mattarella descalzi amara longo palamara

SORPRESA! NELLA SCATOLA DI TONNO PALAMARA, C’È UN VERME: IL PRESUNTO DEPISTAGGIO PER INTRALCIARE IL PROCESSO MILANESE SULLA MAXI TANGENTE PAGATA DALL’ENI IN NIGERIA - LONGO È IL PM CHE A SIRACUSA HA IMBASTITO UN'INCHIESTA FARLOCCA PER SOSTENERE CHE DESCALZI FOSSE VITTIMA DI UN COMPLOTTO - LONGO SOSTIENE CHE FU MATTARELLA A FERMARE LA SUA NOMINA COME PROCURATORE DI GELA - “IL FATTO”: ‘’SE IL COLLE ERA A CONOSCENZA DI MANOVRE CHE INTENDEVANO INTERFERIRE CON LE INCHIESTE SU ENI A GELA È UN FATTO CHE NON PUÒ RESTARE RISERVATO…’’

Antonio Massari e Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”

 

sergio mattarella

Se davvero, come sostiene di aver saputo l' ex pm Giancarlo Longo in un interrogatorio, fu il Colle a fermare la sua nomina come procuratore di Gela, saremmo di fronte a uno scenario singolare: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da un lato, nel 2015 avrebbe bloccato meritoriamente la nomina di un magistrato che ha appena patteggiato una pena di 5 anni per corruzione in atti giudiziari.

 

Giancarlo Longo

Dall' altro, però, dovrebbe almeno spiegare sulla base di quali informazioni agì in quel modo. Il motivo è semplice: Longo è il pm che a Siracusa ha imbastito un' inchiesta farlocca per sostenere che Claudio Descalzi, attuale amministratore delegato dell' Eni, fosse vittima di un complotto.

Inchiesta ritenuta un depistaggio per intralciare il processo milanese sulla maxi tangente, pagata da Eni in Nigeria, per acquistare il giacimento Opl 245 e che vede proprio Descalzi tra gli imputati.

Marie Madeleine Ingoba moglie di Claudio Descalzi

 

L' intervento del Colle è citato nel decreto di perquisizione, eseguito ieri dal Gico della Guardia di Finanza, nei confronti di Luca Palamara, consigliere del Csm ed ex segretario dell' Anm, accusato di corruzione per atti contrari al dovere di ufficio. Palamara secondo l' accusa ha ricevuto in cambio regali - un anello per la sua amica del valore di 2mila euro -, viaggi e soggiorni i albergo dall' imprenditore Fabrizio Centofanti.

 

LUCA PALAMARA

La vicenda Longo è il primo dei sei capi d' imputazione menzionati nel decreto disposto dai pm perugini Mario Formisano e Gemma Miliani.

Tra le accuse mosse a Palamara c' è anche quella - in concorso con l' avvocato esterno dell' Eni Piero Amara e il suo collega Giuseppe Calafiore - di "aver ricevuto 40mila euro per () agevolare e favorire Longo nell' ambito della procedura di nomina del procuratore di Gela () in violazione dei criteri di nomina e selezione come individuati dalle circolari e atti correlati () pur non venendo Longo nominato".

 

Negli atti viene citato un interrogatorio di Longo dinanzi ai magistrati di Messina: fu un intervento "diretto" del presidente della Repubblica Sergio Mattarella - dice - a bloccare la sua nomina alla guida della procura di Gela. "Longo - scrive la procura di Perugia - riferiva di aver appreso da Calafiore che questi (Amara) sarebbe stato in grado di gestire i voti di Unicost (corrente del Csm, ndr) tramite Palamara, intimo amico di Centofanti (imprenditore indagato con Palamara, ndr)".

FABRIZIO CENTOFANTIpiero amara

 

Longo spiega che "Calafiore gli avrebbe riferito di aver dato, unitamente ad Amara, 40mila euro 'a beneficio di Palamara' per la sua (di Longo) nomina a procuratore di Gela, non avvenuta, a dire di Palamara, a causa di un intervento diretto del Presidente della Repubblica".

 

giancarlo longo cerca cimici

In sostanza Palamara avrebbe riferito Longo che fu Mattarella a bloccare la sua nomina. L' ex consigliere potrebbe aver millantato per giustificare il mancato risultato raggiunto. O potrebbe millantare Longo che infine aggiunge di "aver incontrato Palamara tra novembre e dicembre 2015, a Roma, in un centro sportivo, di aver parlato della sua possibile nomina a Gela, verso la quale Palamara si dichiarava disponibile o in alternativa anche in relazione al posto di procuratore di un' altra procura, precisando che () non parlarono di soldi".

 

GIUSEPPE CALAFIORE 1

"Longo - si legge ancora - spiegava l' interesse di Amara rispetto alla nomina del procuratore di Gela in relazione ai procedimenti riguardanti Eni ivi pendenti, e in sostanza affermava che Calafiore l' aveva incoraggiato a presentare domande di trasferimento avendogli promesso specifici aiuti e possibilità di agganci al Csm".

 

L' obiettivo erano quindi i procedimenti pendenti a Gela sull'Eni. Ecco perché Mattarella dovrebbe spiegare se è vero che stoppò la nomina di Longo e sulla basi di quali informazioni: se il Colle era a conoscenza di manovre che intendevano interferire con le inchieste su Eni a Gela è un fatto che non può restare riservato.

 

EMMA MARCEGAGLIA CLAUDIO DESCALZI

Calafiore nega ai pm perugini di aver mai pagato qualcuno ma ammette di aver aiutato Longo nelle sue domande di trasferimento "facilitandolo ad avere un contatto con Palamara per il tramite di Centofanti". Longo ha lasciato la magistratura sei mesi fa, dopo aver patteggiato una pena di 5 anni per l' accusa di corruzione. Dal Colle ci si limita a far sapere che il Presidente detta soltanto linee generali che riguardano tutti i magistrati senza mai entrare in casi specifici. Fonti autorevoli del vecchio Csm smentiscono qualsiasi interferenza di Mattarella.

GIUSEPPE CALAFIOREmassimo mantovani 1Claudio Granata Calafiore Longo Maurizio Musco nella stanza del pm

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...