visto che la sua netta svolta a destra […] non sta riscuotendo molto successo da quelle parti. Ma l'attuale presidente rischia parecchie defezioni anche tra i suoi compagni di partito. Persino Michel Barnier, l'uomo che ha guidato i negoziati per la Brexit, ieri ha fatto sapere di non aver votato per von der Leyen, in linea con gli altri Repubblicani francesi. Era annunciato anche il no degli sloveni guidati dall'ex premier Janez Jansa, ma i numeri di Bucarest dicono che il malessere tra le delegazioni nazionali è molto più diffuso.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI

Von der Leyen si trova stretta tra chi, in casa sua, l'accusa di essere troppo amica dei socialisti e dei liberali di Scholz e Macron, aspramente criticati da Manfred Weber nel suo intervento. Mentre sul fronte opposto sta pagando il prezzo di una candidatura estremamente politicizzata sotto l'insegna del Ppe.

 

Ieri, per esempio, ha cercato senza troppo successo di respingere le accuse per la proposta contenuta nel manifesto dei popolari che prevede di introdurre in Europa una sorta di "modello Ruanda" per i migranti, con la possibilità di trasferire in Paesi terzi chi fa la richiesta di asilo sul territorio Ue. «Qualunque cosa faremo  […]  sarà nel pieno rispetto dei nostri obblighi ai sensi del diritto comunitario e internazionale».

 

emmanuel macron ursula von der leyen 4

Per rassicurare la parte sinistra dell'emiciclo, ha ribadito il suo "no" alle intese con i partiti euroscettici, «gli amici di Putin» che «stanno cercando di riscrivere la nostra storia e distruggere il futuro». Ha citato nuovamente il Rassemblement National di Marine Le Pen e i tedeschi di Afd, ma anche questa volta non la Lega. Che però, sentitasi chiamata in causa, ha subito replicato: «A distruggere l'Europa sono le politiche folli di questa Commissione».

 

Non potendo sfondare a sinistra e con paletti molto chiari verso l'estrema destra, l'unico terreno di conquista per von der Leyen resta il gruppo dei Conservatori. Il sostegno di Giorgia Meloni potrebbe dunque rivelarsi decisivo e per questo il governo italiano è pronto a chiedere una "ricompensa". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, presente al congresso in qualità di leader di Forza Italia, ha rivendicato "una vicepresidenza della Commissione" e ha lasciato intendere di voler puntare sul portafoglio all'industria oppure su quello all'agricoltura.

ursula von der leyen maia sandu ursula von der leyen al congresso del ppe 1

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...